Don Pietro Diletti, colto salesiano plurilaureato, oggi parroco di Castel Gandolfo, con alle spalle un intensa attività di insegnamento e attività educativa e pastorale, per alcuni anni direttore dell’istituto Don Bosco di Perugia, si è cimentato in un lavoro di ricerca piuttosto arduo e impegnativo. Pubblicato in ben 284 pagine. Valido e decisivo collaboratore dell’opera è stato Nunzio Sardegna, che ha arricchito il lavoro andando alla ricerca delle tracce dei Templari nell’Appennino umbro-marchigiano e fornendo così una ampia documentazione di tali tracce con le 92 immagini riportate e illustrate.
Come è nato questo libro e che cosa ha spinto gli autori a compiere questa fatica lo chiarisce Diletti, tirando simpaticamente in ballo l’arcivescovo oggi emerito Giuseppe Chiaretti, appassionato di ricerche storiche, che lo ha spinto, dopo il lavoro storico compiuto da Diletti su san Prospero, a continuare le sue ricerche o sui Fagellanti o sui Templari. È prevalso l’interesse per i secondi, per due motivi evidenziati dall’autore: l’enigma racchiuso dal misterioso san Bevignate, cui il popolo perugino ha dedicato una bellissima chiesa alla periferia fuori le mura, e le numerose leggende che circolano sui “cavalieri del Tempio”, spesso ridotti a un gruppo esoterico.
Per avere un’idea sommaria del libro, basta scorgere l’indice, e ci si renderà conto della vastità degli argomenti. Si parte dalla storia della genesi della cavalleria e dalla descrizione della cavalleria romana, poi quella medievale, con riferimento ai vari significati del Graal. Un secondo capitolo tratta dell’origine delle crociate e dei cavalieri templari, le vicende tragiche e lo spirito eroico dell’ideale del cristiano illustrato da san Bernardo, secondo cui il cavaliere combattente non deve nulla temere perché, sia che viva e vinca la battaglia per il trionfo della fede cristiana, sia che muoia martire della fede, è sempre vincitore.
La necessità di combattere e le norme di vita dell’Ordine del Tempio sono raccolte nella Regola stabilita dal Concilio di Troyes (1129). Capitoli densi e documentati, che sono alla base dell’immensità di informazioni che successivamente vengono fornite, spaziando anche in campo avversario, come nel capitolo 3 dedicato ai cavalieri musulmani e di seguito ad altri Ordini cavallereschi. Nel capitolo 5 troviamo la controversa questione dell’accusa di eresia e della soppressione dell’Ordine dei Templari; si fornisce anche la bolla di soppressione di Clemente V (1312).
Fin qui la parte generale. Dal capitolo 6 il discorso si focalizza sull’Italia e sull’Umbria, con particolare riferimento al misterioso e sconosciuto san Bevignate che è presente più di quanto si possa immaginare nella tradizione culturale della città di Perugia. Nella nostra regione sono state trovate molte tracce di presenza dei Templari, i quali, avendo come compito di tutelare l’incolumità dei pellegrini che si recavano a Gerusalemme e di favorirne il lungo viaggio, si insediavano dove era particolarmente necessaria la loro presenza di monaci guerrieri, a tutela della sicurezza lungo le principali vie di comunicazione: la via Cassia / Francigena, la via della Spina, la Flaminia, la Valnerina. Una storia discussa e avvincente che qui non possiamo fare altro che segnalare.
Gli studiosi potranno anche trovare nei capitoli 7 e 8 testi che riguardano la spiritualità, il rito di investitura e la Regola dei poveri commilitoni della santa città in lingua originale latina e in traduzione. Una regola di vita religiosa rigida, in 72 norme che riguardano tutti gli aspetti interiori ed esteriori della vita.
Un indizio di quanta parte abbia avuto nell’opera anche la passione dei ricercatori e il loro entusiasmo si trova negli accenni ai ringraziamenti per tutti coloro che hanno in qualche modo partecipato alla realizzazione di questo impegnativo lavoro. Nunzio Sardegna, nella Pentecoste del 2012, conclude invitando tutti – ad imitazione dei cavalieri di Artù – a balzare in sella alla ricerca del Graal, sotto la protezione del “clemente e misericordioso Padrone del giorno del Giudizio!”.
Pietro Diletti – Nunzio Sardegna, L’Ordine del Tempio e San Bevignate. Tracce templari nell’appennino umbro-marchigiano, ed. Guerra, Perugia 2012