Il percorso pastorale diocesano dedicato all’iniziazione cristiana si conclude con l’assemblea ecclesiale di domenica 25 marzo al Museo diocesano di Terni, nella quale padre Matias Augè parlerà dell’eucarestia. Nel corso dell’evento sarà consegnato alla comunità il nuovo Direttorio sull’iniziazione cristiana dei ragazzi. Con don Giorgio Brodoloni, vicario episcopale per la pastorale, approfondiamo alcuni aspetti del nuovo documento. Come si è arrivati alla formulazione e promulgazione del direttorio? “È la stessa missione della Chiesa a impegnarci ad accogliere i nostri ragazzi nella comunità e ad accompagnarli nella crescita della fede nell’orizzonte della iniziazione cristiana. Stiamo comprendendo sempre più quanto la loro iniziazione alla vita cristiana sia decisiva per la nostra Chiesa diocesana, se vuole guardare con speranza al suo futuro, e anche a quello della società nella quale è chiamata a vivere e a testimoniare il Vangelo”. Ma questo cammino di consapevolezza e di impegno interessa solamente la fascia di età fino a 11 anni?“Il nuovo cammino intrapreso mette in discussione l’intera azione pastorale: possiamo senz’altro parlare di una vera e propria ‘conversione pastorale’ che richiede alle nostre comunità cristiane un ripensamento organico e un impegno nell’attuare la logica e il dinamismo di una fede annunciata, celebrata, vissuta, pregata.Il cammino proposto si compone non soltanto di spiegazioni, in cui si apprende qualcosa – sia pure necessario – per la mente, chiarendo le nozioni della fede, ma si compone anche di esperienza di vita cristiana che si vivono insieme e a cui ci si impegna, cambiando lo stile di vita personale e comunitaria. Anche le celebrazioni liturgiche devono sempre più essere un incontro con Gesù che opera e ci trasforma gradualmente in Lui, per servire le varie necessità delle persone e del territorio”. Quali i punti salienti? “Prima di tutto l’itinerario per diventare cristiani non è un corso, ma un percorso in cui si fa tirocinio di vita cristiana. È un itinerario che integra le diverse dimensioni della vita cristiana: fede, amore, speranza, comunione di vita, preghiera, esperienze di vita, annuncio della Parola e catechesi. In altre parole: non si tratta semplicemente di preoccuparsi del ‘cosa dire ai ragazzi’ e di come parlare loro, ma di toccare il cuore e i sentimenti, far sperimentare la bellezza e la gioia dell’essere discepoli di Gesù, insieme a tanti amici”. C’è un punto da cui partire? “Un nuovo cuore da avere e da far crescere, e non una nuova tecnica da impiantare, come insiste il Vescovo. Allora, la prima catechesi è una comunità cristiana che vive di amore e di preghiera, perché l’iniziazione cristiana vuole dire far entrare i nostri ragazzi in questa comunità ove essi crescono nell’amicizia con Gesù e con i fratelli, irrobustendo i rapporti di fraternità e di solidarietà, allargando l’orizzonte del cuore e della mente”.Consegnato il Direttorio, saranno le comunità e le singole persone a prenderlo in mano e ad attuarlo, ma può indicarci le sue parti essenziali? “In una intervista si possono riportare i punti chiave del nostro percorso diocesano: si viene generati alla fede nella comunità; la comunità è il luogo della salvezza; l’eucaristia della domenica edifica la comunità; l’iniziazione cristiana: tre sacramenti, un unico processo”. Come si prevede la realizzazione di tutto questo? “Una prima e importante annotazione: abbiamo scelto assieme e consapevolmente di non fare esperimenti in questo campo e di intraprendere tutti assieme un comune itinerario, senza scadere in una piatta uniformità. Poi abbiamo diviso il percorso in tre tappe fondamentali: i primi sei anni di vita, dai 7 agli 11 anni, dall’eucaristia all’intera esistenza”.
Un cammino di vita cristiana
All’Assemblea diocesana verrà dato il Direttorio sull’iniziazione cristiana
AUTORE:
E. L.