{"id":9586,"date":"2011-08-12T00:00:00","date_gmt":"2011-08-11T22:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=9586"},"modified":"2015-07-21T14:27:49","modified_gmt":"2015-07-21T12:27:49","slug":"sentinelle-per-i-nostri-fratelli","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/sentinelle-per-i-nostri-fratelli\/","title":{"rendered":"Sentinelle per i nostri fratelli"},"content":{"rendered":"

La liturgia di questa domenica si apre con un termine insolito nel contesto liturgico: \u201csentinella\u201d. \u00c8 come uno squillo di tromba che mette in moto la nostra curiosit\u00e0. La sentinella e il profeta. A prima vista sembrano due grandezze distanti. Eppure Dio dice al profeta Ezechiele: \u201cTi ho posto come sentinella per la casa d\u2019Israele\u201d (Ez<\/em> 33,1). A somiglianza della sentinella il profeta ha il compito di avvertire. Chi? Il malvagio, che \u00e8 sovrastato da un pericolo mortale, a causa della sua malvagit\u00e0. Di fronte alla prima lettura, come del resto accade ogni domenica, c\u2019\u00e8 la lettura evangelica, compimento della profezia di Ezechiele.<\/p>\n

Vengono in mente le parole di sant\u2019Agostino: \u201cIl Nuovo Testamento \u00e8 nascosto nell\u2019Antico e l\u2019Antico Testamento si manifesta pienamente nel Nuovo\u201d. Abbiamo ascoltato le parole di Ges\u00f9: \u201cSe tuo fratello commette una colpa contro di te, va\u2019 e ammoniscilo\u201d (Mt<\/em> 18,15). Il fratello di cui si parla \u00e8 evidentemente un membro della comunit\u00e0 cristiana, verso cui ognuno di noi ha lo stesso obbligo che ebbe il profeta Ezechiele. L\u2019insegnamento di Ges\u00f9 \u00e8 rivolto a una comunit\u00e0 di fratelli. Se pensiamo di poterlo estendere all\u2019intera societ\u00e0 civile, esso appare del tutto impraticabile. Immaginate quale sarebbe la reazione di un signore che incontrate per strada, noto evasore fiscale, se lo ammonite di fare il suo dovere di cittadino? Nel migliore dei casi vi direbbe: \u201cLei come si permette? Io ho la mia coscienza. Lei pensi alla sua\u201d, e simili.<\/p>\n

La nostra \u00e8 una societ\u00e0 profondamente individualista, dove ognuno si regola secondo i propri punti di vista, in modo integralmente autoreferenziale, senza accettare lezioni morali da nessuno. Vedi anche le frequenti esternazioni di alcuni nostri politici. Un tempo la comunit\u00e0 cristiana coincideva in qualche modo con quella civile, con tutti i limiti e le contraddizioni che sappiamo. Allora era concepibile che uno si occupasse della salvezza dell\u2019altro. Quei tempi non esistono pi\u00f9. La realt\u00e0 storica della comunit\u00e0 cristiana per\u00f2 rimane intatta; da l\u00ec potrebbe avere inizio una nuova forma di civilt\u00e0, in cui l\u2019altro non \u00e8 pi\u00f9 un estraneo, ma un fratello di cui ti devi prendere pensiero.<\/p>\n

Ognuno di noi \u00e8 chiamato a custodire suo fratello. Solo cos\u00ec si capisce l\u2019insegnamento di Ges\u00f9, che non si pone su un piano moralistico, ma esistenziale: se tuo fratello \u00e8 evidentemente in errore, rischia la sua vita e tu non puoi ignorarlo, perch\u00e9 essa ti \u00e8 data in custodia. Purtroppo la mentalit\u00e0 individualista del mondo ha contagiato dall\u2019interno anche la comunit\u00e0 cristiana. Si tratta di fare un salto di qualit\u00e0: passare da una concezione individualistica della vita a una visione comunitaria. Ricordiamo la Parola della Genesi: \u201cDov\u2019\u00e8 Abele tuo fratello? – Sono forse io il custode di mio fratello?\u201d (Gn<\/em> 4,9) Quella risposta tentava di coprire un assassinio.<\/p>\n

C\u2019\u00e8 un\u2019altra domanda che ci sonnecchia dentro: chi mi autorizza a giudicare mio fratello? Ricordo anche quell\u2019altra parola di Ges\u00f9: \u201cPerch\u00e9 cerchi la pagliuzza nell\u2019occhio di tuo fratello, tu che hai una trave nel tuo\u201d (Mt<\/em> 7,3). E anche: \u201cChi di voi \u00e8 senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei\u201d (Gv<\/em> 8,7). La lettura di Ezechiele suggerisce la direzione della risposta: \u201cSe senti una parola della mia bocca, avvertili da parte mia\u201d (33,7). Non ci paia strana la possibilit\u00e0 di udire una Parola del Signore. Dio parla in molti modi. Se ascoltiamo la nostra coscienza, possiamo udirla. Essa ci chiede di domandarci anzitutto se ci\u00f2 che vorremmo dire al fratello viene da Dio o dalle nostre insofferenze verso di lui. Lo facciamo per aiutare lui\/lei, o per innalzare noi stessi ai suoi occhi? Se siamo sinceri con noi stessi, Dio lo far\u00e0 capire. Conviene riflettere anche sulle altre parole che Dio dice al profeta \u201cSe io dico al malvagio: \u2018Malvagio, tu morirai\u2019, e tu non parli, perch\u00e9 il malvagio desista dalla sua condotta, il malvagio morir\u00e0 per la sua iniquit\u00e0, ma della sua morte domander\u00f2 conto a te\u201d (Ez<\/em> 33,1).<\/p>\n

Non ci possiamo sottrarre al confronto con questa Parola severa. Essa ci riguarda, perch\u00e9 Dio, come si \u00e8 detto, ci ha fatto custodi della vita del fratello. Tuttavia per dichiarare al fratello il suo errore, \u00e8 necessario molto amore per lui, molta umilt\u00e0 e anche la consapevolezza che si pu\u00f2 diventare oggetto di antipatia e talvolta di odio da parte sua. Quando ci mettono dinanzi il nostro errore, non tendiamo certo a gratificare chi lo fa. Per questo, in genere, ce ne asteniamo. Per paura. Cos\u00ec la paura continua a essere la protagonista delle nostre opache relazioni interpersonali. Giovanni Battista, che abbiamo ripetutamente incontrato nelle liturgie domenicali, non ebbe paura di dichiarare la verit\u00e0 neanche di fronte al suo re, che pure rispettava. La verit\u00e0 gli fu pi\u00f9 cara della propria vita.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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