La facilità con la quale ci rassegniamo all’altrui emarginazione è la spia di una grande menzogna. Il fatto è che noi occidentali spesso siamo dei grandissimi fanfaroni. Noi occidentali ci vantiamo di essere passati dallo Stato Assoluto (nel quale anche il diritto di ogni uomo a realizzarsi come persona, come tutti gli altri diritti, era affidato solo alla buona volontà del re), allo Stato Democratico/liberale (che riconosce e garantisce i “diritti umani”, quelli cioè che conseguono al semplice fatto di essere uomo, e i “diritti civili”, quelli che fanno d’un uomo un cittadino). Poi ci vantiamo di essere passati dallo Stato Democratico/ liberale allo Stato Democratico/ sociale, che punta a garantire a tutti l’esercizio di quei diritti. Non basta impedire che qualcuno salti addosso all’altro, non basta la solenne riaffermazione periodica della libertà e dell’uguaglianza di tutti, ma occorre che tutti possano disporre di un reddito, di un livello di informazione, di spirito critico, di tempo libero…: di quanto occorre per esercitare concretamente quesi diritti. “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del paese” (art.3 della Costituzione della Repubblica Italiana). Come mai allora, fanfaroni fratelli miei, sia nella nostra cultura che nella nostra prassi, rimane fortissimo, strutturale, il nesso fra disabilità ed emarginazione? Come mai un handicappato, fatte rarissime eccezioni, diventa sempre un emarginato? La Grande Menzogna. Ricordate il muratore di Amarcord di Fellini? “Mio nonno fava il muratore, mio padre fava il muratore…: ma la casa mia ‘ndov’è?”.