Padre Pierli: l’entusiasmo per l’Africa

Intervista a tutto campo al missionario padre Francesco Pierli, tornato nelle sue terre di origine per il periodo estivo
Padre Pierli con i bambini di una scuola in Kenia

È rientrato in Altotevere all’inizio del mese di luglio padre Francesco Pierli, nato nel Comune di San Giustino, missionario comboniano, da più di quarant’anni in Africa. Padre Francesco è attualmente impegnato in Kenya, dove ha contribuito a fondare un’università cattolica: il “Tangaza College” di Nairobi, dove insegna. Al suo interno Pierli ha fondato nel 1994 l’istituto Ism “Social Ministry”, finalizzato alla formazione di studenti capaci di realizzare progetti di autosviluppo per il Kenya e il Continente africano. “La mia avventura in Africa è iniziata nel 1957 – ha ricordato il sacerdote – e l’occasione fu l’indipendenza del Ghana: il primo Stato subsahariano a liberarsi dal colonialismo occidentale sotto la guida di Kwame Nikrumah, che puntava molto su un’unità africana, pensando che il Continente potesse avere un ‘peso’ internazionale solamente se unito. Mi interessai ancor di più dell’Africa – aggiunge – perché al liceo un professore parlò della fine del colonialismo e approfondii l’argomento per presentare una relazione in classe su Nikrumah. Inoltre m’impressionò un libro su Daniele Comboni e l’entusiasmo di questo missionario; questo mi spinse a coinvolgermi in prima persona. In Africa sono arrivato per la prima volta in Uganda nel 1971. Un anno in cui questo Paese si trovava in una situazione difficile, sotto il governo di Amin Dada: un cristiano che osservava scrupolosamente i riti religiosi, ma senza che questa religiosità investisse gli altri aspetti della vita. È una caratteristica delle religioni pagane, per le quali tutto si basa sul compiere i riti in maniera perfetta. Da allora uno dei miei impegni è quindi stato quello di far cambiare la percezione della fede, la quale deve essere anche al servizio di una trasformazione sociale; un concetto che sta alla base della dottrina sociale della Chiesa”.

“Nel 1992 – prosegue – si creò la possibilità di fondare un’università cattolica a Nairobi. Un’occasione importante per creare l’opportunità di formare una nuova classe di professionisti africani, per i quali le conoscenze scientifiche fossero accompagnate da altre etiche e religiose: la scienza senza fede ed etica può diventare uno strumento di potere”. Il religioso, infine, ha voluto presentare alcuni chiarimenti riguardo i recenti attentati islamici contro la comunità cristiana di Garissa. “In Africa – ha affermato il missionario – esiste una tradizione di convivenza pacifica tra religioni, e voler dare l’immagine di un’Africa in conflitto religioso è falso. Dal Medio Oriente, però, e dalle frange estremiste islamiche, c’è la volontà di rompere questa tradizione di tolleranza e di collaborazione. Questi gruppi di estremisti islamici – spiega – cercano di attaccare i cristiani durante i momenti di rito o negli incontri ufficiali, sia per dare maggiore risonanza ai loro gesti, sia per colpire più persone possibili e creare paura nella popolazione keniota. I cristiani, per paura, stanno lasciando le proprie terre; un fatto che non è da sottovalutare. Questi episodi di violenza non hanno lo scopo di spingere alla conversione, ma potrebbero nascondere un’altra motivazione: per la prima volta in alcuni Stati dell’Africa i Governi stanno privatizzando le terre assegnandole a chi le lavora o vi abita. Se le terre sono lasciate dai cristiani, per essere occupate da altri gruppi di popolazione, magari di estremisti islamici, le stesse terre verrebbero allora assegnate a questi ultimi”.

Gli “appoggi” locali ai progetti

Per portare avanti i progetti avviati in Africa da padre Francesco Pierli, negli anni si è rivelato molto importante il legame con la diocesi di Città di Castello. La Caritas diocesana, per esempio, ha fornito la possibilità di creare alcune borse di studio per i bambini e i ragazzi più poveri. Considerevole, poi, è stato anche l’appoggio delle Acli sangiustinesi e tifernati, dei Rotary club di Città di Castello e di Sansepolcro, e la collaborazione con le Piccole Ancelle del Sacro Cuore. Il Comune di San Giustino ha sviluppato anche dei progetti con le scuole come “Acqua per la vita”, per la realizzazione di alcuni pozzi. E proprio per la realizzazione di 10 cisterne in plastica per la raccolta di acqua si è svolta lo scorso giovedì 12 luglio l’iniziativa “Con Francesco uniti per un sogno”. La serata, svoltasi, nel ristorante “Il musicista” ha contribuito anche alla raccolta di fondi per l’acquisto di materiale scolastico e per la promozione di piantinari in idroponica, destinati alla realizzazione di orti tra le famiglie degli alunni.

AUTORE: Francesco Orlandini