{"id":9742,"date":"2011-11-04T00:00:00","date_gmt":"2011-11-04T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=9742"},"modified":"2011-11-04T00:00:00","modified_gmt":"2011-11-04T00:00:00","slug":"assisi-2011-verita-e-pace","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/assisi-2011-verita-e-pace\/","title":{"rendered":"Assisi 2011: verit\u00e0 e pace"},"content":{"rendered":"

La profezia \u00e8 confermataPi\u00f9 di un motivo ci fa rallegrare per quanto si \u00e8 realizzato il 27 ottobre scorso ad Assisi, in occasione del venticinquesimo del grande evento voluto da Giovanni Paolo II. Innanzitutto, la profezia di quell\u2019evento \u00e8 stata confermata e rilanciata. Non era scontato. Molte voci avevano insistito sulla \u201cdifferenza\u201d, in questa materia, tra la sensibilit\u00e0 di Papa Wojtyla e quella di Papa Benedetto XVI. Si ricordava che questi non aveva personalmente preso parte all\u2019evento del 1986 e si immaginava che ci\u00f2 implicasse una presa di distanza. In realt\u00e0, gi\u00e0 nella lettera che il Papa mi scrisse nel ventesimo,\u00a0una tale lettura era ampiamente fugata. Il Papa sottolineava infatti la legittimit\u00e0 di quanto operato dal Beato predecessore. Naturalmente si preoccupava di evidenziare alcuni rischi, ma ci\u00f2 era stato anche una preoccupazione di Giovanni Paolo II: non si doveva cedere in alcun modo a una presentazione delle religioni all\u2019insegna del relativismo e del sincretismo. Chiarito questo, Papa Benedetto non esitava a mettersi in onda con lo \u201cspirito di Assisi\u201d. Dialogo con non credenti aperti al misteroNel venticinquesimo lo ha fatto in grande stile. Non pi\u00f9 solo un documento, ma un pellegrinaggio. Non ha ripetuto tutti i particolari della formula precedente, ma, sotto qualche aspetto, l\u2019ha arricchita. Organizzando la preghiera come un pellegrinaggio silenzioso, e non come una contestuale e pubblica espressione orante delle varie religioni, ogni equivoco \u00e8 stato superato sul punto pi\u00f9 delicato. In compenso, la linea pi\u00f9 asciutta della recente celebrazione commemorativa, rispetto all\u2019evento di venticinque anni or sono, si \u00e8 rivelata non meno sostanziosa e non meno interessante. Tanto pi\u00f9 che l\u2019approfondimento \u00e8 stato aperto anche all\u2019ambito dei non credenti aperti al Mistero e al dialogo sul tema generale dell\u2019autentico umanesimo. L\u2019impostazione \u00e8 coerente con quanto costituisce un tema dominante del Pontificato di Papa Benedetto. Il Pontefice ha voluto porre con forza, in relazione alla pace, la questione della verit\u00e0. Tutto il suo discorso a Santa Maria degli Angeli \u00e8 stato una vibrante perorazione dell\u2019importanza della verit\u00e0 proprio a fondamento e garanzia della costruzione della pace. Non si \u00e8 sottratto al realismo storico quando ha riconosciuto che, purtroppo, molte volte la verit\u00e0 religiosa \u00e8 stata assunta come motivo di guerre sante ed \u00e8 stata fonte di violenza. Ha denunciato ci\u00f2 come una patologia dell\u2019esperienza religiosa. Il riconoscimento delle colpe cristiane in questa materia gli ha fatto dire che ne siamo \u201cpieni di vergogna\u201d. Torna cos\u00ec l\u2019accento penitenziale che ha contraddistinto molti atti del precedente pontificato e dello stesso attuale Pontefice. Ma \u00e8 stato ribadito che, a costruire la pace, non si pu\u00f2 pensare che possa risultare pi\u00f9 utile ed efficace lo scetticismo o il relativismo. Questo avrebbe la conseguenza di aprire uno spazio non governabile a qualunque tipo di opinione, anche a quelle ispirate a violenza. La pace sarebbe tutt\u2019altro che garantita! Su questo tema il discorso di Benedetto XVI ha fatto dunque chiarezza. \u00c8 un contributo che bisogner\u00e0 sviluppare nei suoi fondamenti e nelle sue conseguenze. Riconfermate le linee del ConcilioMa a rallegrarci per l\u2019evento appena celebrato c\u2019\u00e8 un altro motivo: l\u2019ascendenza conciliare dell\u2019evento del 1986 ha trovato una riconferma importante. Nelle polemiche che ancora turbano l\u2019orizzonte ecclesiale tra cattolici tradizionalisti e cattolici \u201cconciliari\u201d spesso affiora l\u2019opinione che l\u2019attuale Pontefice non abbia per il Concilio lo stesso atteggiamento di stima che fu del beato Giovanni Paolo II. Nulla di pi\u00f9 falso. Il Papa ha tante volte espresso la sua accoglienza del Vaticano II, solo preoccupandosi di sottolineare che il Concilio non \u00e8 un \u201cinizio\u201d, ma un momento di progresso nel solco della ininterrotta tradizione. Nell\u2019applicazione di questa \u201cermeneutica della continuit\u00e0\u201d lo si aspettava forse proprio al varco di questo venticinquesimo che, per la posta in gioco, poteva essere una cartina al tornasole. Ebbene, siamo stati accontentati: anche per Benedetto XVI quanto il Concilio ha detto a proposito del rapporto tra cristianesimo e religioni non cristiane \u00e8 ormai patrimonio consolidato della Chiesa. Lo \u201cspirito di Assisi\u201d non pu\u00f2 essere dunque \u201cdemonizzato\u201d. Va solo ben compreso e ben applicato, sottraendolo a versioni improprie a danno della fede cristiana in Ges\u00f9 unico Salvatore del mondo. Un ultimo motivo di gioia \u00e8 il fatto che, ancora una volta, la causa della pace sia stata fatta oggetto di una iniziativa importante, altamente simbolica, fatta a misura per disinnescare le tendenze fondamentaliste e promuovere una vera sinergia delle religioni nell\u2019impegno di promozione della pace. I simboli hanno parlato chiaramente. La partecipazione di tante delegazioni di confessioni cristiane e di religioni diverse non ha riprodotto solo la \u201cscenografia\u201d del 1986, ma il clima di un impegno morale di pace a cui tutti gli uomini veramente religiosi, insieme con tutti gli uomini di buona volont\u00e0, sono chiamati. Anche senza dirlo si \u00e8 respirata aria francescanaBilancio nettamente positivo, dunque. Una prospettiva che \u00e8 consegnata ora all\u2019impegno ulteriore. Cosa che interessa in particolare la Chiesa di Assisi e tutte le diocesi dell\u2019Umbria. Non v\u2019\u00e8 dubbio, infatti, che il motivo della scelta della citt\u00e0 serafica, ancora una volta, non sia stato casuale. Per quanto questo aspetto nel discorso del Santo Padre non sia stato espressamente menzionato, tutta la celebrazione ha \u201crespirato\u201d, per cos\u00ec dire, l\u2019aria francescana. Il Poverello continua ad esercitare il suo fascino, soprattutto quando si affronta il tema della pace. Egli mostra come la pace si possa costruire proprio sulla base di una vita improntata al Vangelo, dunque sulla base della verit\u00e0 cristiana, accolta e testimoniata con la mitezza insegnata da Ges\u00f9. Abbiamo dunque una \u201cconsegna\u201d. Dobbiamo lasciar fruttificare questa \u201ceredit\u00e0\u201d. La presenza dei giovani delle chiese umbreIn verit\u00e0, la presenza delle Chiese umbre, e della stessa Chiesa assisana, nella celebrazione dell\u2019evento, \u00e8 stata consentita dalla Santa Sede solo in termini molto discreti. I Vescovi umbri c\u2019erano tutti. Hanno fatto tanto anche i giovani umbri. Ma, a livello ufficiale, siamo stati richiesti di grande sobriet\u00e0 e io stesso ho potuto dare un benvenuto solo per iscritto. Il perch\u00e9 va colto alla luce di una sensibilit\u00e0 di rispetto che ha suggerito di non accentuare gli interventi di parte cattolica, in un evento tutto centrato sul dialogo tra le confessioni cristiane e le varie religioni del mondo. Occorre tuttavia ricordare che, nella preparazione dell\u2019evento, fin dalla sua fase ideativa, il sottoscritto \u00e8 stato ampiamente coinvolto. L\u2019impegno della Chiesa assisana, in operosa sinergia tra diocesi e Francescani delle due basiliche papali, e d\u2019intesa con gli organismi romani preposti, non \u00e8 stato marginale. L\u2019importanza della causa poteva richiedere, in fase celebrativa, un certo sacrificio di \u201cvisibilit\u00e0\u201d, che abbiamo fatto volentieri, in spirito francescano, nel desiderio di dare il nostro contributo al futuro di pace al quale tutti aneliamo. <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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