{"id":9616,"date":"2011-09-16T00:00:00","date_gmt":"2011-09-15T22:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=9616"},"modified":"2015-07-30T14:22:14","modified_gmt":"2015-07-30T12:22:14","slug":"rifugiati-ambientali-una-massa-inesistente","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/rifugiati-ambientali-una-massa-inesistente\/","title":{"rendered":"Rifugiati ambientali, una massa \u201cinesistente\u201d"},"content":{"rendered":"
\u00c8 l\u2019accoglienza il tema al centro della 6a Giornata per la salvaguardia del creato, \u201cIn una terra ospitale, educhiamo all\u2019accoglienza\u201d, che in Umbria avr\u00e0 il momento clou nell\u2019iniziativa di riflessione e preghiera organizzata a Gubbio per il 17 settembre (vedi accanto e sotto). E al tema dell\u2019accoglienza si abbina quest\u2019anno un\u2019espressione ancora poco nota e poco diffusa: quella di \u201crifugiati \/ profughi ambientali\u201d. \u201cIn questa delicata stagione del mondo – si legge nel Messaggio della Cei per la 6a Giornata del creato – il tema dell\u2019ospitalit\u00e0 richiama con drammatica urgenza le dinamiche delle migrazioni internazionali, nel loro legame con la questione ambientale\u201d. Quando infatti \u00e8 la terra stessa a diventare inospitale – prosegue il documento – \u201cgenera i cosiddetti \u2018rifugiati ambientali\u2019\u201d, un fenomeno che \u201csi caratterizza sempre pi\u00f9 spesso per la portata globale\u201d. Ben difficilmente per\u00f2 le migrazioni di massa sono dovute a sole cause ambientali; fattori concomitanti sono la guerra e un basso livello di sviluppo economico, che non consente di fare fronte all\u2019emergenza \u201ccon mezzi propri\u201d. Per l\u2019Italia, tutto questo ha conseguenze concrete nelle ondate di profughi che si incamminano verso le basi degli \u201cscafisti\u201d nel tentativo di raggiungere le nostre coste, o pi\u00f9 semplicemente si appellano al nostro intervento umanitario. Le notizie diffuse dai mass media, tuttavia, tendono a separare le informazioni climatiche da quelle politico-sociali. Inoltre, non esiste ufficialmente lo status di \u201crifugiato ambientale\u201d: le persone vengono accolte per motivazioni di altro genere, politico o umanitario. Il fenomeno \u00e8 stato studiato con attenzione da Legambiente in un suo rapporto pubblicato di recente, dal titolo Profughi ambientali: cambiamento climatico e migrazioni forzate. Le informazioni che seguono sono tratte da quel testo. Per fotografare fin dall\u2019inizio la portata del problema, il rapporto ricorda che, in base alle previsioni dell\u2019Onu, \u201centro il 2050 si raggiungeranno i 200 \/ 250 milioni di persone coinvolte\u201d, riaffermando cos\u00ec \u201cuna media di 6 milioni di donne e uomini costretti ogni anno a lasciare i propri territori\u201d. Se fino a qualche anno fa \u201cerano le guerre la principale causa delle emigrazioni di massa, oggi il riscaldamento globale rappresenta un fattore predominante\u201d. In particolare, la desertificazione rappresenta \u201cattualmente una delle pi\u00f9 gravi emergenze ambientali, e minaccia circa un quarto delle terre del pianeta, e con esse l\u2019esistenza di circa un miliardo di persone\u201d. Si tratta di una dramma che ha \u201ccause naturali e cause umane\u201d, che provocano il degrado del suolo. Eppure, \u201cqueste persone non esistono da un punto di vista giuridico, non essendo stati riconosciuti come \u2018rifugiati\u2019 dalla Convenzione di Ginevra del 1951, n\u00e9 dal suo Protocollo supplementare del 1967\u201d. A livello africano, dal 2008 \u00e8 comunque in vigore il Patto sulla sicurezza, la stabilit\u00e0 e lo sviluppo nella regione dei Grandi Laghi. Nell\u2019Ue, solo Svezia e Finlandia come singoli Stati hanno politiche specifiche per i \u201cmigranti ambientali\u201d. In conclusione, il documento di Legambiente sottolinea tre necessit\u00e0: 1) \u201cLa comunit\u00e0 internazionale deve riconoscere ufficialmente\u201d lo status di rifugato ambientale; 2) \u201c\u00c8 importante continuare nelle ricerche per comprendere le cause e le conseguenze della migrazione\u201d, con una maggiore collaborazione tra esperti dei diversi settori; 3) \u201cCreare politiche di adattamento inclusive, trasparenti e responsabili\u201d, con un \u201cruolo cruciale dei Governi centrali\u201d ma coinvolgendo in modo significativo le popolazioni interessate. LA GIORNATA LA Giornata regionale per la salvaguardia del creato si terr\u00e0 a Gubbio il 17 settembre. Alle ore 10, al park hotel Ai Cappuccini si terr\u00e0 il convegno con i saluti delle autorit\u00e0 e dei vescovi mons. Ceccobelli, di Gubbio e mons. Paglia, vescovo di Terni-Narni-Amelia, presidente della Ceu. Seguiranno Maria Grazia Ciarapica, Universit\u00e0 di Perugia, su \u201cL\u2019evoluzione geologica e animale sulla Terra: da un\u2019orrida regione ad un ambiente ospitale\u201d; Paolo Beccegato, responsabile area internazionale di Caritas italiana, su \u201cL\u2019impegno della Chiesa italiana verso i profughi ambientali\u201d; Fernanda Clementi, del Centro per documentazione sulla scomparsa dei dinosauri, su \u201cIl laboratorio Gola del Bottaccione: archivio della terra\u201d. Coordina mons. Elio Bromuri, direttore della Commissione regionale per l\u2019ecumenismo e il dialogo. Alle ore 12 trasferimento in autobus alla Gola del Bottaccione per una visita al sito e conclusione con la preghiera ecumenica, presieduta dall\u2019arcivescovo di Perugia mons. Bassetti con il rev. Ionut Radu, parroco della chiesa ortodossa romena di Perugia, e il pastore Archimede Bertolino, della comunit\u00e0 evangelica di Terni. IL PRECEDENTE. La Carta di Gubbioanto prodotto negli anni dal Seminario internazionale Terra Mater rappresenta un patrimonio prezioso; ha segnato un\u2019epoca e merita costanti e puntuali rivisitazioni per coglierne e valorizzarne le felici intuizioni. La cronistoria: Terra Mater \u00e8 iniziata in occasione dell\u2019ottavo centenario della nascita di san Francesco (1982), per iniziativa congiunta di enti ed associazioni, con la spinta trainante dell\u2019eugubino prof. Franco Raffi, gi\u00e0 segretario generale di Italia Nostra. Tutto avvenne dal 23 al 26 settembre 1982, quasi in un \u201cconclave\u201d svoltosi presso l\u2019hotel Cappuccini, con rappresentanti delle istituzioni, della cultura, degli Ordini francescani, di organismi nazionali ed internazionali, che pubblicarono un documento pregnante di contenuti e di valori che fece in breve il giro del mondo, trovando dignit\u00e0 di tesi universitarie: la Carta di Gubbio 1982. Presentata in municipio alla presenza del card. Silvio Oddi, postulatore della causa per la proclamazione di san Francesco patrono degli ecologi, e di padre John Waughn, ofm, presidente della Conferenza dei ministri generali degli Odini francescani, la Carta viene subito accolta con grande interesse per la novit\u00e0 ed il coraggio di alcune intuizioni e raccomandazioni. Giovanni Paolo II la cita durante l\u2019incontro domenicale con i fedeli in piazza San Pietro del 3 ottobre 1982 invitando a seguire l\u2019esempio di san Francesco, testimonianza di amore a Dio ed a tutte le sue creature. La Carta infatti, forse il risultato pi\u00f9 clamoroso di quel centeneraio, \u00e8 una sintesi di temi ancora attuali che riguardano l\u2019ambiente, i rapporti tra gli uomini, la fame nel mondo, la solidariet\u00e0, una politica di sviluppo equo e solidale. Sollecita ad esempio i \u201cGoverni di ogni paese a perseguire la pace, il disarmo, la reciproca solidariet\u00e0 nei rapporti internazionali, la risoluzione degli squilibri tra Nord e Sud del pianeta… La qualit\u00e0 della vita \u2013 questo l\u2019ultimo capoverso \u2013 della societ\u00e0 e dell\u2019ambiente sono pertanto affidate alla responsabilit\u00e0, tradotta in azioni immediate e concrete, di ogni uomo, di ogni donna e di ogni comunit\u00e0, per una prospettiva non di catastrofe, ma di speranza per il domani\u201d. Terra Mater ha prodotto negli anni altri documenti, tra cui Gubbio 1987 verso il terzo millennio, ancora con il contributo di esponenti dell\u2019ambientalismo, dell\u2019economia, della politica, della scienza e delle principali confessioni religiose: buddhismo, cristianesimo, induismo, islam. Nel decennale della proclamazione di san Francesco patrono degli ecologi (29 nov.1989) i documenti prodotti, insieme al volume Pace con la Natura che ne illustra il significato, vengono consegnati da una delegazione guidata dal sindaco Barboni e dal prof. Raffi a Giovanni Paolo II, che la saluta con parole di grande apprezzamento. IL LUOGO. La Gola del BottaccioneNegli anni Novanta fu descritta come la \u201ccarta di identit\u00e0\u201d del responsabile dell\u2019estinzione dei dinosauri, avvenuta 65 milioni di anni fa. \u00c8 la Gola del Bottaccione a Gubbio, una sorta di fenditura che taglia i contrafforti eugubini dell\u2019Appennino umbro-marchigiano, in direzione di Scheggia. Nell\u2019ultimo trentennio \u00e8 stata oggetto di numerose e importanti ricerche geologiche che hanno permesso la lettura della storia dell\u2019evoluzione della Terra. Per questo la Gola \u00e8 considerata un sito scientifico di rilevanza mondiale. Le rocce calcaree di sedimentazione marina, affiorate in seguito ai movimenti di formazione dei rilievi dell\u2019Appennino, rivelano, attraverso una suddivisione a strati, oltre 100 milioni di anni di storia terrestre che vanno da 145 milioni di anni fa (Giurassico superiore) a 13 milioni (Miocene). Dagli anni Ottanta, il geologo americano Luis Alvarez, suo figlio Walter (nella foto, nella Gola del Bottaccione) e altri scienziati che avevano studiato la composizione di uno strato di argilla della Gola pubblicarono un articolo nel quale dichiaravano di avervi trovato una concentrazione molto elevata di iridio. A seguito di ci\u00f2 fu subito avanzata l\u2019ipotesi dell\u2019origine \u201cextraterrestre\u201d del metallo, cio\u00e8 l\u2019impatto di un asteroide con la Terra; all\u2019interno dei meteoriti infatti c\u2019\u00e8 una concentrazione di iridio superiore a quella presente nella crosta terrestre. Nonostante siano state avanzate altre ipotesi – un\u2019eruzione vulcanica o l\u2019esplosione di una supernova che avrebbe sprigionato radiazioni letali – l\u2019impatto con un asteroide rimane quella pi\u00f9 attendibile. Le polveri emesse dalla collisione avrebbero oscurato il sole per anni, provocando l\u2019abbassamento della temperatura, la riduzione drastica della fotosintesi e la crisi della catena alimentare. Ad avvalorare questa ipotesi concorre l\u2019analisi delle varie forme di microrganismi fossili presenti nelle rocce. In esse si \u00e8 riscontrato un completo e improvviso cambiamento di flora e di fauna, databile all\u2019incirca a 65 milioni di anni fa – tra la fine dell\u2019Era mesozoica e l\u2019inizio di quella cenozoica – che ha portato alla scomparsa di alcuni tipi organismi (tra cui i dinosauri) e la comparsa di altri.IL PERSONAGGIO. Dino ClementiFra le sue grandi passioni c\u2019era anche il Bottaccione, accanto alla musica, alla cultura, al giornalismo e all\u2019arte. Dino Clementi, scomparso all\u2019et\u00e0 di 70 anni nell\u2019ottobre del 2002, \u00e8 stato il promotore del Comitato per la valorizzazione della Gola che si apre ad ovest del centro storico di Gubbio. Insieme alla moglie Fernanda Faramelli ha scritto il libro Chi uccise i dinosauri? Nelle rocce di Gubbio le chiavi del mistero, pubblicato nel 1993 da Edimond. Il testo racconta, in particolare, di come i costoni rocciosi siano diventati un sito scientifico di rilevanza mondiale, grazie agli studi del premio Nobel Luis Alvarez e di suo figlio Walter, che Clementi conobbe e intervist\u00f2 personalmente. L\u2019impegno di Dino ha portato, qualche anno dopo la sua morte, alla creazione del laboratorio multimediale \u201cGola del Bottaccione – Archivio della Terra\u201d, nei locali dell\u2019ex convento di San Benedetto. Un centro finalizzato alla promozione e alla valorizzazione del sito. Contiene istallazioni multimediali, grazie alle quali si ripercorre il tempo al contrario fino alla fatidica et\u00e0 di 65 milioni di anni fa, il periodo della scomparsa dei dinosauri. <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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