Ci sono momenti che sono o appaiono decisivi. Momenti che hanno il peso di tutto il tempo prima e l’ansia di tutto il tempo dopo. Il momento in cui si fa goal o si perde un’occasione che non torna per molto tempo, forse mai. La vigilia delle elezioni, nonostante i sondaggi e le previsioni, rimane un enigma che si ha voglia di vedere quanto prima risolto. Si rimane infatti incollati alla tv per carpire i primi risultati. Cosa fare nelle ultime ore, prima che sia troppo tardi, per indirizzare nella direzione voluta il voto degli amici e di quelli che si incontrano? Qualcuno ritiene che non si possa fare niente. Altri, invece, tentano fino all’ultimo di influenzare il voto di amici e parenti inviando un sms, una e-mail, facendo una telefonata, persino inviando una lettera personalizzata con tanto di francobollo a casa di milioni di persone. Ci sono alcuni, forse più d’uno, che non sapendo cosa fare e non fidandosi di nessuno, rimangono a casa anziché andare al seggio a votare. La scelta peggiore: “per viltade il gran rifiuto”. Altri si affidano all’istante fuggente dell’intuizione improvvisa e fortuita o dell’illuminazione divina e decidono quando hanno già la matita in mano dentro la cabina, proprio così. Ciò avviene soprattutto questa volta, quando uno, pur essendo orientato in maniera generale per la destra, il centro o la sinistra, si trova a dover ancora scegliere all’interno degli schieramenti tra liste e simboli diversi. C’è inoltre l’incertezza, da parte dei non addetti ai lavori, su come verranno poi accorpati e utilizzati i voti all’interno degli schieramenti. La complessità delle regole non consente ai non addetti di capire più di tanto. Perciò chi non sa dove va a finire il suo voto, guardi bene i confini dello schieramento (destra, sinistra e centro) cui si vuol riferire. In questo modo potrà trovare motivo per partecipare ai giochi democratici – diciamo così per leggerezza – che però sono giochi pericolosi e dai quali può derivare tanto bene e tanto male per tutti, potendo dire a se stessi di aver fatto quanto – purtroppo poco – si è potuto fare. L’affanno delle ultime ore, in questo e in moltissimi altri casi, dovrebbe farci riflettere che non si deve andare fuori tempo aspettando l’ultimo minuto per ogni cosa. Bisogna coltivare i momenti penultimi e operare fin dall’inizio preparando la crescita e la maturazione dei progetti e delle iniziative che si vogliono intraprendere. Chi si trova oggi in angoscia sono i molti cattolici, che all’ultima ora perepiscoo di essere fuori gioco e inutilmente sperano un recupero di presenza in “zona cesarini”, last minute. I valori in cui essi credono e che si riassumono nel vero bene comune, condiviso dalla stragrande maggioranza della popolazione, non è garantito dai programmi e dalle promesse e non è neppure da evocare un qualche affanno dell’ultima ora. Qui occorre svolgere un lavoro di educazione e formazione culturale in vista di un impegno nella realtà sociale e politica che risenta l’influsso dell’ispirazione cristiana. Non ci si può svegliare all’ultima ora come le vergini stolte, quando l’olio si è consumato per niente, e la storia del cattolicesimo democratico si è desertificata nel groviglio delle sterili discussioni e delle interessate contrapposizioni.
Elezioni: l’affanno delle ultime ore
AUTORE:
Elio Bromuri