Quali prospettive ha Terni in vista dell’ormai imminente nuovo millennio? Può essere considerata una “città grigia”? A questi interrogativi vorremmo rispondere ascoltando il parere di responsabili di associazioni di categoria, amministratori, personalità che, a diverso titolo, svolgono un ruolo dirigente nella società. Iniziamo intervistando il presidente dell’Associazione industriali, Adriano Garofoli. In questi ultimi anni la situazione produttiva nel territorio come è stata? “E’ difficile poter fornire una risposta esaustiva a tale domanda in poche battute. Indubbiamente la situazione nel nostro territorio sta registrando un favorevole andamento in senso generale, anche se molti sono ancora i gap che il nostro territorio annota e che non consentono un agevole fluire dell’attività produttiva. Miglioramenti dunque, certamente di pregevole spessore che, tuttavia, debbono essere valutati alla luce della realistica considerazione che in qualche modo li leghi alla situazione precedente come nota non idilliaca”. Quale un indicatore del miglioramento? “A supporto di quanto testé affermato appare congruo rifarsi agli esiti certamente positivi del “contratto d’area” che, nel quadro della reindustrializzazione del territorio ha certamente registrato un deciso passo in avanti ponendo in rilievo, peraltro, una vivacità del tessuto imprenditoriale ternano molto superiore rispetto alle previsioni che il territorio stesso aveva in proposito formulato”. Ma vi sono ostacoli per proseguire in questo passo avanti? “Annoto che al di là delle tante affermazioni di carattere generico svolte a favore dell’industria, noi operatori siamo tuttavia costretti a scontrarci ogni giorno con i tanti ostacoli che ancora rendono il nostro territorio del tutto inospitale alle attività produttive a cominciare da una burocrazia ancora incredibilmente agganciata a criteri del tutto obsoleti”. Quali sono i comparti in cui si è registrata maggiore vivacità produttiva? “Pur tenendo conto di quanto ho detto poco fa, non si può affermare che ci siano dei settori più “vivaci” di altri. Direi piuttosto che lo viluppo si registra in modo abbastanza diffuso in tutti i settori produttivi. Le aziende, nonostante quel che si dice, investono. Se non lo facessero la competitività esasperata con la quale si è costretti a convivere spazzerebbe tutti via in un battibaleno”. E l’imprenditoria giovanile? “Noto un nascere di nuove aziende, piccole in verità – ma non potrebbe essere diversamente – costituite da persone giovani. E’ un fatto positivo, perché è un segno che si riduce nel comune sentire l’immagine del posto fisso mentre cresce la voglia di intraprendere”. Vi sono situazioni che determinano incertezze? “Le incertezze nascono da situazioni nate da imprudenti scelte del passato e che gravano in modo, forse ineluttabile, su alcune realtà un tempo gloriose”. Quali problemi l’Assindutria di Terni ha potuto registrare? “Di alcuni ho fatto cenno prima. Occorre ancora una volta puntare il dito sul nostro gravissimo ritardo infrastrutturale. Altra preoccupazione che sorge nel mondo imprenditoriale è questo gran parlare che si fa in questi giorni di questioni di carattere finanziario che, sembra, investono il bilancio regionale. Non vorrei che ciò portasse a scelte che privilegino il ritocco delle entrate, piuttosto che agiscano sul fronte delle spese”. Ai sindacati vuol dire qualcosa? “Auspico che nella loro azione per la contrattazione di secondo livello, evitino quei comportamenti che conducono inevitabilmente a disattendere l’aspetto di variabilità e di correlazione ai risultati aziendali quale tipico e fondamentale criterio sul quale i premi aziendali della nuova impostazione si incentrano”. Terni si può definire “città grigia”? “Le voglio rispondere su due aspetti: l’uno concreto e l’altro di natura meno meditativa. Se ci limitiamo all’aspetto esteriore dobbiamo riconoscere che la città ha un po’ cambiato volto ed è sempre più protesa in un processo di forte modernizzazione. Se, per contro, diamo uno sguardo dentro di noi ternani, forse ci accorgeremmo che sarebbe necessario un pizzico di vivacità in più”. Che rapporto c’è tra le istituzioni politico-amministrative e il mondo produttivo?”C’è molta attenzione da entrambe le parti, nel rispetto delle diverse ottiche con le quali si vedono i problemi. C’è molta attenzione da parte delle istituzioni al mondo produttivo, come ho già detto; molto meno nella realizzazione pratica giornaliera delle cose”.Quale messaggio si sente di lanciare all’intera città? “Non spetta a me lanciare messaggi. Io sono solo un imprenditore che rappresento, al momento, i miei colleghi. Un’affermazione la voglio esprimere: senza sviluppo delle imprese non credo che potrà conseguirsi un adeguato sviluppo della collettività”.
Città vivace ma frenata da troppa burocrazia e carenze di infrastrutture
Terni e il suo futuro/1 - A colloquio con il presidente di Assindustria Garofoli
AUTORE:
Mino Valeri