{"id":9793,"date":"2011-11-25T00:00:00","date_gmt":"2011-11-25T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=9793"},"modified":"2017-02-13T02:54:59","modified_gmt":"2017-02-13T00:54:59","slug":"una-chiesa-cattolica-per-i-fratelli-ortodossi","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/una-chiesa-cattolica-per-i-fratelli-ortodossi\/","title":{"rendered":"Una chiesa cattolica per i fratelli ortodossi"},"content":{"rendered":"

Quando \u00e8 stato eletto papa il cardinale Ratzinger, con il nome di Benedetto XVI, in uno dei primi discorsi afferm\u00f2 che avrebbe continuato l\u2019opera dei predecessori e del Concilio in ambito ecumenico, considerato un cammino irreversibile e prioritario, ma con una sottolineatura: avrebbe fatto gesti concreti e non semplicemente dialoghi o dichiarazioni.<\/p>\n

Da allora questi gesti concreti si sono moltiplcati nella periferia della chiesa cattolica e anche da noi in Umbria, nelle varie diocesi, sono stati compiuti gesti di accoglienza e offerte di collaborazione con comunit\u00e0 di varie confessioni cristiane. Un campo privilegiato di questa azione concreta \u00e8 stato quello delle relazioni con i cristiani della Chiesa ortodossa dei vari Patriarcati, in considerazione del fatto che, tra l\u2019altro, gli immigrati che vengono in Italia per lavoro sono per la maggior parte di confessione cristiana ortodossa. Edifici sacri prima adibiti al culto cattolico romano sono stati affidati a comunit\u00e0 ortodosse per loro celbrazioni liturgiche.<\/p>\n

L\u2019ultima ad essere consegnata ad una parrocchia ortodossa romena \u00e8 la chiesa di San Fiorenzo a Perugia. L\u2019interesse di questa assegnazione e la sua importanza risiede nel fatto che si tratta di una Chiesa importante del centro storico di questa citt\u00e0 che per la prima volta nella sua secolare storia vede il suo tessuto civico culturale definirsi come pluralistico. Sono stati presenti anche prima culti di comunit\u00e0 cristiane non cattoliche, ma in periferia e in maniera quasi sommessa. Ora accanto alle campane della chiesa del Ges\u00f9, della Cattedrale, di san Domenico e di san Pietro, risuoneranno anche le campane di san Fiorenzo per le celebrazioni ortodosse bizantine della parrocchia intitolata al martire san Sava di Buzau. I suoni formeranno un concerto molto suggestivo e di buon auspicio per la concordia e l\u2019armonia delle diverse comunit\u00e0 unite nella stessa fede cristiana, anche se non ancora in piena e perfetta comunione.<\/p>\n

\u201cSan Fiorenzo \u00e8 anche un nostro santo perch\u00e9 morto nel 250 dopo Cristo quando ancora la Chiesa era unita\u201d dice Ionut Radu, il parroco, che racconta come i fedeli romeni abbiano preso a cuore questo martire del quale, peraltro, nella chiesa che \u00e8 stata loro affidata riposano le spoglie mortali. Un fatto importante perch\u00e9, spiega, \u201cda noi \u00e8 piuttosto raro trovare in una chiesa il corpo intero di un martire\u201d.<\/p>\n

Per l\u2019inaugurazione ufficiale della parrocchia ortodossa di San Sava verr\u00e0 il vescovo della Diocesi ortodossa romena d\u2019Italia mons. Siluan Span, e sar\u00e0 una festa per tutta la numerosa comunit\u00e0 romena (circa 28mila persone) che vive nella provincia di Perugia.<\/p>\n

Alla liturgia domenicale partecipano in media circa 200 persone ma nelle solennit\u00e0 come la Pasqua si raccolgono alcune migliaia di fedeli e neppure San Fiorenzo potr\u00e0 accoglierli. La parrocchia ha consentito, per\u00f2 di attivare attivit\u00e0 pastorali per i ragazzi e per gli adulti (hanno formato un coro) anche se, con loro non \u00e8 facile perch\u00e9 la maggior parte lavorano.<\/p>\n

Padre Ionut \u00e8 particolarmente orgoglioso del lavoro fatto per la mostra, interamente realizzata da loro scegliendo tra oltre 500 immagini di fotografi romeni. Gli stessi pannelli sono realizzati con legno di abete, che nella tradizione romena \u00e8 l\u2019albero della vita, fatto venire dalla Romania. La mostra sar\u00e0 portata in giro per l\u2019italia per far conoscere la bellezza e la ricchezza delle tradizioni e dell\u2019ambiente di questo Paese ora non pi\u00f9 cos\u00ec lontano.<\/p>\n

Luned\u00ec, al Centro ecumenico, non solo si parler\u00e0 dei canti natalizi tradizionali, \u201ci pi\u00f9 antichi che si conoscono e che sono ancora sono eseguiti dal popolo\u201d fa notare padre Radu, ma si potranno ascoltare dalle voci del coro romeno.<\/p>\n

Appuntamenti<\/p>\n

SABATO 26, ore 16, Museo del duomo di Perugia (Museo capitolare), inaugurazione mostra fotografica di Corneliu-Tudor Manolache \u201cRomania, immagini dall\u2019anima al sogno\u201d alla presenza dell\u2019Ambasciatore di Romania presso la SAnta Sede Bogdan Tataru-Cazaban, l\u2019arcivescovo mons. Gualtiero Bassetti e il vescovo della diocesi ortodossa Romena d\u2019Italia mons. Siluan Span.<\/p>\n

DOMENICA 27, ore 9.30, chiesa San Fiorenzo, apertura del nuovo luogo di culto della comunit\u00e0 ortodossa romena di Perugia con liturgia presieduta da mons. Siluan Span, vescovo della diocesi Ortodossa Romena d\u2019Italia.<\/p>\n

LUNED\u00cc 28, ore 18, Centro ecumenico San Martino, \u201cStudio e approfondimenti sulle tradizioni natalize romene\u201d: \u201cCanti natalizi (colinde) in Romania. Rilevazioni etnomusicologiche nel delta del Danubio (Sf. Gheorghe) e nel distretto di Cluj (Hasdate)\u201d. Relatori Giancarlo Palombini e Georgeta Stoica (Universit\u00e0 degli studi di Perugia, dipartimento Uomo e territorio, sezione Antropologica). \u201cCanti natalizi (colinde) nella spiritualit\u00e0 romena\u201d. Relatore p. Hrisostom Radasanu, responsabile per l\u2019Istruzione e la cultura della Metropolia di Moldavia e Bucovina.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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