Uniti contro la crisi o si chiude

ECONOMIA UMBRA. L’assemblea di Confindustria Perugia, sul tema “Uniti contro la crisi”. Presente il leader nazionale Squinzi

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Imprese abbandonate da tutti

Anche le imprese umbre sono stremate dalla crisi. Lo ha ricordato il presidente di Confindustria Perugia, Ernesto Cesaretti, nella sua relazione che ha aperto l’assemblea degli industriali dal titolo “Uniti contro la crisi”. Davanti al numero uno dell’associazione, Giorgio Squinzi, Cesaretti ha fatto ricorso all’immagine del pugile ‘suonato’ per descrivere la situazione dell’industria manifatturiera che “barcolla sul ring in attesa del gong”. Il presidente degli industriali perugini ha spiegato che sotto i colpi della crisi “una parte non irrilevante dell’apparato produttivo è a rischio”. E ha indicato anche i possibili colpevoli di questa situazione: il sistema bancario, perché “arroccato nelle comode certezze del rating”, una pubblica amministrazione che vive “in un mondo parallelo” e che continua ad essere “di ostacolo allo sviluppo”, la pressione fiscale e quei casi di politici che sono andati “all’arrembaggio dei soldi pubblici”. Cesaretti però non si arrende: “Ce la metteremmo tutta per uscire dalla crisi”, pur dopo aver rimarcato che “le imprese sono stremate” e “c’è sconforto quando non riusciamo a vedere la fine del tunnel” anche perché la sensazione è di “essere rimasti soli: vicino a noi chi c’è? Confindustria a parte, non vedo nessuno”. Nella sua analisi Cesaretti ha rilevato che “non c’è stata una reazione corale e che si sta perpetrando la scissione tra chi è garantito e chi è protetto. In questo quadro molte imprese umbre rischiano di non farcela più”. Secondo il presidente degli industriali umbri, le motivazioni principali della crisi delle imprese “non stanno in una perdita o in una scarsa competitività, ma nella caduta della domanda interna, dalla quale dipende in larga parte il tessuto produttivo della regione. È un dato che pare sfuggire alla sensibilità dei sindacati, che tendono ad addossare agli imprenditori e alle loro associazioni la responsabilità di quanto siamo vivendo”. Per Cesaretti c’è rischio dello “sganciamento dall’area centrale del Paese e dalla dorsale adriatica” sulla base dell’analisi di alcuni dati come quelli del reddito pro capite, del tasso di apertura internazionale e del reddito da lavoro dipendente. Il futuro? “Moderata fiducia” anche se la domanda interna non riprenderà vigore prima del 2014. Che fare? Cesaretti ha parlato, per le imprese umbre, del “male atavico della bassa produttività, sul quale bisogna intervenire”. Per superare la crisi, “le imprese devono confrontarsi con maggiore determinazione sul tema del cambiamento” mentre le istituzioni, comprese quelle regionali, devono fare di più: “Servono i loro sforzi – ha detto – che sebbene appezzabili non sono sufficienti”, come nel caso della legge sulla semplificazione che, dopo un anno, “deve ancora essere attuata del tutto”.

AUTORE: Emilio Querini