{"id":9818,"date":"2011-12-02T00:00:00","date_gmt":"2011-12-01T22:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=9818"},"modified":"2015-07-21T14:26:43","modified_gmt":"2015-07-21T12:26:43","slug":"dio-lo-si-si-trova-nel-deserto-2","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/dio-lo-si-si-trova-nel-deserto-2\/","title":{"rendered":"Dio? Lo si si trova nel deserto"},"content":{"rendered":"
Le tre letture liturgiche di questa seconda domenica di Avvento marcano tre momenti fondamentali della storia del salvezza. Isaia, nella prima lettura, profetizza la venuta gloriosa di Dio in mezzo ad un popolo senza speranza (Is<\/em> 40,1-11). Nella proclamazione del vangelo, appare la figura di Giovanni il Battista, nel quale si compie la profezia di Isaia (Mc<\/em> 1,1-3). Nella seconda lettura san Pietro discorre sui tempi e i significati della venuta del Signore (1\u00a0Pt<\/em> 3,8-14). L\u2019ambiente in cui tutto questo avviene \u00e8 il deserto.<\/p>\n Nelle narrazioni bibliche il deserto \u00e8 molto pi\u00f9 che un luogo geografico; \u00e8 la cifra che allude alla solitudine dell\u2019uomo, alla sua impotenza dinanzi alla vastit\u00e0, alla necessit\u00e0 che Qualcuno lo soccorra, altrimenti ne \u00e8 risucchiato e distrutto. Alcuni nostri contemporanei, credenti e non, tentano l\u2019esperienza del deserto, forse in cerca di qualcosa che li ponga davanti a se stessi, riveli loro l\u2019origine del tutto, i destini, Dio. Nell\u2019Antico Testamento il deserto evoca il male, la paura, il luogo dove la vita \u00e8 impossibile; ma \u00e8 anche il luogo ideale del primo incontro con Dio, della sua rivelazione, il tempo del fidanzamento (Gr<\/em> 2,2), la nostalgia.<\/p>\n \u00c8 il luogo della lunga marcia del popolo liberato dalla schiavit\u00f9 dell\u2019Egitto. L\u00ec speriment\u00f2 fame, sete, malattia, ma anche la vicinanza di Colui che li sfam\u00f2, li disset\u00f2, li guar\u00ec. Nel Nuovo Testamento \u00e8 il luogo dell\u2019incontro con Dio attraverso la prova e la purificazione: Ges\u00f9 vi si ritira per pregare, per essere tentato, per moltiplicare il pane. Giovanni Battista lo percorre, annunciando la prossima apparizione del Messia. Il deserto \u00e8 anche lo sfondo della liturgia di oggi: la predicazione di Isaia e di Giovanni Battista.La figura del profeta Isaia attraversa interamente il tempo d\u2019Avvento. Domenica scorsa lo abbiamo ascoltato in quel brano di poesia assoluta, che intrecciava invocazioni, lamenti, rimproveri a Dio. Oggi lo ascolteremo nell\u2019apertura della seconda parte del suo libro, tradizionalmente detto \u201clibro della consolazione\u201d. \u201cConsolate, consolate il mio popolo\u2026 e gridatele che la sua tribolazione \u00e8 compiuta\u201d.<\/p>\n Di che tribolazione sta parlando? Quando il profeta d\u00e0 inizio a questa predicazione, \u00e8 trascorso oltre mezzo secolo da che Gerusalemme \u00e8 stata distrutta dalle truppe babilonesi e gran parte della popolazione deportata. Nei giorni tristi dell\u2019esilio, il pensiero dominante del popolo era che gli d\u00e8i di Babilonia fossero pi\u00f9 potenti del Dio di Israele; infatti lo hanno vinto. Pertanto non c\u2019\u00e8 speranza di tornare in patria. Il popolo \u00e8 ormai un lucignolo fumigante (Is<\/em> 42,3) che aspetta solo di spegnersi del tutto. A questo punto di massimo scoraggiamento, giunge inaspettato un grido: \u201cLa sua colpa \u00e8 scontata, perch\u00e9 ha ricevuto dal Signore il doppio per tutti i suoi peccati\u201d (40,2).<\/p>\n La liberazione \u00e8 divenuta possibile. Ma \u00e8 necessaria la collaborazione del popolo: \u201cNel deserto preparate la via al Signore\u201d. Fra Gerusalemme e Babilonia c\u2019\u00e8 il deserto arabo-siriano; terreno fortemente accidentato, allora assolutamente senza strade. L\u00ec bisognava preparare la via. Ma questo era solo il simbolo di ci\u00f2 che realmente il profeta chiedeva: cio\u00e8 la decisione di uscire, credendo che Dio ora lo rendeva possibile, perch\u00e9 Egli \u00e8 Colui che fa passare per dove non ci sono strade. L\u00ec avrebbero incontrato la sua Gloria, che si sarebbe manifestata a tutti. Questa \u00e8 una certezza assoluta, \u201cperch\u00e9 la bocca del Signore ha parlato\u201d (40,5).<\/p>\n Il profeta insiste ancora: la notizia sia annunciata a Gerusalemme, con voce potente, da \u201cun alto monte\u201d (40,9); \u201cEcco il vostro Dio!\u201d – e lo indica, mentre si avvicina, come un potente che porta con s\u00e9 in premio la libert\u00e0. Ma ha anche la dolcezza del pastore che fa pascolare il gregge, che \u201cporta gli agnellini sul petto e conduce dolcemente le pecore madri\u201d (40,11). \u201cInizio del Vangelo di Ges\u00f9 Cristo Figlio di Dio\u201d (M<\/em>c 1,1). L\u2019espressione \u00e8 ben pi\u00f9 ricca di quanto appare a prima vista; non intende, cio\u00e8, dire: qui incomincia il libro. Sarebbe fin troppo ovvio. Forse la possiamo parafrasare cos\u00ec: ecco come inizia l\u2019annuncio della buona novella: \u201cGes\u00f9 \u00e8 il Cristo, il Figlio di Dio\u201d. Questo \u00e8 il cuore dell\u2019annuncio cristiano, oggi come al tempo di Marco.<\/p>\n Il tutto si apre storicamente con la comparsa di Giovanni il battezzatore, figlio di Zaccaria, nel deserto, che ne annuncia prossima la venuta. Si compiono cos\u00ec le profezie di Isaia (40,3) e di Malachia, che aveva lasciato scritta una parola consegnatagli da Dio: \u201cEcco, dinanzi a te io mando il mio Messaggero: egli preparer\u00e0 la tua via\u201d (Mal 3,23). Giovanni \u00e8 descritto come un antico profeta, nell\u2019abbigliamento e nella dieta. Vive percorrendo la valle inferiore del Giordano, dove tanta gente lo raggiunge, per entrare in un cammino di conversione, attraverso il battesimo. Egli intanto annuncia che sta per arrivare Uno pi\u00f9 forte di lui, che battezzer\u00e0 in Spirito santo (M<\/em>c 1,8).<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Le tre letture liturgiche di questa seconda domenica di Avvento marcano tre momenti fondamentali della storia del salvezza. 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