{"id":9440,"date":"2011-06-17T00:00:00","date_gmt":"2011-06-16T22:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=9440"},"modified":"2015-07-10T14:59:06","modified_gmt":"2015-07-10T12:59:06","slug":"zingari-nel-cuore-della-cristianita","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/zingari-nel-cuore-della-cristianita\/","title":{"rendered":"Zingari nel cuore della cristianit\u00e0"},"content":{"rendered":"

Hanno risposto in tanti, pi\u00f9 di 2.000, all\u2019invito in Vaticano di Benedetto XVI, venuti da diversi Paesi europei, partiti da molte regioni e da tante citt\u00e0 italiane, dagli ancora numerosi campi di Roma. Sono i rom, i sinti, i camminanti e molteplici altri gruppi e famiglie di questa \u201cgalassia\u201d: 12 milioni di persone in Europa, 170.000 in Italia. Nella loro semplicit\u00e0, con tanta gioia, in variopinti colori, sono arrivati puntuali, e in ordine hanno raggiunto l\u2019aula Nervi, sotto gli occhi attenti e ammirati delle guardie svizzere e della gendarmeria vaticana… Il Papa li ha fatti aspettare di pi\u00f9. Un ritardo che ha aumentato il desiderio di incontrarlo. Finalmente il Papa entra nell\u2019aula. Quasi di corsa. Come cercasse di recuperare i minuti perduti, quasi volesse esprimere il desiderio di incontrare, di ascoltare e di parlare. Le testimonianze rom che sono seguite al saluto del presidente del Pontificio consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti, mons. Antonio Maria Vegli\u00f2, hanno fatto entrare subito nelle ragioni di questo incontro di famiglia. Un\u2019anziana austriaca, reduce di Auschwitz, ha ricordato un massacro dimenticato: il porrajmos (divoramento) di 500.000 rom seguito alle leggi razziali naziste e fasciste; una suora slovacca ha richiamato il valore dell\u2019accoglienza nella Chiesa; una mamma la preoccupazione per il futuro dei figli; un diciottenne di un campo il desiderio di avere una casa e un lavoro. Dopo averli ascoltati, Benedetto XVI ha risposto alle loro attese con un discorso storico. In continuit\u00e0 con il magistero di Paolo VI e di Giovanni Paolo II, il Papa ha richiamato alcuni aspetti importanti di una \u201cpastorale\u201d e di una \u201cpolitica\u201d, alla luce del Vangelo. Anzitutto l\u2019importanza di considerare i rom, proprio perch\u00e9 oggi ultimi nella considerazione, i primi nell\u2019amore della Chiesa: non ai margini, ma nel cuore della Chiesa. Un invito alle nostre Chiese locali a curare questo luogo di vita e di fede, destinare risorse, persone, perch\u00e9 i rom non si sentano soli e lontani nella Chiesa. Ritornava in mente l\u2019immagine di don Dino Torregiani, l\u2019iniziatore della pastorale dei rom e sinti in Italia, il quale, dopo aver incontrato a Reggio Emilia una mamma malata sinta nel 1931, ha dedicato la sua vita sacerdotale anche a questo popolo, diventando con altri amici presbiteri \u2013 tra cui don Alberto Altana \u2013 \u201cservi della Chiesa\u201d. Il Papa ha, poi, ricordato un fatto storico grave: il genocidio di 500.000 rom, iniziato con 2.500 bambini, durante il nazismo e il fascismo. Un peccato dell\u2019Europa cristiana, di cui gi\u00e0 Giovanni Paolo II aveva chiesto perdono, che fa dire a Benedetto XVI ancora una volta: \u201cMai pi\u00f9 il vostro popolo sia oggetto di vessazioni, di disprezzo, di rifiuto!\u201d. Mai pi\u00f9 discriminazioni, offese (come abbiamo sentito anche in diretta domenica nella rubrica A Sua immagine da alcuni messaggi). Mai pi\u00f9 esclusione, come troppe volte avviene nella scuola, sul lavoro, nell\u2019abitare in citt\u00e0. Infine il Papa ha invitato i rom, sull\u2019esempio del beato Zefirino, a non rispondere al male con il male, ma con il bene: la giustizia, la legalit\u00e0, la riconciliazione. Quando si vive nel disagio, nel disprezzo comune, nella violenza, \u00e8 facile omologarsi a queste logiche manifeste o perverse del nostro vivere sociale. \u00c8 importante, invece, coltivare, il meglio della propria cultura, della propria religiosit\u00e0, della propria storia: la centralit\u00e0 della vita familiare, la cura per i figli, una religiosit\u00e0 semplice e concreta, il senso dell\u2019accoglienza e della fraternit\u00e0, la non violenza. Sono anche i valori che Benedetto XVI, guardando anche al beato Zefirino, ha indicato all\u2019Europa cristiana, perch\u00e9, anche grazie al popolo rom, non perda le sue radici. <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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