La beatificazione di una religiosa benedettina, Maria Luisa Prosperi, ma vissuta nel monastero di Trevi, ha richiamato l’attenzione sulla singolare vicenda di questa bellissimaed invitante cittadina collinare, Trevi, che fu già antica diocesi ed ora è solo un dignitoso e operoso borgo nel cuore dell’Umbria, che si trova a festeggiarenell’arco d’un cinquantennio ben quattro suoi figli elevati agli onori dell’altare. Andando a guardare con attenzione, si scopre che i quattro Beati, in un modo o nell’altro, fanno capo ad un prete, in realtà piuttosto sconosciuto alle cronache anche ecclesiastiche, don Ludovico Pieri (1824-1891). Era parroco d’una modesta parrocchia di Trevi, un carismatico ricco di unzione spirituale e buon pedagogo, anzi per questo contraddetto e in qualche modo emarginato, che molto influì nella educazione dei giovani del suo tempo.
Il più assiduo di essi, Pietro Bonilli (1841-1935), lo chiamava “la radice”. Bonilli diventò prete e parroco d’una poverissima parrocchia del Trevano, Cannaiola, e fu una grande benefattore sociale per l’attenzione prioritaria alla famiglia e la cura dei figli ciechi e sordomuti, per la cui educazione aprì collegi e fondò un apposito istituto religioso, oggi diffuso in più nazioni. Fu beatificato da Giovanni Paolo II il 24 aprile 1988.
Seguì un altro giovane, Tommaso-Placido Riccardi (1844-1915), che fu monaco benedettino e finì rettore dell’abbazia di Farfa, molto attento – come scrive il suo discepolo il card. Idelfonso Schuster arcivescovo di Milano – allecondizioni dei contadini e dei poveri. Fu beatificato da Giovanni Paolo II il 13 maggio 1996.
Seguì un altro giovane ancora, Antonio Fantosati (1846-1900), che fu zelante missionario francescano e vescovo in Cina, orrendamente martirizzato nella persecuzione dei “Boxer” del 1900. Fu canonizzato da Giovanni Paolo II il 1° ottobre 2000.
Ora è stata la volta di Maria Luisa Prosperi (1799-1847), di Fogliano di Cascia trasferitasi a Trevi, diventando, ancor giovane, badessa benedettina di S. Lucia. Fece appena in tempo a conoscere il Pieri e ne subì l’influsso. È stata beatificata dal card. Amato per conto di Benedetto XVI il 10 novembre 2012.
Come si vede, quello trevano è un territorio particolarmente segnato da recenti presenze carismatiche. Ne possiamo ricordare ancora altre due, non direttamente collegati al Pieri.
Al confine tra Trevi e Montefalco s’ebbero nel 1861, anno della proclamazione dell’Unità d’Italia, le apparizioni della Madonna della Stella al piccolo Pierino Cionchi, ora servo di Dio (1857-1923), dalle quali don Giovanni Bosco derivò il titolo per il grande santuario mariano che si stava costruendo a Torino: l’Ausiliatrice. Anzi i suoi Salesiani approdarono anch’essi a Trevi nel 1893 per continuare l’opera del Pieri.
Al confine tra Trevi e Campello poi, nell’eremo sovrastante le fonti del Clitunno, s’ebbe nel 1926 l’insediamento di sorella Maria Pastorella (Valeria Pignetti), già suora francescana, autorizzata da Papa Benedetto XV a lasciare il convento per seguire la sua singolare vocazione ecumenica, che la portò a contatto con tante persone cristiane anche in crisi.
Quelle descritte sono esperienze evangelizzatrici di grande rilievo per la Chiesa, che hanno più o meno direttamente la loro scaturigine dalla forza di grazia d’un semplice prete educatore carico di fede, in tempi peraltro di forte aggressione alla Chiesa. Non a caso anche al vescovo del tempo, mons. Amaldi, toccò fareun anno di galera alla Rocca di Spoleto. Vi fu rinchiuso senza alcun processo dai “padroni” risorgimentali del momento. Anche queste, comunque, sono pagine di nuova evangelizzazione!