Signorelli penalizzato

Arte. Un bilancio al termine della grande mostra che ha coinvolto più città del territorio regionale
Luca Signorelli, Vergine con il Bambino, New York, Metropolitan Museum, olio su tavola, cm. 51,4 x 47,6 1505-1507

Si è chiusa il 26 agosto la mostra su “Signorelli, de ingegno e spirto pellegrino” con una nota di rammarico: non sono stati ottenuti i risultati di pubblico che ci si aspettava.

Tuttavia – dicono i promotori e curatori della mostra – “c’è stato un grande apprezzamento da parte della comunità scientifica. Un apprezzamento che è comunque motivo di soddisfazione. La mostra ha infatti ottenuto ampie e positive recensioni, testimoniate da una corposa rassegna stampa. Un evento di portata internazionale, di grande respiro scientifico e culturale, ma anche un segnale forte in un momento storico in cui esserci significa non rinunciare, in un periodo di pur grande difficoltà, a mantenere alta l’immagine di una regione che ospita e produce cultura”.

Il bilancio parla di 45 mila presenze, di cui 25 mila a Perugia, 12 mila a Orvieto, 8 mila a Città di Castello. In testa dunque l’esposizione alla Galleria nazionale, dove erano raccolte la maggior parte delle opere dell’artista, con le quali è stato possibile ripercorrere l’intera carriera artistica del cortonese. Opere complesse, come complesso era il genio dell’artista, la sua originalità, la sua forza nel rappresentare soprattutto le figure dei protagonisti. È stata comunque anche un’occasione per studiare l’artista nella sua complessità come mai fatto prima d’ora. E poi tutto era stato allestito con materiali e tecnologie innovativi ed ecosostenibili, che avranno comunque trovato gradimento tra i visitatori.

Ci si aspettava dunque qualcosa di più, non certo i numeri del Perugino (400 mila) o del Pinturicchio, forse più conosciuti e meglio leggibili per un pubblico di non esperti. Probabilmente la crisi ha fatto la sua parte tenendo a casa molti italiani, rispetto agli stranieri che hanno dimostrato maggiore interesse. Da tempo ormai i consumi culturali nel nostro Paese stanno registrando delle difficoltà. Rimarrà ancora aperto il cantiere di restauro della Pala di Paciano presso il Museo dell’Opera del duomo di Orvieto.

Alla vigilia della chiusura, il 25 agosto, la mostra è stata visitata da 20 studenti stranieri, di cui sette sacerdoti, provenienti da vari Paesi del mondo, patrocinata dal centro di accoglienza di Perugia e concessa gratuitamente dalla Soprintendenza regionale.

AUTORE: Manuela Acito