Solidarietà capillare e dal volto amico

Il Fondo di solidarietà delle Chiese umbre: i risultati di tre anni di attività
Anthony Van Dyck, San Martino divide il suo mantello, 1618

In tre anni, il Fondo di solidarietà delle Chiese umbre ha aiutato 1.292 famiglie in difficoltà per aver perso il lavoro e senza alcun ammortizzatore sociale, grazie ai quasi 2 milioni e mezzo di euro raccolti in varie fasi. Il risultato positivo, emerso nella riunione del Comitato preposto, è sottolineato dal presidente della Conferenza episcopale umbra mons. Vincenzo Paglia, vescovo di Terni-Narni-Amelia. “Sono molto lieto – ha detto – che l’iniziativa promossa dalla Conferenza episcopale umbra abbia coinvolto davvero e in maniera sorprendente e capillare l’intera società umbra, che manifesta un’Italia bella, solidale, dando speranza in un momento particolarmente difficile. Certamente – ha aggiunto – questa piccola-grande iniziativa è una straordinaria rete che aiuta a salvare per le sue modalità di erogazione, creando un rapporto diretto e non anonimo con le famiglie in difficoltà, il tessuto della società della nostra regione”. Ad oggi la disponibilità del Fondo è di 327.951,55 euro, somma che dovrebbe garantire il prosieguo della sua operatività per tutto il 2012, in base all’attuale trend di domande accolte e relative assegnazioni di contributi da parte del Consiglio di gestione del Fondo, che opera su segnalazione delle otto Commissioni diocesane di solidarietà. Obiettivo del Fondo di solidarietà – ricordiamo – non è soltanto erogazione di contributi economici, ma vuole essere anche un invito a riflettere e a cambiare gli stili di vita, oggi troppo spesso segnati dallo spreco, dal lusso e dall’accumulo, per fare spazio alla solidarietà ed emarginare l’indifferenza. Una testimonianza dell’importanza anche educativa alla solidarietà che il Fondo contribuisce a promuovere viene dal gesto di circa 40 famiglie aiutate che, una volta superate le difficoltà economiche (grazie al lavoro ritrovato), hanno tempestivamente comunicato la loro nuova situazione, così da rinunciare al sostegno del Fondo a favore di altre famiglie. Altro aspetto positivo è la modalità di erogazione del contributo, assegnato alla famiglia che lo riceve dal proprio parroco, con il quale si instaura un rapporto umano di conoscenza reciproca che va oltre il semplice gesto di solidarietà. Infine, il Fondo ha aiutato non poche giovani famiglie a ben amministrare il contributo ricevuto, individuando la priorità delle spese da affrontare

Da chi sono provenute le offerte a favore del Fondo

Dall’aggiornamento dei dati del Fondo di solidarietà (consultabile nei dettagli nella sezione “In evidenza” del sito www.chiesainumbria.it) si evince che dei circa 2 milioni e mezzo di euro raccolti, oltre la metà (1.257.379,00) sono pervenuti dalla Consulta delle Fondazioni Casse di risparmio dell’Umbria (Città di Castello, Foligno, Orvieto, Perugia, Spoleto e Terni e Narni) e da istituti di credito (Banca popolare di Spoleto e Casse di risparmio di Città di Castello, Foligno, Spoleto e Terni e Narni); e più di un terzo (769.811,00) dalle tre collette delle diocesi umbre di marzo 2009, giugno 2010 e dicembre 2011, che hanno riguardato oltre 600 parrocchie coinvolgendo gli stessi parroci, i vescovi e comunità religiose. Da segnalare che gli alunni di una scuola del Ternano hanno raccolto 15 mila euro. Altre somme significative sono pervenute nei tre anni del Fondo da aziende, enti ed associazioni (100.000 euro dalla Coop Centro Italia nel 2009, 100.000 euro dalla Regione dell’Umbria nel 2012 e 22.000 euro dalla Coop Umbria Casa nel 2011). Anche privati benefattori (104.309,66 euro), parlamentari e consiglieri regionali (50.411,02 euro) non hanno fatto mancare il proprio contributo al Fondo, le cui spese di gestione (bancarie) sono state di appena 194,32 euro, in quanto tutti i suoi addetti hanno svolto opera di volontariato. Infine, i dati sulle singole tre raccolte: la prima ha fruttato 1.325.320,65 euro; la seconda 501.188,14 euro; la terza 640.142,76 euro.

Dall’estate 2009 a tutt’oggi le Commissioni diocesane cui spetta vagliare le richieste hanno ricevuto e visionato migliaia di domande che sono state ritenute dai ricercatori dell’Aur (Agenzia umbra ricerche) e dell’Osservatorio sulle povertà (organismo promosso dalla Ceu e dalla Giunta regionale nel 1995) come “interessanti fonti inedite di studio” del complesso fenomeno delle povertà in Umbria, che vanno ad integrare i dati statistici ufficiali. “I dati del Fondo di solidarietà delle Chiese umbre contribuiscono molto a dare il polso della situazione” ha infatti sottolineato il sociologo Paolo Montesperelli, membro dell’Osservatorio sulle povertà, a inizio stesura del V Rapporto sulle povertà in Umbria, che sarà pubblicato in autunno.

 

Chi fosse interessato a sostenere il Fondo può inviare il suo contributo attraverso il c/c bancario (codice Iban: IT18 F 06315 03000 000000081040) intestato a Regione ecclesiastica umbra, con la causale “Fondo di solidarietà delle Chiese umbre”.

AUTORE: R. L. - M. R. V.