Giovedì 16 settembre in sala dei Notari a Perugia l’associazione Penelope ha organizzato un concerto, molto apprezzato, di musica operistica, che voleva essere di cornice per un ricordo e una presa di posizione sul triste fenomeno delle persone scomparse. Scomparse fisicamente ma non dal pensiero e dall’affetto dei parenti. In questa occasione sono stati forniti dati e informazioni sull’attività investigativa in atto. Pochi sono a conoscenza dei numeri reali legati alle persone di cui improvvisamente non si sa più nulla: circa 25.000 negli ultimi trenta anni, di cui 115 in Umbria e 57 solo a Perugia. Sono questi e altri dati che ha confermato Adelaide Di Basilio, psichiatra, responsabile del comitato umbro dell’Associazione nazionale delle famiglie e degli amici delle persone scomparse “Penelope Italia”. Penelope è un’organizzazione di volontariato nata nel 2002 su iniziativa di Gildo Claps, fratello di Elisa Claps, ed opera anche in ambito internazionale per promuovere occasioni di incontro per le famiglie che hanno vissuto l’esperienza della scomparsa di un proprio congiunto, del quale non hanno più notizie. Molti sono i passi avanti fatti grazie alle loro proposte legislative. “Noi facciamo da intermediari tra le famiglie degli scomparsi e le istituzioni. Il nostro commissario – spiega Di Basilio – si occupa di avviare le procedure. Ci opponiamo alla definizione di ‘scomparsa volontaria’ perché di fatto è molto rara, mentre fino a poco tempo fa ogni scomparsa veniva etichettata così”. Al momento della scomparsa di un congiunto le famiglie vivono un forte momento di solitudine “ma per fortuna – aggiunge – siamo riusciti col tempo ad ottenere la possibilità di denunciare subito le scomparse, senza attendere le 48 ore perché qualcuno inizi le ricerche. Il tempismo è fondamentale, soprattutto quando si parla di minori”. Un altro passo avanti è il Registro generale dei cadaveri non identificati, tenuto dall’ufficio del Commissario straordinario del Governo per le persone scomparse. “I ritrovamenti sono troppo pochi, avvengono quasi sempre in maniera casuale a distanza di anni, e sono quasi sempre cadaveri”. L’associazione si mette a disposizione dei familiari delle persone scomparse che possono contattare il servizio “Prontopenelope”, ovvero cinque persone, cinque donne, tra cui l’attuale presidente Elisa Pozza Tasca, che rispondono al cellulare (i numeri sul sito dell’associazione www.penelopeitalia.org). Molte sono le iniziative promosse dall’associazione con lo scopo di sensibilizzare la popolazione e le istituzioni a questo che dovrebbe diventare parte di un progetto comune perché, sottolinea la presidente Di Basilio, “non esistono prototipi di persone scomparse: può accadere a chiunque. Non ci sono differenze di razza, sesso o età, ma il ricordo e la speranza dovranno essere la nostra forza, cosicché come dice don Marcello: ‘Accada che, come Penelope, qualcuno all’improvviso, quando meno se lo aspetterà, quando anche l’ultima goccia di speranza lo avrà abbandonato, si troverà a godere il ritorno di Ulisse, o almeno di qualcuno che finalmente ci dica dov’è finita la sua storia e per mano di chi’”.
115 persone “scomparse” in Umbria
I dati forniti dall’associa- zione Penelope, che dà sostegno alle famiglie colpite da questo dramma
AUTORE:
Assunta Loprete