{"id":9389,"date":"2011-05-27T00:00:00","date_gmt":"2011-05-27T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=9389"},"modified":"2015-06-16T10:36:10","modified_gmt":"2015-06-16T08:36:10","slug":"gesu-ci-manda-un-difensore","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/gesu-ci-manda-un-difensore\/","title":{"rendered":"Ges\u00f9 ci manda un Difensore"},"content":{"rendered":"
La prima lettura della sesta domenica di Pasqua comincia con un nome, Filippo. Non si tratta dell\u2019apostolo, ma di uno di quei sette diaconi di cui abbiamo sentito domenica scorsa, incaricati di organizzare la distribuzione degli aiuti nella comunit\u00e0. Oggi lo troviamo che evangelizza fuori di Gerusalemme, con enorme successo. Si narra dell\u2019ascolto che riscuoteva in Samaria, delle guarigioni che avvenivano e della grande gioia che vi fu in quella citt\u00e0. E questo fu solo l\u2019inizio.<\/p>\n
Quando la notizia giunse a Gerusalemme, furono mandati gli apostoli Pietro e Giovanni a confermare, con il sigillo dello Spirito santo, quanto si era messo in movimento con la predicazione di Filippo. Era nata la prima Chiesa fuori di Gerusalemme. \u00c8 quanto del resto avviene ancora oggi: i missionari, i catechisti annunciano la fede nella morte e risurrezione del Signore; alcuni ascoltano e s\u2019interrogano: \u201cChe cosa dobbiamo fare?\u201d. Il predicatore risponde: \u201cConvertitevi e fatevi battezzare\u201d. Poi arriver\u00e0 il vescovo che confermer\u00e0 i fratelli.<\/p>\n
Dopo il Salmo responsoriale, ascolteremo un brano da uno scritto di san Pietro. Se ascolteremo con attenzione, avvertiremo che sullo sfondo aleggia un clima persecutorio. Forse non si trattava ancora della persecuzione ufficiale da parte dell\u2019autorit\u00e0 pubblica, ma piuttosto delle solite malignit\u00e0 della gente comune, che non tollerava che qualcuno vivesse in maniera diversa dalla massa. (Non c\u2019\u00e8 niente di nuovo sotto il sole!). Pietro prende occasione da questo per suggerire ai cristiani un comportamento positivo: \u201cPronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che \u00e8 in voi\u201d. Subito dopo dir\u00e0 che, a somiglianza di Ges\u00f9, \u00e8 meglio soffrire facendo il bene piuttosto che il male; tuttavia \u00e8 sempre necessario conoscerne il perch\u00e9 e saperne rendere ragione, \u201ccon dolcezza, rispetto e retta coscienza\u201d (1 Pt<\/em> 3,16).<\/p>\n Sar\u00e0 un\u2019occasione per rendere testimonianza alla verit\u00e0 e approfondire la propria consapevolezza. A questo punto non ci possono sfuggire un paio di domande: siamo consapevoli che il nostro essere cristiani \u00e8 fondato sopra una grande speranza, che ci abita dai tempi del nostro battesimo? Siamo in grado di renderne conto di fronte a chi, in un modo a nell\u2019altro, ce lo chiede? Il clima di persecuzione sorda, che si intravede nello scritto di Pietro, diventa assolutamente esplicita nel Vangelo. Siamo nell\u2019ambito dei discorsi di addio di Ges\u00f9 ai discepoli, spaventati al pensiero che dopo la sua partenza non avranno pi\u00f9 sostegno. Ges\u00f9 li rassicura, garantendo che \u201cmander\u00e0 un altro Paraclito\u201d, un difensore, che non li lascer\u00e0 mai pi\u00f9. Ma prima di andare avanti, ci dobbiamo chiarire il significato di due termini: Par\u00e0clito e mondo.<\/p>\n \u201cPar\u00e0clito\u201d: il termine, che non fa certamente parte del nostro linguaggio quotidiano, \u00e8 un prestito dalla lingua greca, e ha valore di avvocato, difensore, e anche quello di consolatore. L\u2019altra parola, che ci pu\u00f2 confondere le idee \u00e8 \u201cmondo\u201d, termine non certamente raro nel parlare di tutti i giorni, di cui non ignoriamo il significato. Nel contesto del Vangelo secondo Giovanni per\u00f2 designa quel sistema storico di cose che si oppone a Dio e contraddice, nel concreto, la parola di Ges\u00f9 e di coloro che lo seguono. Riprendiamo. Anche dopo che Ges\u00f9 sar\u00e0 tornato presso il Padre, i discepoli non debbono avere paura; ci sar\u00e0 infatti un altro Difensore, che sar\u00e0 al tempo stesso il loro Consolatore. Ges\u00f9 lo chiama \u201cSpirito di verit\u00e0\u201d, perch\u00e9 si opporr\u00e0 allo Spirito di menzogna, il Satana, di cui egli ha parlato altre volte.<\/p>\n Lui fu mentitore fin dall\u2019inizio, quando convinse i nostri progenitori che Dio \u00e8 colui che comprime la nostra libert\u00e0, le nostre aspirazioni ad una felicit\u00e0 illimitata. Dio invece \u00e8 la Vita e vuole che noi possiamo vivere una vita pienamente umana e pienamente adulta. Ma rifiuta nello stesso tempo la menzogna sull\u2019uomo e su Dio. Lo Spirito di verit\u00e0 sussurra nel pi\u00f9 profondo di noi la verit\u00e0 sull\u2019uomo e la verit\u00e0 su Dio. Certamente non tutto ci diverr\u00e0 chiaro in un solo colpo. Poco a poco lo Spirito ci far\u00e0 entrare nella verit\u00e0 tutta intera.<\/p>\n Il processo continua. E questo ci spinge ad essere veri dinnanzi a Dio e agli uomini, nostri fratelli. Certamente, se avremo interesse solo ad essere omologati al mondo, nessuno si accorger\u00e0 di noi, nessuno ci noter\u00e0 e nessuno ci perseguiter\u00e0. Ma se la fede ci spinger\u00e0 ad essere veri nelle parole e nei comportamenti, allora saremo percepiti come diversi. Il mondo non ama i diversi. Questo significano le parole di Ges\u00f9: \u201cNon vi stupite se il mondo vi odia\u2026\u201d. Accanto a noi c\u2019\u00e8 il Difensore. Ci potranno sbeffeggiare, disprezzare, calunniare: il Difensore ci dar\u00e0 sempre sicurezza sufficiente, per proseguire verso la Novit\u00e0 che ci attende.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" La prima lettura della sesta domenica di Pasqua comincia con un nome, Filippo. Non si tratta dell\u2019apostolo, ma di uno di quei sette diaconi di cui abbiamo sentito domenica scorsa, incaricati di organizzare la distribuzione degli aiuti nella comunit\u00e0. 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