Insomma, si salverà o no la Provincia di Terni? Ferve la discussione, fervono i dibattiti: sarà soppressa? Sarà accorpata? Si troverà alla fine un escamotage per la sopravvivenza? Certo, una Regione composta da una sola provincia, che senso ha? La discussione, secondo me, va ricondotta nei giusti binari.
Io credo che la soppressione di un certo numero di Province per “risparmio di spesa” non ha molta logica: le Province sono enti di rango costituzionale e concorrono all’architettura della nazione Italia. “La Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province, dalle Città metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato”, così recita l’art. 114 della Costituzione italiana.
La decisione di modificare o anche variare in parte questa articolazione deve muoversi su di un piano diverso da quello semplicemente economico. La struttura di uno Stato può essere modificata ma nell’ambito di un disegno organico che può riguardare anche uno solo di questi aspetti, tutto intero però (per es., tutte le Province), ma sarebbe meglio e molto più logico ragionare sull’intera organizzazione; ad ogni “pezzo” sono attribuite funzioni per raggiungere determinati obiettivi; toccarne uno solo così rapidamente può determinare, secondo me, scompensi gravi che nella illusione di risolvere un problema ne potrebbero creare altri e più gravi.
Comunque io contesto che la Provincia sia un ente inutile; dire ciò è veramente superficiale e non corrispondente alla realtà, perché la Provincia ha delle funzioni che ha fin qui esercitato egregiamente. Io sono stato presidente per 4 anni (1995-1999) ed ho lavorato intensamente ed insieme con me hanno lavorato 4 assessori, 24 consiglieri ed un paio di centinaia di dipendenti. So che ci siamo occupati di (elenco disordinatamente e senza pretesa di completezza) edifici scolastici, strutture sportive, strade, ambiente, formazione professionale, caccia, pesca, urbanistica, coesione territoriale, assistenza sociale, sviluppo economico, cultura, turismo, supporto ai Comuni piccoli ed altro.
Queste funzioni debbono essere esercitate da una Provincia più grande o da altro ente: allora decidiamo prima, con calma e chiarezza, quale assetto preferiamo e poi procediamo a tagli o modifiche. Qualunque sia la soluzione, mi auguro che sia positiva, non arrechi alcun danno ai servizi ai cittadini e, se possibile, che sia migliorativa rispetto all’attuale assetto.