Grande festa a Norcia il 2 dicembre per la riapertura del monastero di San Benedetto

Con cinque monaci americani ritorna la presenza benedettina

Sabato 2 dicembre, Norcia accoglierà i figli di S. Benedetto che, dopo quasi due secoli, ritornano in città, presso la casa natale del patrono d’Europa.Si avvera un sogno coltivato da tempo, dall’inizio dell’Ottocento quando le disposizioni del regime napoleonico, qui come altrove, sciolsero le comunità religiose e i due monaci superstiti furono cacciati via dall’antico monastero nursino di S. Benedetto. Un’istituzione gloriosa, che per tredici secoli aveva intrecciato la sua storia con quella della città e della Chiesa locale in maniera così profonda da identificarsi con esse, scompariva inesorabilmente e la basilica del Santo e il monastero, ormai vuoto, hanno cominciato silenziosamente ad aspettare tempi migliori. Il desiderio legittimo della popolazione è testimoniato dai ripetuti tentativi di riavviare la comunità benedettina che, nei due secoli passati, sono stati operati generosamente dai vescovi nursini: tra questi è da ricordare mons. Ercolano Marini che all’inizio del Novecento volle una nuova sistemazione della basilica, con particolare attenzione alla cripta edificata sulla casa di Benedetto e Scolastica (Sanctorum Geminum sacrosancta incunabula) e chiamò a Norcia un gruppo di benedettini affidando loro compiti di responsabilità nel governo della diocesi. E’ pure da ricordare la presenza dei benedettini cecoslovacchi che, scacciati dall’Abbazia di Emmauzy-Praga dal regime comunista, trovarono qui ospitalità per una ventina di anni fino al 1990 quando poterono tornare in patria. Purtroppo non si è trattato di presenze stabili e non tutti gli interventi furono coronati da successo anche perché talvolta non ebbero nella città quel sostegno, forte e discreto insieme, che sarebbe stato necessario per progetti di questo tipo. L’arcivescovo mons. Riccardo Fontana, nel suo ingresso a Norcia nel gennaio 1996, si impegnò solennemente per attuare il progetto e si mise subito all’opera compiendo alcuni passi che si sono manifestasti decisivi. Nel settembre dello stesso anno sottopose a tutti gli abati, riuniti a Roma in congresso, la richiesta di una comunità benedettina a Norcia presentando un articolato progetto di fattibilità e mettendo a disposizione dei monaci lo stesso palazzo vescovile nursino, sede dell’antico monastero. Il progetto indicava puntualmente motivazioni, finalità e compiti della futura comunità religiosa chiedendo ai monaci soprattutto gli impegni tipici benedettini nella liturgia, nella lectio divina e nella ricerca culturale. Il monastero di Norcia avrebbe così potuto dare un suo preciso contributo nel campo della formazione e in una concreta proposta di spiritualità benedettina aiutando la stessa città e la comunità cristiana a riscoprire un patrimonio che le appartiene. Fra gli abati l’appello di mons. Fontana ebbe grande attenzione ed, in particolare, fu raccolto dallo stesso Abate primate e dall’Abate di Saint Meinrad negli Stati Uniti, oggi la più grande abbazia benedettina nel mondo. Il dialogo si è man mano approfondito fino alla decisione, incoraggiata dalla santa Sede, di trasferire a Norcia il Priorato “Maria sedes Sapientiae” dipendente dagli stessi abati. Guidato dal priore Cassian Folsom, un piccolo gruppo di giovani monaci raccoglie una grande eredità storica e darà corpo ad un sogno che finalmente si realizza. E’ singolare che la rifondazione del monastero di S. Benedetto a Norcia avvenga nell’anno del grande Giubileo del Duemila, all’inizio di un nuovo millennio che stimola tutti a guardare con fiducia al futuro ma anche a recuperare le proprie radici spirituali. Si tratta di una grande avventura che la nostra città e la stessa Chiesa avviano con la certezza che un grande aiuto ci verrà dai monaci che, sulle orme del grande Benedetto, ci ricorderanno gli insegnamenti della tradizione benedettina. La nuova presenza dei monaci in città, mentre suscita grande soddisfazione, richiede a tutti attenzione e rispetto delle esigenze proprie di una comunità religiosa che così potrà avere le condizioni più favorevoli per il proprio sviluppo e potrà dare alla città il contributo specifico che ci si attende. Accogliamo i monaci con il più cordiale benvenuto a Norcia e nella casa di san Benedetto e siamo grati al Signore che permette la realizzazione di un grande sogno. Ma è doveroso esprimere la nostra gratitudine anche a quanti hanno lavorato al progetto con passione e costanza, a cominciare dall’arcivescovo mons. Fontana che ha mantenuto la promessa.

AUTORE: Gino Reali