Il sacrificio di sé in nome dei valori

Memoria di Venanzio Gabriotti e premiazioni per il concorso storico

Fucilato il 9 maggio 1944 sul greto della Scatorbia dalle SS, Venanzio Gabriotti è stato ricordato, come ogni anno, attraverso alcune celebrazioni che hanno coinvolto l’intera città, il 9 maggio. Tutto è iniziato con la messa officiata da padre Paolo Timpu nel cimitero monumentale di Città di Castello e con l’apposizione di due corone sul luogo dell’uccisione e in piazza Gabriotti. La mattinata si è conclusa con le premiazioni del concorso indetto dall’Istituto di storia politica e sociale “Venanzio Gabriotti”, che quest’anno verteva sul tema “L’emigrazione dall’Alta Valle del Tevere fra la fine dell’Ottocento e gli anni Cinquanta”.

Le premiazioni sono state introdotte dal presidente dell’istituto, Sergio Polenzani, che ha voluto sottolineare l’importanza del lavoro svolto negli anni da questa istituzione; un lavoro che ha permesso di raccogliere e di archiviare più di 7.000 documenti storici. Il sindaco Luciano Bacchetta ha ricordato quanto siano fondamentali iniziative come il concorso in questione per permettere alle nuove generazioni di conoscere il proprio passato, riflettendo, attraverso la ricerca, anche su alcuni valori fondamentali per l’uomo, quali la libertà e la democrazia. “Valori per cui – ha affermato il primo cittadino tifernate – si sono sacrificate alcune figure come Gabriotti”.

La parola è poi passata a Placido Rizzotto, nipote dell’omonimo sindacalista assassinato a Corleone nel 1948. Rizzotto, protagonista di un incontro pubblico lo stesso mercoledì pomeriggio, ha partecipato anche alle celebrazioni in onore di Gabriotti. “Un personaggio quest’ultimo – ha dichiarato Rizzotto – che si è battuto per la libertà dell’Italia, un po’ come ha fatto mio zio, che prima ha combattuto a fianco dei partigiani e poi da sindacalista ha cercato di mettere a frutto l’esperienza politica maturata nel periodo bellico, prima che fosse ucciso”.

Lo storico Alvaro Tacchini, infine, ha ricordato la figura di mons. Beniamino Schivo e alcuni partigiani tifernati recentemente scomparsi, tra i quali Pasqualino Pannacci, a cui è stata intitolata una menzione speciale all’interno del concorso, vinta dalla scuola primaria di San Leo Bastia.

Tra gli altri lavori presentati al concorso, invece, come ha spiegato lo stesso Polenzani, quest’anno non è stato decretato un vincitore, sia perché tutti gli elaborati sono stati ritenuti meritevoli di un riconoscimento sia perché il fine ultimo del concorso consiste nel far riflettere i giovani su alcune importanti tematiche del nostro passato.

AUTORE: Francesco Orlandini