{"id":9462,"date":"2011-06-24T00:00:00","date_gmt":"2011-06-23T22:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=9462"},"modified":"2015-07-31T09:51:37","modified_gmt":"2015-07-31T07:51:37","slug":"un-viaggio-tra-le-croci-dellarmenia","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/un-viaggio-tra-le-croci-dellarmenia\/","title":{"rendered":"Un viaggio tra le croci dell\u2019Armenia"},"content":{"rendered":"

L\u2019Armenia – o meglio, quel che resta della Grande Armenia dei secoli passati – ha ottenuto autonomia e libert\u00e0 di governo, riconosciuta dall\u2019Onu e da altri Stati, nel settembre 1991. Uno Stato \u201cgiovane\u201d quindi, anche se dalle pi\u00f9 remote et\u00e0 preistoriche \u00e8 stata un crocevia obbligato per tutti tra Europa ed Asia, come indica la ancora esistente ed identificabile \u201cVia della seta\u201d, percorsa anche dal nostro fra\u2019 Giovanni da Pian del Carpine nel suo viaggio alla corte del Gran Kan dei Tartari. Questa regione fu la prima a dichiararsi cristiana, gi\u00e0 nel 301, con il re Tiridate III e il monaco-vescovo Gregorio l\u2019Illuminatore. Ed anzi i khachkar, e cio\u00e8 le croci di pietra scolpita e quasi cesellata, sono diventati l\u2019emblema insieme religioso e civile del popolo e della nazione armena; se ne trovano ancora in gran quantit\u00e0, nonostante le distruzioni sistematiche sia delle croci che delle tipiche chiese cruciformi in pietra e dei tanti monasteri, avvenute sotto i diversi domini politici (persiani, islamici, comunisti). \u00c8 una fedelt\u00e0 pagata sempre a caro prezzo, sino al tragico Genocidio armeno, che ha visto il massacro indiscriminato degli intellettuali e del popolo negli anni della Prima guerra mondiale (1916-17), con lo sterminio di tre quarti della popolazione (oltre un milione e mezzo di persone), mentre i Giovani turchi erano al potere. S\u2019ebbe allora un grido di raccapriccio da parte di alcune nazioni europee (Russia, Francia, Gran Bretagna), che in una dichiarazione collettiva del maggio 1915 parlarono di \u201ccrimine contro l\u2019umanit\u00e0 e la civilt\u00e0 \u201d, come documenta anche la recente ricerca di Marco Impagliazzo, Una finestra sul massacro. Documenti inediti sulla strage degli armeni, Guerini 2000. Fu quello il mets yerern, il \u201cgrande male\u201d del popolo armeno, una sorta di tragico prologo della Shoah, lo sterminio nazista di milioni di ebrei e altri indesiderati. E con commozione profonda si fa visita ad Erevan al Mausoleo del genocidio, come a Gerusalemme al Yad Vashem. Questo fitto reticolo di storia, insieme religioso e civile, si ripercorre nella visita a queste terre e a questo popolo ora libero, che ha nelle sue tradizioni il segno di tanta sofferenza e di tanta dignit\u00e0: un popolo giovane, desideroso di sapere e di vivere, aiutato dalla solidariet\u00e0 di tanti armeni sparsi in tutto il mondo, che amano appassionatamente la madre patria finalmente libera, e non dimenticano. C\u2019\u00e8 ricchezza di storia e di umanit\u00e0, ma anche bellezza di paesaggi, sempre presenti nei canti. Come non menzionare il monte biblico dell\u2019Ararat, ed altri paesaggi carichi di verde e di nevi, con i ponticelli sui corsi d\u2019acqua a segnare l\u2019antica Via della seta? Si tratta di un Paese che alterna la monumentalit\u00e0 dell\u2019ambiente cittadino a Yerevan, la capitale, con palazzoni costruiti dai russi, alla modestia dei suoi villaggi; un Paese che fa del buon pane con metodi antichi e singolari, attaccando pasta lievitata alle pareti d\u2019un orcio surriscaldato, e fa del buon vino anche in altura con essenze profumate; un Paese che desidera conoscere e d\u2019essere conosciuto. Non sarebbe male che anche le autorit\u00e0 civili, oltre a sostenere politicamente la giovane democrazia armena e a riconoscere lo sterminio perpetrato in passato, promuovessero incontri con visite pi\u00f9 o meno ufficiali, scambio di aiuti, iniziative culturali e ricreative. L\u2019incontro tra persone \u00e8 sempre un segno di amicizia e di incoraggiamento, e come tale \u00e8 stata anche la recente visita d\u2019una comitiva di perugini (guidata da mons. Chiaretti ndr). Perugia in particolar modo dovrebbe curare queste relazioni, per antica presenza di armeni in citt\u00e0 con il monastero e la chiesa di San Matteo degli Armeni, di rilevante interesse storico; su questa presenza sono stati fatti anche mostre e convegni di studio, l\u2019ultimo dei quali il 24 ottobre 1998. In questo contesto \u00e8 molto ricordata in Armenia la visita che Papa Giovanni Paolo II, ospite del Catholikos, fece nel 2001 per celebrare i 1.700 anni della conversione al cristianesimo, come \u00e8 anche ricordato il suo dono d\u2019un ospedale nel villaggio di Ashotsk, denominato \u201cRedemptoris Mater\u201d, dopo il terribile terremoto del dicembre 1988. <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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