{"id":9547,"date":"2011-07-29T00:00:00","date_gmt":"2011-07-28T22:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=9547"},"modified":"2015-08-05T16:00:28","modified_gmt":"2015-08-05T14:00:28","slug":"i-cattolici-volevano-gli-stati-uniti-ditalia","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/i-cattolici-volevano-gli-stati-uniti-ditalia\/","title":{"rendered":"I cattolici volevano gli Stati uniti d\u2019Italia"},"content":{"rendered":"
Le celebrazioni per il 150\u00b0 dell\u2019Unit\u00e0 hanno prodotto un rilancio, mai cos\u00ec vasto e diffuso, dei nostri simboli, della bandiera tricolore, dell\u2019Inno di Mameli, delle melodie risorgimentali. Si \u00e8 dunque largamente compresa e condivisa la convinzione, anche da parte dei Vescovi italiani, che la memoria degli eventi che condussero alla nascita dello Stato nazionale unitario e la riflessione sul lungo percorso successivamente compiuto possono risultare preziose nella difficile fase che l\u2019Italia sta attraversando, in un\u2019epoca di profondo e incessante cambiamento della realt\u00e0 mondiale. \u00c8 stato un successo inatteso poich\u00e9 da tempo, ormai, il Risorgimento non toccava pi\u00f9 il cuore degli italiani, anzi negli ultimi anni sono ricomparse le memorie antirisorgimentali veicolate dall\u2019antiunitarismo della Lega, dalla ripresa in una parte dell\u2019opinione pubblica meridionale delle antiche recriminazioni sul \u201csaccheggio del Sud\u201d, e infine dalle pulsioni antirisorgimentali di una parte del mondo cattolico, che continua a considerare il Risorgimento come un grande complotto \u201claico-massonico\u201d. Ricostruzioni legittime del Risorgimento, ma il cui fine sembra essere in prevalenza quello della polemica politica da spendere nell\u2019attualit\u00e0. Soprattutto il tema del rapporto tra cattolici e Risorgimento merita qualche ulteriore considerazione perch\u00e9 – accanto a libri e interventi che hanno messo in evidenza il rapporto tra movimento unitario e processo di scristianizzazione dell\u2019Italia (M. Viglione, 1861: Le due Italie e A. Pellicciari , L\u2019altro Risorgimento, entrambi editi da Ares, 2011), oppure al revisionismo positivo del cardinal Giacomo Biffi che in un pamphlet (L\u2019Unit\u00e0 d\u2019Italia. Centocinquant\u2019anni 1861-2001, Cantagalli Editore 2011), pur non mettendo in dubbio i risultati dell\u2019Unit\u00e0, segnala i tanti punti da considerare per celebrare senza retorica e false certezze un evento cos\u00ec importante – hanno visto la luce riflessioni e saggi che hanno profondamente riconsiderato questo rapporto e messo in evidenza che l\u2019Italia rest\u00f2 un Paese cattolico (A. Riccardi, Avvenire 03\/11\/2010) e che i cattolici, per usare una metafora calcistica, entrarono nel secondo tempo: non fecero l\u2019Italia, ma gli italiani (P. Viana, Avvenire 12\/03\/2011). Il punto centrale da cui partire \u00e8 quello di operare una distinzione tra il processo che ha portato all\u2019Unit\u00e0 d\u2019Italia, a cui diamo nome di Risorgimento, e il periodo successivo, ovvero i primi passi dello Stato nazionale italiano. Se \u00e8 vero che accanto a Mazzini, a Garibaldi e a Cavour ci sono stati Antonio Rosmini e Vincenzo Gioberti, che pensarono al nuovo assetto politico e sociale della penisola in termini \u201citaliani\u201d, e che videro nel confluire di culture e tradizioni locali diverse, amalgamate dallo stesso cemento della fede cattolica, le condizioni per la nascita di uno Stato confederale, sul tipo della Svizzera o degli Stati Uniti d\u2019America, \u00e8 pure vero che la \u201cquestione cattolica\u201d nasce con la Breccia di Porta Pia, nel 1870, quando, con un atto di forza, finisce il Risorgimento e si completa la formazione dello Stato italiano, riconosciuto in quanto tale a livello internazionale. Ma anche qui: Manzoni, non curandosi della scomunica, vot\u00f2 a favore di Roma capitale, e come lui altri cattolici si dichiararono favorevoli al nuovo Regno, rendendo cos\u00ec difficile l\u2019individuazione di un esplicito disegno di esclusione dei cattolici dal processo risorgimentale. Certamente ci sono state fasi in cui una classe politica fortemente condizionata dalla massoneria ha attuato misure repressive; ci\u00f2 nonostante, soprattutto a livello locale, personaggi radicalmente anticlericali intrattenevano buone relazioni con i vescovi e il clero, mentre i cattolici liberali o i cattolici transigenti avevano valutazioni molto difformi rispetto alle indicazioni vaticane. Sturzo, per esempio, rimase sempre obbediente, ma era contrario al Non expedit. La storia, insomma, va letta come un processo in cui contrapposizioni e conflitti alla fine tendono a smussarsi e a ricomporsi e i ruoli, qualche volta, persino a rovesciarsi. L\u2019avvento del nuovo Regno costrinse la Chiesa a rimodellare profondamente la sua struttura. Ci sono atti e cambiamenti radicali: le leggi sull\u2019asse ecclesiastico e la soppressione degli Ordini religiosi chiudono storici monasteri, demoliscono un mondo antico di vita religiosa, mentre si secolarizzano le opere pie, l\u2019assistenza, l\u2019istruzione. Sembra la fine di un mondo e tuttavia, ha scritto Andrea Riccardi, \u201cnonostante le comprensibili deprecazioni di fronte alla volont\u00e0 di ridurre il ruolo della Chiesa, questa fine del mondo diventa la fine di un mondo, non la fine del cattolicesimo nel Regno d\u2019Italia\u201d. Resta in piedi, infatti, riconosciuta dallo Stato, la struttura pastorale della cura d\u2019anime, rappresentata dalle parrocchie e dalle diocesi, con la funzione primaria di fornire assistenza religiosa ai nuovi cittadini italiani; una responsabilit\u00e0 non messa in discussione dal governo italiano, che continua a considerare il cattolicesimo religione di Stato. Ma esso resta tale soprattutto tra la gente, e almeno fino all\u2019avvento dell\u2019anticlericalismo socialista che, al contrario di quello borghese e liberale, penetra profondamente nelle masse italiane, l\u2019Italia resta un Paese cattolico. La storiografia pi\u00f9 accreditata ha dimostrato che i cattolici nei decenni successivi divennero \u201ccanali di integrazione dentro lo Stato\u201d, che essi in fondo non erano contro l\u2019unit\u00e0 ma contro lo Stato liberale, e che lo stesso Pio IX non era contro l\u2019Italia ma contro il concetto di rivoluzione. Del resto, se guardiamo la storia nel lungo periodo dobbiamo pensare che il Ppi di Sturzo e, anni dopo, la Dc di De Gasperi, non nascono per caso, ma sono il frutto dell\u2019evoluzione di questo processo. Dall\u2019altra parte si deve prendere atto che la creazione dello Stato italiano ha fatto nascere, seppur lentamente, non solo una Chiesa italiana ma ha anche consentito alla Chiesa di Roma di accentuare il suo universalismo. (Nella foto l\u2019inaugurazione del Parlamento a palazzo Madama a Torino il 2 aprile 1860, a cui parteciparono anche Manzoni e Cavour) <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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