Adozioni: se il bimbo è “di colore” ci sono difficoltà, ma superabili

La testimonianza dell'assistente sociale che segue le coppie nella fase di pre-adozione

La notizia comparsa giorni fa su tutti i giornali secondo la quale il Tribunale dei minorenni di Ancona avrebbe sconsigliato l’adozione di bambini di colore, soprattutto da parte di coppie residenti in piccoli centri, non ha mancato di creare polemiche e reazioni, soprattutto da parte dell’AiBi, un’organizzazione che da anni si occupa di adozioni internazionali. Ma accade anche che le coppie che fanno richiesta di adozione internazionale dimostrino poi difficoltà ad accettare bambini ‘di colore’. Ne abbiamo parlato con Maria Pardi, assistente sociale della Provincia di Perugia, che da più di trent’anni si occupa di seguire le famiglie che fanno richiesta di adozione. Il problema non è da affrontare in termini di razzismo, precisa spiegando che quando i genitori manifestano delle paure “il nostro compito è parlare con loro e chiarire l’origine di queste paure”. Gli aspiranti genitori cosa chiedono la prima volta che vengono al colloquio?”La prima cosa è quella di poter dare una famiglia ad un bambino. Ci sono però delle coppie, ma sono rarissime, che vengono e ci dicono ‘noi vogliamo adottare un bambino, ma per motivi psicologici non ce la sentiamo di accettare dei bambini di colore’. Il problema dunque sicuramente sussiste.Poco tempo fa è successo che una coppia che aveva adottato un bambino di colore, dopo qualche anno ha richiesto di nuovo il nostro aiuto perché il bambino era tornato dalla scuola piangendo dopo che un compagno aveva fatto su di lui un commento sul colore nero della sua pelle”. E come aiutate la famiglia in casi del genere?”Parlando con loro e cercando di aiutarli nel convincere il bambino che è uguale a tutti gli altri, nel rafforzare la sua personalità, soprattutto in ambiente familiare, e quando è necessario con l’aiuto dello psicologo. Le difficoltà vengono fuori, soprattutto quando il bambino si inserisce nella scuola e poi nel mondo del lavoro, ma con il tempo i genitori acquistano più sicurezza e tutto si risolve”. Quanti sono i bambini di colore nel totale delle adozioni internazionali? “La percentuale è molto bassa, anche perché ultimamente sono diminuiti i bambini che provengono per esempio dal Brasile, dove circolava il sospetto dell’intromissione di organizzazioni malavitose o di bambini adottati per mezzo dell’organizzazione di madre Teresa di Calcutta. In questi ultimi anni la maggior parte dei bambini adottati viene dall’Est Europa, soprattutto dalla Russia, dove abbiamo una intermediaria onesta e che non abbandona mai la coppia che si deve recare negli istituti russi per conoscere il bambino che gli è stato affidato”. Vengono adottati più bambini stranieri o italiani? “Sicuramente i bambini stranieri, anche perché adottare un bambino italiano è molto più difficile, dato il basso numero di questi bambini dichiarati adottabili dai Tribunali dei minorenni” Che cosa ne pensa del provvedimento del Tribunale di Ancona a proposito delle maggiori difficoltà di inserimento del bambino di colore in un piccolo paese? “La diffidenza esiste, sia in città che in un piccolo paese, ma rispetto ad una grande città il paese ti dà la possibilità di avere rapporti più stretti, per cui le diffidenze vengono superate più facilmente e il bambino ha la possibilità di rapportarsi con gli altri in modo più sereno”. Che succede se una coppia decide di non adottare più il bambino che ha avuto in preadozione? “Il bambino torna in istituto. E’ successo, per fortuna non era scaduto l’anno di preadozione. Ricordo che è accaduto con un bambino bianco e il problema veniva dalla coppia: erano in crisi da tempo, ma noi purtroppo non ce ne siamo accorti in tempo e chi ne ha sofferto di più è stato il bambino, che oggi fortunatamente ha trovato una famiglia. Martedì scorso è stato pubblicato l’albo delle associazioni o degli enti a cui la coppia si dovrà rivolgere per l’adozione: diverranno così obbligatori i corsi di formazione che aiuteranno la coppia nella fase preadottiva, prima che il Tribunale dei minorenni rilasci il certificato di idoneità all’adozione”.

AUTORE: Manuela Acito