Dopo una gestazione non facile né indolore, giovedì mattina, 11 gennaio 2001, fumata bianca per il nuovo Consiglio di amministrazione della Cassa di Risparmio di Orvieto. C’è chi dice che di sorprese, poche ce ne siano state e chi invece sostiene che ce ne siano state abbastanza, data la varietà e l’incidenza dei moventi ispiratori. Comunque qualcosa di nuovo sicuramente c’è stato, in confronto alle passate edizioni. Per onore di cronaca, trattandosi di questioni interne di un Istituto cittadino ragguardevole, alle buone sorti del quale siamo particolarmente legati e sensibili, ci limiteremo a riportare gli esiti delle elezioni così come sono stati registrati. Il Consiglio di Indirizzo della Fondazione Cassa di risparmio di Orvieto, allora, ha nominato l’arch. Torquato Terracina presidente e consiglieri il p.i. Libero Bisacca, imprenditore, Vincenzo Ciampani, imprenditore, il dott. Carlo Tatta , ex Consigliere comunale della Dc e ex Consigliere dell’Opera del Duomo, e il dott. Mario Pettinelli, ex primario di medicina e cardiologia dell’Ospedale di Orvieto. Tutti nomi di persone di sicura e provata onorabilità, distintisi nell’attività pubblica per “aver maturato una concreta esperienza operativa nell’ ambito della libera professione o in campo imprenditoriale o didattico o direttivo”, come richiesto ovviamente dallo statuto, e quindi di larga accezione nella cornice della città. Ce ne compiacciamo vivamente con loro e con il nobile consesso che li ha espressi, formulando i migliori auguri anche in vista dei nuovi compiti ed accresciuti impegni, usciti dai disposti delle successive leggi Ciampi e Amato in materia di rinnovamento degli enti bancari. Non sono ancora al completo gli organi statutari della Fondazione: sarà necessario ora che l’assemblea dei Soci si riunisca per eleggere i sostituti di Terracina e Bisacca, usciti dal Consiglio d’indirizzo quali membri da doversi dimettere per assumere il nuovo incarico. Anche queste elezioni non saranno certamente platoniche, perché l’assemblea dei Soci è ben consapevole del peso che i due organi supremi dovranno sostenere e dei problemi che soprattutto il Comitato d’Indirizzo dovrà affrontare. Oltre alla revisione dello statuto, sul quale quanto prima vorremmo ritornarci per ovviare al rilevamento di una mancanza di particolare riguardo alla Chiesa di Orvieto-Todi come ente avente diritto a doversi riconoscere più che degno partecipe, sopra questo organo soprattutto inciderà il peso della gestione del ricavato dalla vendita, resa necessaria dalle nuove disposizioni, del 75% delle partecipazioni azionarie all’attività bancaria della Fondazione orvietana alla partner Cassa di risparmio di Firenze, investendolo nei settori previsti dallo statuto. Una somma di enorme peso e spessore che dovrà avere ripercussioni notevoli per il benessere e lo sviluppo della città. Data la buona volontà e l’illuminata saggezza di quanti saranno chiamati con la loro scelta a decidere ancora per il meglio, ci auguriamo, che tutto avvenga secondo le più ottimistiche attese dell’onorata tradizione dell’Istituto e i più intelligenti e salutari riflessi per la comunità orvietana.
Cassa di risparmio: nuovo Consiglio d’ammministrazione
Orvieto / Ora dovranno eleggersi i membri uscenti del Consiglio d'Indirizzo
AUTORE:
civis