Celebrata in un panorama sicuramente più invernale – com’è, in fondo, tradizione – la festa del primo patrono di Gualdo Tadino, il beato Angelo da Casale, figura di eremita medievale indissolubilmente legata alla miracolosa fioritura invernale del biancospino, che si è ripetuta anche quest’anno, per la 689a volta.
Proprio al miracoloso cespuglio, uno degli ultimi ormai rimasti, sono confluiti lunedì 14 gennaio, in tarda serata, le due fiaccolate per tradizione dedicate al Beato gualdese: la prima, quella partita dalla basilica concattedrale di San Benedetto al termine della veglia di preghiera organizzata dai giovani e dagli animatori dell’oratorio “Don Bosco”; la seconda, quella snodatasi dall’eremo del Beato, nei pressi del convento del Divino Amore, sul percorso seguito dalla salma nel giorno delle esequie nel 1324 e lungo il quale, fino a qualche decennio fa, esistevano numerosi cespugli di biancospino che mostravano l’inspiegabile fenomeno della fioritura invernale.
Come ogni anno, tanti i gualdesi che hanno tributato il loro affetto al Beato, anche nella cerimonia più importante e più solenne, svoltasi a San Benedetto, il 15 gennaio, alla presenza del Vescovo.
Un’ora prima, con una cerimonia all’interno del municipio, l’Amministrazione comunale ha consegnato il premio Biancospino 2013, l’annuale riconoscimento dedicato ai gualdesi benemeriti. Quest’anno i vincitori sono stati tre. Il primo è padre Fulgenzio Monacelli, padre cappuccino, missionario in Amazzonia: una delle cinque figure di francescani missionari che il territorio gualdese ha partorito nel secolo scorso. Da decenni, padre Fulgenzio vive fra le popolazioni amazzoniche, che lo guardano con ammirazione e rispetto. Il secondo è Mario Donnini, giornalista sportivo, appassionato di automobilismo, cui ha dedicato alcune pubblicazioni si successo, ed attualmente in forza alla redazione di Autosprint; personaggio umile e brillante, grande comunicatore. Il terzo – cui è andata la menzione alla memoria – è il notaio gualdese Enzo Sergiacomi, scomparso nemmeno un mese fa, figura “integerrima e degna di ammirazione”, di grande levatura morale, “testimone di un impegno intenso e costante, esempio di autorevolezza e di un profondo senso del dovere”, oltre che profondamente credente. Uno dei lettori di più vecchia data del nostro settimanale.
Oltre a loro, all’insegna della solidarietà, tre menzioni speciali per Adriano Cagliesi, Claudio Carini ed Enrico Fioriti, storici donatori di sangue della sezione Avis.