Il principio responsabilità

Il principio responsabilità è il titolo di un saggio pubblicato nel 1979 da Hans Jonas, filosofo tedesco di origine ebraica, naturalizzato statunitense dopo che la persecuzione nazista lo aveva costretto a espatriare, fino ad approdare definitivamente a New York, dove ha avuto molto successo. Lì è morto nel 1993. Allievo di Heidegger e di Bultmann, compagno di studi della Arendt, la sua voce attinge costantemente a questo suo retroterra ideale-esperienziale. La riflessione di Jonas si inserisce in un più ampio progetto, che questi altri filosofi ognuno in maniera diversa perseguono, quello di tornare a fondare l’etica nell’ontologia, il dover essere dell’uomo sul suo essere. In un mondo come il nostro, minacciato dalla tecnica e dalla distruttività delle sue scomposte applicazioni, essi dicono che la salvaguardia dell’umanità deve poter contare sulla salvaguardia dell’essere. Basta con l’etica individualistica delle “anime belle”! Tra i tanti aggettivi che si possono attribuire all’uomo, secondo Jonas, uno gli si attaglia in maniera talmente particolare da definirlo nella sostanza del suo essere uomo: responsabile. Per definizione può essere chiamato “uomo” solo chi, in ogni suo gesto, prende in considerazione le conseguenze future delle sue scelte e dei suoi atti. Scrive un suo commentatore: fondare un’etica cosmica basata sul “dovere della paura” rispetto ai possibili esiti catastrofici delle nostre azioni e sul “coraggio della responsabilità” è un passo necessario per affrontare i grandi problemi del presente e cercare una soluzione politica. Ora questo, se vale tendenzialmente per tutti, deve valere oggi – non domani: oggi, da subito, a pieno titolo – per i protagonisti della speculazione che, a sentire i Tg, prima assale la Grecia, poi assale la Spagna, poi assale l’Italia: come se fosse un pitone fuggito dalla zoo, e nessuno vede chi è il soggetto che assale. A voi che avete in mano la governance del mondo diciamo: la speculazione non esiste, è un’astrazione, esistono gli speculatori. Per favore, date loro un nome, un cognome, una carta d’identità, e rendeteli responsabili dei disastri che fanno quando le loro dita maligne premono ad libitum sui pulsanti che decidono la sofferenza o il benessere, la morte e la vita, di moltitudini di persone. Certo, di propria iniziativa gli ometti dalle dita maligne non lo faranno mai. Lo farà solo quel Governo del mondo che prima o poi dovrà pur nascere dalla volontà di tutti, sulla scia dell’ormai indilazionabile Governo dell’Europa. Nel frattempo, smettetela di parlare di “speculazione”, e dite “il signor XY, laurea in Furbizia e frode applicate, abitante a…, via…, telefono, e-mail, ecc.”. E quando è il caso, mettetelo sotto processo. Se dovete dargli l’ergastolo, non ci pensate due volte.

AUTORE: Angelo Maria Fanucci