{"id":9672,"date":"2011-10-07T00:00:00","date_gmt":"2011-10-06T22:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=9672"},"modified":"2015-08-03T16:47:48","modified_gmt":"2015-08-03T14:47:48","slug":"in-umbria-40-anni-di-ricerca-teologica","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/in-umbria-40-anni-di-ricerca-teologica\/","title":{"rendered":"In Umbria 40 anni di ricerca teologica"},"content":{"rendered":"

Mi \u00e8 dato di iniziare il mio mandato di preside nel momento in cui l\u2019Istituto teologico di Assisi compie quarant\u2019anni. Compleanni come questo non possono passare inosservati e meritano di essere celebrati calorosamente. L\u2019occasione \u2013 che per altro \u00e8 stata significativamente valorizzata mediante l\u2019organizzazione di un convegno di studi sul tema \u201cLo studio della teologia in Italia\u201d (7 ottobre) \u2013 \u00e8 preziosa sia per tracciare un bilancio sia, allo stesso tempo, per delineare nuove progettualit\u00e0. Il passato e il futuro della storia di un\u2019istituzione come quella dell\u2019Istituto teologico si incontrano fecondamente nel momento della celebrazione. Non si tratta solo di sfogliare le vecchie foto sbiadite e di accantonare nell\u2019album dei ricordi qualche tiepida lacrima di nostalgia in nome dei vecchi tempi, magari anche con sentimenti d\u2019orgoglio per quanto si \u00e8 riusciti a realizzare nel tempo. D\u2019altra parte non sarebbe utile a nessuno fantasticare a ruota libera seguendo la traiettoria di sogni sfumati, o anche parzialmente realizzati, abbandonando quel sano senso di compostezza che la \u201cmaturit\u00e0\u201d dei quaranta anni dovrebbe ormai permetterci di apprezzare. Si tratta invece di fare memoria viva, riscoprendo le intuizioni del passato e mettendole efficacemente a frutto per programmare il domani nella prospettiva di una fedelt\u00e0 autentica e creativa. In questo senso, le radici che affondano nel terreno della storia sono il patrimonio genetico fondamentale da rispettare nel delineare ogni nuova progettualit\u00e0 e sostenerla. Due sono le grandi direttrici sulle quali si \u00e8 andata configurando la vita dell\u2019Istituto teologico. La prima risale agli anni Settanta, quando, con gesto lungimirante e davvero profetico, due diverse scuole di formazione seminaristica, quella del Seminario regionale \u201cPio XI\u201d, dove studiavano i futuri preti dell\u2019Umbria, e quella del Franciscanum, che accoglieva i chierici dell\u2019Ordine dei frati minori Conventuali, decisero provvidenzialmente di riunirsi. Con molti anni d\u2019anticipo rispetto ai tempi, nella nostra regione si compiva una trasformazione sostanziale. Anzich\u00e9 mantenere separati percorsi paralleli di studio e formazione, vuoi per un\u2019esigenza organizzativa, vuoi per un bisogno innato di identit\u00e0, si volle dare il segno concreto di una unit\u00e0 ecclesiale che sostiene le specifiche differenze e rispetta i diversi carismi, senza tuttavia dover rendere necessario l\u2019innalzamento di recinti e steccati. Questo evento, forse sofferto, sicuramente laborioso, si \u00e8 rivelato nel tempo un gesto di grande sapienza con il quale i Vescovi e i Padri provinciali delle famiglie francescane seppero creare, in perfetta sinergia, un Istituto comune al servizio di tutti, anticipando fra i banchi di scuola quei dinamismi di fraternit\u00e0, solidariet\u00e0, complicit\u00e0, assistenza, reciprocit\u00e0 che avrebbero poi caratterizzato concretamente la vita degli ex alunni nel tessuto della pratica pastorale del ministero a servizio della Chiesa locale. La seconda radice si fissa invece, a qualche anno di distanza, sul terreno fecondo della Giornata mondiale di preghiera per la pace promossa da Giovanni Paolo II e realizzata proprio venticinque anni or sono nell\u2019ottobre 1986. Fu un evento mirabile, del quale i media dipinsero un\u2019immagine variopinta e molto suggestiva. Al di l\u00e0 dell\u2019immaginario, il Sommo Pontefice seminava nel terreno della teologia nuovi germi per una riflessione sempre pi\u00f9 attenta al tema delle religioni, del dialogo e dell\u2019annuncio. Assisi non poteva che fare tesoro di questa intuizione profetica, e l\u2019Istituto non poteva non farsene interprete secondo la propria specificit\u00e0 di centro accademico di studi. Fu cos\u00ec inaugurata nel 1993 una specializzazione, vale a dire un percorso di perfezionamento negli studi teologici che segue il curriculum quinquennale ordinario. Il tema prescelto fu proprio quello dell\u2019annuncio e del dialogo. L\u2019Istituto teologico di Assisi diventava cos\u00ec un segno vivente, un\u2019espressione singolare di quel genius loci che ha animato una teologia attenta alle religioni, al post-moderno e alle sempre pi\u00f9 fluttuanti esigenze della nuova evangelizzazione. Il cammino di novit\u00e0, sorretto dalla voce forte dello Spirito e sospinto con ardore dal suo vento gagliardo grazie alla preziosa eredit\u00e0 della Giornata mondiale di preghiera per la pace, ha condotto verso continui aggiustamenti che hanno permesso col tempo di delineare un percorso di studi sul tema religioni-dialogo-annuncio-evangelizzazione sempre pi\u00f9 aggiornato e denso. Non poteva per\u00f2 mancare a questa spinta propulsiva una corrispettiva dilatazione sul versante francescano, altrimenti il cammino si sarebbe rivelato incompiuto. Fu cos\u00ec che, dopo alcuni anni dall\u2019inaugurazione del percorso di studi in Teologia fondamentale, nel 2001 fu varata ad Assisi una seconda specializzazione che portava a compimento la profezia di \u201cAssisi 1986\u201d, nel cuore della quale si deline\u00f2 nettamente il felice connubio fra preghiera, dialogo e francescanesimo. Il Poverello di Assisi e la sua patria spirituale non furono per il Papa solo una scelta di immagine. Non si pu\u00f2 neppure pensare che in fondo a questa opzione si celino solo motivi diplomatici o opportunistici. Il Santo di Assisi rappresentava a pieno titolo il percorso umano della conversione a Dio, nella quale e solo nella quale sono possibili quei gesti di umilt\u00e0, accoglienza e silenzio che rendono possibile un dialogo sincero. Nell\u2019Istituto teologico, dunque, a partire da quel momento si \u00e8 andata sviluppando una seconda specializzazione di studio in Teologia e studi francescani, intesa ad approfondire la storia e la teologia francescane con particolare riferimento al luogo e alla ricchezza sterminata di fonti che la citt\u00e0 assisana offre e continua generosamente a custodire. Le due radici di unit\u00e0 e dialogo, francescanesimo e storia, fondano il terreno per un futuro dell\u2019Ita da costruire con generosit\u00e0 e coraggio. In questo si coglie il senso della profezia, poich\u00e9 senza di esse si rischia di far decadere la forza pulsante della realt\u00e0 assisana. La lontana scelta di dar vita a un unicum ecclesiale nel territorio ha continuato a sorreggere i continui tentativi di apertura e caratterizzazione della vita accademica compiuti e in via di compimento. Oggi nell\u2019Istituto non solo seminaristi e chierici condividono le stesse aule, ma vi \u00e8 posto per tantissimi laici motivati e preparati. La vita della Chiesa in quanto popolo di Dio si palesa plasticamente e fa risuonare coralmente la sua voce dando luogo a una vivacit\u00e0 di esperienze difficile da trovare altrove. Scelte mirate e lungimiranti nella gestione hanno reso possibile il servizio di molti laici anche nell\u2019insegnamento, mentre i Vescovi e i Provinciali non hanno mai smesso di sostenere fattivamente la vita dell\u2019ente formando persone sempre pi\u00f9 esperte e qualificate nei vari ambiti disciplinari. I piani degli studi sono stati elaborati coraggiosamente e aggiornati, con la supervisione delle autorit\u00e0 della facolt\u00e0 di Teologia della Pontificia universit\u00e0 lateranense alla quale l\u2019Istituto \u00e8 giuridicamente aggregato, in modo da istituire un iter di studi che valorizzasse adeguatamente le ricchezze della filosofia, le scienze bibliche, gli studi umanistici e quelli dogmatici e morali e rispondesse allo stesso tempo alle esigenze della vita della Chiesa in Umbria. D\u2019altra parte, i temi dell\u2019annuncio e del dialogo, delle religioni e della pace, non potevano non fecondare un percorso di studi che si rivela oggi di estrema attualit\u00e0, grazie allo sviluppo della storia e della teologia delle religioni e a un buon ancoramento nell\u2019analisi del post-moderno. Dal punto di vista francescano, l\u2019intensificarsi degli studi storico-testuali non ha condotto semplicemente nella direzione di un tecnicismo accademico di difficile penetrazione, ma in maniera sempre pi\u00f9 chiara ha favorito quella necessaria contestualizzazione del sapere nel luogo, per una spiritualit\u00e0 che prende le mosse dal vissuto e fa di Assisi non solo la sede, ma l\u2019anima della teologia prodotta in loco. Molti passi restano da compiere, ma le linee guida dell\u2019unit\u00e0 ecclesiale – che supera le strettoie di pur legittime espressioni particolari -, del dialogo interreligioso nello \u201cspirito di Assisi\u201d e del francescanesimo attento alla riscoperta dei suoi testi fondativi e della sua storia nella citt\u00e0, sono irrinunciabili punti d\u2019identit\u00e0 che potranno rendere possibili anche a breve termine scelte significative di vita accademica sempre pi\u00f9 promettenti per un fecondo servizio alla Chiesa umbra, con carit\u00e0 e competenza. Che cos\u2019\u00e8 l\u2019Ita? Mi sia consentito di rispondere a questa domanda impegnandomi in prima persona, e dicendo pragmaticamente che si tratta di un centro di studi di profilo accademico. Ma allo stesso tempo mi sia anche permesso di sottolineare caldamente che questa realt\u00e0 sussiste come una \u201cprofezia in atto\u201d, dove l\u2019unit\u00e0 crea lo sfondo per una crescita sapienziale di laici e chierici, per un approfondimento sistematico della storia e della teologia delle religioni, per uno studio serio della spiritualit\u00e0 francescana, di modo che \u2013 quasi come un cuore pulsante \u2013 questo centro accademico continui a contribuire nel modo che gli \u00e8 proprio al progresso della vita ecclesiale in tutto il territorio della nostra regione. <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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