La celebrazione di apertura dell’Anno della fede, in cattedrale, domenica scorsa, ha avuto due momenti centrali: la professione di fede nella forma del rinnovo delle promesse battesimali con la risposta dei fedeli, “Credo”, cantata ad una sola voce da tutta l’assemblea, e la consegna della Lettera pastorale del Vescovo insieme ai documenti del Concilio Vaticano II ai rappresentanti delle 32 unità pastorali. Più di un migliaio di fedeli provenienti da tutte le parrocchie della diocesi, insieme ai loro parroci, hanno partecipato alla concelebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo mons. Gualtiero Bassetti insieme all’emerito mons. Giuseppe Chiaretti e a sacerdoti diocesani e religiosi. Tra i fedeli c’erano numerosi catechisti, animatori della liturgia e della carità, “collaboratori indispensabili dei sacerdoti e testimoni della fede”, li ha definiti l’arcivescovo che ha salutato anche i membri di associazioni, movimenti e gruppi ecclesiali. L’Arcivescovo ha rivolto un saluto particolare ai seminaristi che nella preparazione al sacerdozio stanno donando “al Signore e alla Chiesa la primavera della (loro) vita” e ai numerosi giovani ai quali, ha detto, “noi guardiamo con trepidazione e speranza, perché siete icona viva della Chiesa, anch’essa giovane”. All’omelia mons. Bassetti ha definito l’Anno della fede “un evento di grazia che vuol rinnovare la nostra vita personale e quella delle nostre comunità” e riferendosi al 50° dell’inizio del Concilio ha ricordato l’evento con le parole di papa Giovanni XXIII nel discorso di apertura: “la santa madre Chiesa oggi gioisce, – disse papa Roncalli – perché per singolare dono della Provvidenza divina è sorto il Concilio ecumenico vaticano II”. Mons. Bassetti ha ricordato anche le parole di papa Benedetto XVI. “La Chiesa propone un anno della fede e la nuova evangelizzazione, non per onorare una ricorrenza, ma perché ce n’è ancora più bisogno di cinquanta anni fa. Oggi più che mai, difronte alla ‘desertificazione’ spirituale in atto, evangelizzare vuol dire testimoniare una vita nuova trasformata da Dio. Che l’Anno della Fede – conclude Benedetto XVI – sia un pellegrinaggio nei deserti del mondo contemporaneo in cui portare con sé solo ciò che è essenziale: il Vangelo e la fede della Chiesa, di cui, i documenti del Concilio Ecumenico Vaticano II e il Catechismo della Chiesa cattolica, pubblicato venti anni fa, sono luminose espressioni”. Alcune indicazioni per vivere bene questo Anno sono contenute nella sua prima Lettera pastorale “Il tuo volto Signore io cerco”. “Non un programma pastorale ha ribadito mons. Bassetti, ma indicazioni “che possano aiutare gli uffici pastorali diocesani, le parrocchie, le aggregazioni laicali, ad impostare la propria attività cogliendo le opprtunità e le esigenze che l’Anno della fede porta in sé”. Dodici i suggerimenti pastorali che vanno dalla conversione personale allo studio dei testi del Concilio e del Catechismo della Chiesa cattolica fino all’attenzione all’ecumenismo, al mondo delle missioni e all’impegno politico e sociale. Parole di particolare incoraggiamento sono rivolte ai giovani.