Dalle primarie un segnale della “base” ai vertici del Pd

Politica. I risultati delle primarie del Pd in Umbria
Matteo Renzi in Umbria durante la presentazione del suo libro lo scorso maggio

In Umbria le primarie nel centrosinistra hanno un sapore particolare: vittoria di Matteo Renzi su Pierluigi Bersani. È un dato di rilievo perché segna la sconfitta cocente della cosiddetta nomenklatura umbra del Pd, tutta schierata con Bersani, rispetto ai simpatizzanti di Renzi (in pratica il presidente della Provincia di Perugia, Guasticchi, il sindaco di Corciano, Nadia Ginetti, e poco più).

Torniamo ai dati ufficiali: hanno votato 75.781 persone, con 32.294 preferenze per Bersani (42,58%) e 33.676 per Renzi (44,4%). Vendola, terzo classificato, ha ottenuto 8.432 voti (11,12%), Puppato 1.009 (1,33%) e Tabacci 370 (0,49%). Il Sindaco di Firenze ha praticamente vinto dappertutto, tranne che a Foligno e a Terni.

Il dato incontrovertibile è uno: i cittadini, al di là delle varie analisi pessimistiche, hanno voglia di dire la loro. E non hanno più intenzione di assistere in maniera passiva agli eventi. Va comunque considerata la partecipazione di una base elettorale che ha superato l’area del centrosinistra, dove Renzi ha rappresentato, di fatto, l’immagine del cambiamento (almeno, così è stato percepito).

La differenza, in Umbria, tra Renzi e Bersani è di circa 2 punti percentuali, ma ciò che conta è che i dirigenti del Pd umbro non avevano valutato, probabilmente, che anche l’elettorato di centrosinistra non digerisce più alcuni comportamenti della classe dirigente. Intanto si aspetta il voto del ballottaggio di domenica 2 dicembre ma è indubbio che il segnale mandato dall’elettorato è stato forte e la possibile vittoria di Bersani al secondo turno (i voti di Vendola non dovrebbero confluire su Renzi, staccato a livello nazionale di 7 punti) non dovrebbe far perdere di vista il messaggio inequivocabile: non sarà più come prima. Qualche perplessità c’è nel meccanismo del voto che in pratica impedisce, secondo il regolamento stabilito, di far votare persone che non si siano recate al voto nella prima consultazione.

Nel commentare il voto i due schieramenti, a livello regionale, non si sono risparmiati battute polemiche. Il coordinatore regionale del comitato pro-Bersani, Giacomo Chiodini, ha detto che “non c’è una distanza abissale. E siamo convinti di recuperare al prossimo turno il distacco di poco meno di 2 punti percentuali”. Sul fronte opposto canta vittoria Guasticchi che ha rilevato come ci sia stato “un modello Umbria per vincere le primarie” definendo il risultato del voto “storico e senza precedenti” ed evidenziando che “da una regione come l’Umbria, dove il centrosinistra ha ben governato e dove si sono ottenuti risultati tanto importanti, dovrà partire domenica, giornata del ballottaggio, una forte spinta anche per le altre regioni in una logica di contagio positivo”.

AUTORE: Emilio Querini