{"id":9447,"date":"2011-06-17T00:00:00","date_gmt":"2011-06-17T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=9447"},"modified":"2011-06-17T00:00:00","modified_gmt":"2011-06-17T00:00:00","slug":"ci-pensa-lo-stato","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/ci-pensa-lo-stato\/","title":{"rendered":"Ci pensa lo Stato?"},"content":{"rendered":"
\u201cAi soggetti deboli ci pensa lo Stato\u201d, dicono. Per cui – aggiungono – noi cristiani ci dedichiamo ad altro. Una frase blasfema. \u201cI poveri li avrete sempre con voi\u201d: quando Ges\u00f9 ci affidava i soggetti deboli come pars hereditatis nostrae, lo sapeva, che un giorno \u201cci avrebbe pensato lo Stato\u201d. Quando ci raccomandava di lavarci reciprocamente i piedi, pensava soprattutto a quelli che ce l\u2019avevano sempre sporchi, i piedi, perch\u00e9 andavano sempre scalzi, e le strade erano pene di polvere e di cacca. \u201cLavatevi i piedi gli uni gli altri\u201d. E tutti i giorni, non solo il Gioved\u00ec santo. \u201cCi pensa lo Stato\u201d? Ma tu, cristiano, hai nel cassetto (ce le ha messe Lui!!) le categorie per inglobare, potenziare e trascenderle del tutto le parole d\u2019ordine che la moderna civilt\u00e0 del benessere comune ha messo a punto a vantaggio dei pi\u00f9 deboli. Le loro parole d\u2019ordine sono accoglienza, reinserimento, riabilitazione. Il cristiano le accetta, le tre parole che nascono dal basso, dall\u2019humus dell\u2019umanit\u00e0 migliore, ma poi le rilancia con altre tre parole d\u2019ordine che vengono dall\u2019alto: preferenza, comunione, resurrezione. Primo: nella morale cristiana il povero non va semplicemente accolto: va preferito, come fece Ges\u00f9 in quel suo girellare sempre accompagnato da una specie di Corte dei miracoli: ciechi, sordi, zoppi, epilettici calunniati come ossessi, paralitici piuttosto pigri sui bordo della piscina di Siloe\u2026Secondo: per un cristiano il reinserimento del vero povero, l\u2019emarginato, non \u00e8 una bella pensata, ma la pi\u00f9 ovvia conseguenza del grande dogma che fonda l\u2019antropologia d\u2019ispirazione evangelica: il dogma della Comunione dei santi. Se lui \u00e8 un pezzo di te stesso, come puoi sopportare l\u2019idea che egli vivacchi al margine della vita di tutti, al minimo della sue residuali capacit\u00e0 di vita? Terzo: per la fede la riabilitazione si colloca all\u2019inizio di un lunghissimo corridoio, in fondo al quale c\u2019\u00e8 un Ges\u00f9 risorto talmente luminoso che hanno dovuto velarlo, ricucendo i frammenti del velo del Tempio, quello che quel giorno si squarci\u00f2 da capo a fondo. Per quanto imprescindibile, ogni trattamento riabilitativo ha un risultato limitato. Fa eccezione solo il suo momento finale, quando il velo del Tempio verr\u00e0 non pi\u00f9 lacerato, ma sollevato, e tutto il passato degli sforzi per valorizzare le residue capacit\u00e0 dell\u2019emarginato avr\u00e0 il suo valore infinito, e da l\u00ec in avanti mio figlio Franco, disartrico, usufruir\u00e0 di un eloquio pi\u00f9 fluido di quello di Vittorio Sgarbi (senza le \u201csgarbate\u201d, spero), e anche Hitler e Osama bin Laden, dopo un adeguato periodo di\u2026 ripulitura, sorrideranno per strada alle vecchie signore che vanno a ritirare la loro quotidiana razione di manna. Puerile? La scorza, certo! Ma vero. <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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