La nostra storia inizia nel lontano 1985 quando i nostri primi due figli, Marco e Alessandro, frequentavano la scuola materna di Pistrino gestita dalle Piccole Ancelle del Sacro Cuore, congregazione fondata dal beato Carlo Liviero. Le suore oltre ad offrire ai bambini la loro preziosa cura, seminavano nei loro cuori l’amore per i bambini più svantaggiati. Marco e Alessandro gettavano monetine, come tutti gli altri bambini, in una cassettina delle offerte per i bambini del Kenya. In seguito le missionarie delle Piccole Ancelle di Sagana-Kenya ci hanno fatto pervenire le foto di Njeru, Patrik e James, tre fratellini orfani, con la richiesta di un particolare sostegno. Questo si è concretizzato nell’arco degli anni attraverso il loro inserimento prima alla scuola materna poi alla primary school ed infine alla scuola dei mestieri, la costruzione di una nuova capanna, il dono di una mucca, ecc. Nel 1990 è nato Riccardo, il nostro terzo figlio, e appena grandicello anche lui con i fratelli si è impegnato per sostenere Njeru, Patrik e James.
L’incontro diretto con l’Africa dal 1999
Dopo essere stati invitati più volte ad andare in Kenya, nel febbraio 1999 decidemmo di partire e volammo in Africa per incontrare le missionarie e i nostri tre ragazzi. Vi lasciamo immaginare la gioia degli incontri, le emozioni nello stringersi forte, i canti, i balli, le condivisioni. Oggi i nostri ragazzi sono tutti felicemente sposati con figli, e autonomi. Fin dal primo viaggio ci siamo resi conto che, oltre a sostenere la loro crescita, potevamo fare qualcosa di più, sia per i bambini che per tutte le altre persone bisognose. Fin dai primi anni abbiamo capito che il dono più grande era portare noi stessi, le nostre storie, quelle meraviglie che Dio aveva operato e opera nella nostra vita di sposi, di genitori, nel nostro lavoro e nelle nostre relazioni. Era ed è bellissimo testimoniare la nostra fede ed è a sua volta importante ricevere lo stesso da loro. Il popolo kenyano è meraviglioso, si tocca con mano la presenza di Dio vedendo i loro occhi e la loro gioia che promana dagli incontri. Negli anni la nostra attività missionaria si è sempre più spostata ad ampliare le relazioni sia a livello di Chiesa cattolica che sociale e quest’anno abbiamo vissuto anche una importante esperienza con padre Francesco Pierli e la sua comunità comboniana a Nairobi. Abbiamo visitato il Tangaza College dell’Università cattolica che il missionario ha contribuito a fondare nel 1994. È stato bello constatare l’efficienza, la bellezza della struttura e il sistema dei vari corsi universitari. Abbiamo saputo che il ministero del Lavoro del Kenya ha dato loro l’incarico di formare in 5 anni oltre 1.000 giovani imprenditori provenienti da varie zone dell’Africa. Ci siamo detti, “un motivo ci sarà?”.
Progresso veloce, complesso, problematico
Dalla nostra prima esperienza ad oggi abbiamo notato negli anni che vi è stato un forte sviluppo, una piacevole crescita sia a livello umano sia a livello spirituale e sociale che si nota ovunque, nelle città, nelle campagne, nelle baraccopoli di Nairobi. Una testimonianza diretta possiamo darla facendo riferimento alla missione di Ithanga in provincia di Embu. Situata in una campagna molto arida, fin dal nostro primo viaggio vedevamo distribuire mais e fagioli a persone colpite da una forte carestia. Oggi le missionarie sono felici nel costatare che negli ultimi anni sono stati fatti tanti progressi. Si coltiva a terrazza, sulle colline, sono stati fatti pozzi e invasi per attingere acqua. Si è arrivati anche ad avere la disponibilità di un microcredito per alimentare e per dare vita a varie attività agricole e artigianali. In tutte le zone del Kenya visitate negli anni, i sacerdoti e i missionari, in collaborazione con le varie istituzioni locali, operano per una bella e forte elevazione dell’uomo. Vi è in atto un progresso che ti lascia felicemente sorpreso, vi è su tutti un carico di speranza e di voglia di emergere. Certo, non possiamo nascondere che ci siano ancora delle difficoltà, la povertà e le incongruenze sociali, ma in così pochi anni non avremmo mai immaginato un simile sviluppo. Oggi crediamo, come abbiamo capito da tempo, che bisogna continuare a gettare ponti di fraternità, condivisione e collaborazione e che si instauri un importante scambio reciproco destinato a far nascere tante opportunità per sviluppare i talenti che Dio ci ha donato e ci donerà.