Nella celebrazione del 40\u00b0 di fondazione dell\u2019Istituto teologico di Assisi, il 7 ottobre, mons. Vittorio Peri, sulla scia di una lucida memoria, ha ricostruito la storia dell\u2019Istituto di cui ha vissuto tutte le vicende e anche le fasi difficili. Con modestia, ha premesso al suo racconto che avrebbe dovuto fare riferimenti personali, ma l\u2019uditorio ha ben compreso che egli era ed \u00e8, con pochi altri, la fonte delle informazioni. La parte iniziale in cui ha narrato la nascita dell\u2019Istituto \u00e8 stata sicuramente la pi\u00f9 interessante e suggestiva. Lasciamo a lui la parola.\u201cIl racconto pu\u00f2 iniziare dall\u2019anno scolastico 1967-68 durante il quale, nell\u2019Istituto di teologia annesso al Pontificio seminario regionale umbro, si verificarono dei \u2018moti sessantottini\u2019 in seguito ai quali tre cattedre di teologia si resero vacanti. Tra queste, la cattedra di Diritto canonico. Nell\u2019estate 1968 ricevetti a sorpresa un invito: il rettore del Seminario regionale, mons. Carlo Urru, mi chiedeva di insegnare questa materia in sostituzione di un professore \u2018contestato\u2019 dagli studenti. Nei due anni successivi, come insegnante e segretario dell\u2019Istituto, ebbi modo di verificare una situazione che mi apparve come una vera anomalia: la presenza di due istituti teologici che, a poche centinaia di metri l\u2019uno dall\u2019altro, svolgevano i medesimi insegnamenti con le identiche finalit\u00e0. I due enti erano: l\u2019istituto di teologia del Seminario regionale, affiliato alla universit\u00e0 Lateranense e frequentato dai futuri preti delle allora 13 diocesi umbre e dagli studenti dei Frati minori, e il collegio teologico-missionario Franciscanum, affiliato alla facolt\u00e0 teologica \u2018San Bonaventura\u2019 in Roma e frequentato dagli studenti dei Conventuali e Cappuccini. Nell\u2019ipotizzare qualche forma di collaborazione tra le due scuole, e perfino l\u2019unificazione, trovai un generale scetticismo. Ritenendo tuttavia che \u00e8 sempre meglio indovinare da soli che sbagliare in compagnia, non mi detti per vinto e, sostenuto anche dal parere del prof. Battaglia…\u201d Peri continua con passione questo racconto, che a 40 anni di distanza fa comprendere quanta acqua sia passata sotto i ponti. Nota ancora: \u201cLo stile della comunione non era affatto nuovo in questa nostra regione, ove erano gi\u00e0 nati il Pontificio seminario regionale (1912) e il settimanale regionale La Voce (1953): due espressioni di quella ecclesiologia di comunione che avrebbe ricevuto dal Concilio la pi\u00f9 autorevole consacrazione. Cos\u00ec nel 1971 ebbero inizio ripetuti incontri tra i membri di una Commissione paritetica che affront\u00f2 con successo i tanti problemi che ci stavano davanti\u201d. Da allora sono accadute molte cose, narrate ed analizzate con finezza e lucidit\u00e0 dal relatore, che qui non possiamo riportare e saranno presenti negli Atti che saranno prossimamente pubblicati. L\u2019Istituto si \u00e8 sviluppato caratterizzandosi per gli Studi francescani e per la Teologia fondamentale, con specifico indirizzo per il dialogo ecumenico e interreligioso, ed ha avuto un numero crescente di studenti religiosi e laici. Nel mondo attuale, senza un bagaglio culturale adeguato i cristiani risultano \u201cinsignificanti\u201d, afferma Peri. L\u2019Ita di Assisi vuole quindi essere uno strumento per dialogare con il mondo e la cultura contemporanea. Convegno per il 40\u00b0 dell\u2019Ita: la conferenza di Simona SegoloniTeologia esigefede… e luogoLa giovane teologa Simona Segoloni Ruta ha avuto l\u2019onore e l\u2019onere di aprire i lavori del convegno celebrativo del 40\u00b0 di fondazione dell\u2019Istituto teologico di Assisi. La sua \u00e8 stata una relazione a tutto campo sul tema \u201cFare teologia in un luogo\u201d, che pu\u00f2 suonare come il tema scolastico dei loci theologici ed ha invece il sapore moderno della teologia contestuale. Il tema da lei svolto ha preso come due piste fondamentali: il rapporto \u201cteologia e Chiesa\u201d e l\u2019altro \u201cteologia e luogo\u201d. L\u2019avvio della trattazione \u00e8 da subito apparso molto stimolante, in quanto ha problematizzato la questione se si possa fare teologia senza aver fede. La disputa \u00e8 tuttora aperta, e Segoloni l\u2019affronta con sottile polemica nei confronti di Giuseppe Alberigo (1926 – 2007), il quale al congresso dell\u2019Associazione teologi italiani (Ati) del 1989 sostenne che, per essere scienza, la teologia deve limitarsi a verificare le fonti storiche della Rivelazione in modo neutro, supponendo che possa essere fatto anche senza avere fede. \u00c8 evidente che in questa breve informazione non possiamo dare conto della complessa questione, ma solo limitarci a osservare che la teologia, secondo Segoloni e non solo, pu\u00f2 essere una vera e propria scienza anche in presenza della fede nel teologo. La fede, anzi, \u00e8 una condizione essenziale non solo per aderire interiormente alla Rivelazione, ma anche per averne una vera e profonda conoscenza. Il discorso tuttavia non \u00e8 rimasto astratto, ma calato nella storia e nella descrizione delle caratteristiche della Chiesa che vive nel tempo e nello spazio: La teologia pertanto, riflettendo sulla propria adesione al messaggio evangelico, che \u00e8 Parola incarnata, non pu\u00f2 fare a meno di contestualizzarsi nella realt\u00e0 in cui prende vita e diviene alimento della comunit\u00e0 dei credenti. Il luogo di cui si parla \u00e8 la Chiesa: un pensare nella Chiesa e ad essa destinato, e per il nostro tempo, \u00e8 il Concilio, in seguito al quale i teologi si sono trovati a doversi radicalmente rinnovare. Nel documento Optatam totius, citato da Segoloni, si dice: \u201cI teologi imparino a cercare la soluzione dei problemi umani alla luce della Rivelazione, ad applicare questa verit\u00e0 eterna alle mutevoli condizioni di questo mondo e a comunicarle in modo appropriato agli uomini contemporanei\u201d. La parte conclusiva del discorso di Segoloni \u00e8 dedicata alla teologia italiana: l\u2019Italia come luogo non geografico ma culturale e storico. In un altro momento, per completare il discorso, si potrebbe trattare il tema: \u201cFare teologia ad Assisi\u201d. \t\t<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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