Incresciosi fatti che hanno portato negativamente alla ribalta personaggi legati alla Chiesa, tra cui due presbiteri di alto rilievo e prestigio per le loro qualità personali e per il gradimento sociale, hanno suscitato la domanda, ripetuta per tanti versi: dove va la Chiesa che è in Umbria? Oppure: cosa sta succedendo nella Chiesa in Umbria? L’Umbria mistica e popolata da santi e da santuari, ricca di spiritualità e devozioni! La domanda è pertinente, e sempre opportuna per un esame di coscienza che il popolo cristiano è chiamato continuamente a fare, battendosi il petto e progettando cammini di rinnovamento e conversione. Un’antica formula suona Ecclesia semper reformanda, dove la riforma è prima di tutto morale e spirituale, quella cioè che passa attraverso il cuore delle persone. Tutto nasce e muore nel cuore dei singoli e della gente. Se si va a guardare più attentamente, il discorso si allarga e la domanda diventa: “Cosa sta succedendo in Umbria, nelle famiglie, all’interno della vita di coppia, nei paesi e città.
Non dico dove scorrono fiumi di droga e di alcol?”… perché è risaputo, tanto che la frase è divenuta tragicamente un’ovvietà, ma dico invece dove scorrono incomprensioni, amarezze, dissapori, litigi accompagnati da disagi e sofferenze, solitudini ed egoismi. Se si fa riferimento a questo scenario, la Chiesa in Umbria brilla per impegno di solidarietà – l’ha ricordato al Tg3 del 24 aprile il vescovo mons. Vincenzo Paglia -, per desiderio di dialogo religioso e culturale, per sforzo di educazione rivolto ai giovani con mille iniziative capillarmente diffuse nel vasto e spesso desertificato territorio umbro, per accoglienza ai disagiati, per la cura ai beni artistici e ambientali, per promozione del turismo religioso dei suoi santuari. Togliete la Chiesa dall’Umbria, e ditemi cosa ci resta. È chiaro però che, costituitasi in soggetto unico, sia pure improprio – perché i soggetti unici, come Chiese, sono le singole diocesi – in quanto comunità di credenti che agiscono e interagiscono in uno stesso territorio con analoghe forme istituzionali e simili problemi da affrontare, su di essa vanno a confluire situazioni anche negative, debolezze, deficienze, peccati e persino reati. È così che in questo periodo si sono inanellati fatti dolorosi, sempre quelli, ripetuti a iosa e ri-raccontati sempre di nuovo per riempire vuoti di notizie. Fatti che, tra l’altro, non hanno un nesso tra loro e alcuni non hanno neppure una chiarezza e certezza di svolgimento, per cui sarebbe bene molta prudenza e distacco nel giudizio. Ma, detto ciò, credo che da parte di tutti e in particolar modo degli opinionisti e di coloro che fanno informazione, ci debba essere un più attento modo di valutare la vita della Chiesa, cercando di allargare e acuire lo sguardo alla molteplicità e varietà delle persone che la compongono, alla complessità delle sue strutture, opere, attività, enti, iniziative e la delicata, impercettibile vita interiore, liturgica e sacramentale, che vive sommersa, avvolta in un giusto e appropriato velo di silenzio. Rimane comunque da dire che anche nelle difficoltà, nelle sofferenze e nei gravi problemi da affrontare, la Chiesa in Umbria rimane al centro dell’attenzione perché resta al centro della vita. Nulla di ciò che accade le è estraneo e di fronte a nulla è indifferente, ma tutto pone nelle mani del suo Signore.