Contratti non “capestri” con il progetto Policoro

Si è tenuto ad Assisi, dal 28 novembre al 2 dicembre, il 26° corso nazionale del progetto Policoro. Il progetto è un’iniziativa della Chiesa italiana per offrire risposte concrete al problema della disoccupazione in Italia.

Dopo sedici anni dall’avvio, Policoro ha raggiunto nuovi e importanti risultati. Il 29 novembre è stato sottoscritto un accordo-quadro nazionale per la regolamentazione del rapporto di lavoro degli animatori di comunità, che riconosce ufficialmente le nuove professionalità che sono nate dall’esperienza quindicennale del progetto stesso.

L’accordo è stato presentato ad Assisi da Liliana Ocmin, segretario confederale di Cisl, Francesca Di Maolo, avvocato lavorista e responsabile dell’ufficio diocesano per la Pastorale sociale e il lavoro di Assisi, che ha partecipato al gruppo di lavoro per la stesura del contratto collettivo, Alessandro Lotti, segretario nazionale di Felsa. L’accordo rappresenta un segno tangibile di una Chiesa che si impegna concretamente nella cura e nell’accompagnamento dei giovani, investendo tenacemente sulle capacità delle nuove generazioni.

In aperta controtendenza alla deregolamentazione, specie a scapito delle giovani generazioni, la Chiesa si è impegnata nell’affermazione dei diritti, della tutela della giusta retribuzione e del riconoscimento della professionalità di centinaia di giovani che ogni anno si avvicinano a Policoro. L’accordo-quadro non rappresenta solo una regolamentazione nazionale di una nuova professionalità, riconosciuta formalmente dalle parti sociali, ma un’autentica testimonianza evangelica, la risposta concreta di una Chiesa che sa vivere nella storia guardando al futuro.

Il progetto Policoro nasce per iniziativa di don Mario Operti, sacerdote saviglianese che negli anni ’70 fu tra i protagonisti del rilancio della Gioventù operaia cristiana in Italia e che, in seguito, divenne responsabile nazionale della Pastorale del lavoro. In 15 anni di attività il progetto ha promosso la nascita di oltre 500 esperienze lavorative, le quali a loro volta hanno creato circa 4.000 nuovi posti di lavoro.

Dal 1995 il progetto, con la partecipazione di diversi soggetti associativi che si ispirano alla dottrina sociale della Chiesa, attiva iniziative di formazione per una nuova cultura del lavoro, sostiene l’imprenditorialità giovanile, diffonde una cultura di legalità e responsabilità e promuove rapporti di reciprocità tra le diocesi del Nord e quelle del Sud, anche avvalendosi di giovani formati, definiti “animatori di comunità”, esperti in evangelizzazione, dinamiche pastorali, dottrina sociale della Chiesa, progettazione d’impresa, cooperazione, sviluppo locale, microcredito e normativa sul lavoro.

Mons. Angelo Casile, direttore dell’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro, afferma che i risultati raggiunti dal progetto Policoro sono incoraggianti per il numero di diocesi coinvolte e di imprese sorte, per lo più cooperative. Esso ha una finalità essenzialmente educativa: ha reso possibile la formazione di animatori di comunità e ha promosso iniziative di scambio e forme di reciprocità. Dalle prime tre regioni ecclesiastiche (Basilicata, Calabria e Puglia) si è passati al quasi totale coinvolgimento delle altre.

Per il 2013 aderiscono a Policoro 105 diocesi su 225. Imprese, cooperative, consorzi e ditte individuali promossi nell’ambito del progetto sono centinaia e centinaia: in essi prevale la presenza lavorativa di giovani, anche disabili, delle donne e l’utilizzo di risorse e beni diocesani, e anche di terreni e beni sottratti alla mafia. Le tipologie d’impresa sono le più varie e riguardano i settori dell’agricoltura, dell’artigianato, dell’accoglienza e della cura delle persone, dell’alberghiero e del turistico, della gestione dei musei e dei beni culturali, della comunicazione e del teatro.

AUTORE: Marta Ginettelli