Nella visita di mons. Benedetto Tuzia al territorio della diocesi, il 23 novembre scorso è toccato alla Vicaria di Santa Cristina. L’incontro è avvenuto a Bolsena nella parrocchia di S. Cristina.
In mattinata dopo la celebrazione dell’ora media, il Vescovo ha incontrato i sacerdoti e da loro ha avuto una ampia panoramica della situazione delle varie parrocchie.
Le più piccole di esse, in termini di abitanti, sono caratterizzate dall’età avanzata dei fedeli, pochi sono i giovani e i ragazzi della catechesi, per cui risulta problematico il cammino di preparazione ai sacramenti dell’iniziazione. Pochi anche i matrimoni, non solo perché sono pochi i giovani, ma anche perché molti scelgono di convivere e non tutti giungono poi al matrimonio. La frequenza alla messa domenicale è intorno al 15-20%.
Ciò vale anche per le parrocchie più grandi, anche se in esse ci sono ancora gruppi numericamente sufficienti per la catechesi e un certo numero di matrimoni.
Il Vescovo ha esortato ad avere fiducia e ha consigliato, là dove i numeri per la catechesi sono insufficienti per fare gruppo, di coinvolgere i genitori nel preparare i propri figli ai sacramenti.
Alle ore 18 c’è stata la solenne concelebrazione presieduta dal Vescovo e animata nel canto del gruppo giovani di Castel Giorgio. La celebrazione è iniziata con una statio sulla tomba di santa Cristina e la successiva processione verso la basilica con il canto delle litanie.
Mons. Tuzia nell’omelia, partendo dalle due letture proclamate (Lv 25, 8-17 e Lc 4, 16-21), ci ha aiutati a entrare nello spirito del Giubileo ormai prossimo. Nel libro del Levitico ci viene detto che nel 50° anno si ristabilivano le relazioni, interrotte durante gli anni precedenti, con la terra, con gli altri e con Dio… Con Dio si viveva un anno di grande riconciliazione durante il quale Egli riversava la sua misericordia. E il motivo della gioia era la gratuità dell’evento: noi oggi siamo chiamati a recuperare o meglio a riscoprire la gratuità della novità del dono della riconciliazione.
Il Vescovo poi, in riferimento al Vangelo di Luca, sottolineando quella che è stata l’omelia di Gesù nella sinagoga di Nazaret, ha detto che “‘oggi’ è una parola del presente, non di ieri. Il Giubileo che siamo chiamati a vivere ha nel cuore l’evento che stiamo celebrando, cioè l’eucaristia. Ogni volta che la celebriamo, accade per noi ciò che dice Gesù: oggi, la mia vita è per voi: questo è il mio corpo, prendilo affinché anche la tua vita diventi dono, e fallo oggi, non domani, realizza ciò che hai celebrato”.
Dopo la messa, con tutti i giovani ci siamo trovati nel salone dell’oratorio per la cena con pizza e patatine e per attendere l’incontro svoltosi poi nel salone delle Suore del Ss. Sacramento. Il Vescovo ha esortato i giovani e gli adolescenti a farsi loro annunciatori del Giubileo, perché l’evento del miracolo eucaristico, il cui 750° anniversario è il motivo del Giubileo, è avvenuto sull’altare di Santa Cristina, una giovane, anzi una ragazza che ha avuto il coraggio di dare la sua vita per la fede; anzi di cambiare la sua vita, come diceva un’altra ragazza, Cecilia, la quale a chi le chiedeva se valeva la pena di perdere la vita per Cristo, rispondeva: “Io non perdo la vita, ma la cambio”, entrando nella vita di Dio.