{"id":9379,"date":"2011-05-20T00:00:00","date_gmt":"2011-05-20T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=9379"},"modified":"2021-03-26T16:52:02","modified_gmt":"2021-03-26T14:52:02","slug":"leuropa-deve-fare-di-piu-per-gli-immigrati","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/leuropa-deve-fare-di-piu-per-gli-immigrati\/","title":{"rendered":"L\u2019Europa deve fare di pi\u00f9 per gli immigrati"},"content":{"rendered":"
Un invito a \u201ctutti gli Stati membri dell\u2019Unione europea e al Consiglio d\u2019Europa ad adoperarsi per una politica di immigrazione globale, coerente e trasparente, poich\u00e9 la mancanza di questa politica crea gravi problemi che spesso ricadono sulle spalle delle comunit\u00e0 locali\u201d: a rivolgerlo \u00e8 stato l\u201911 maggio il gruppo di eminenti personalit\u00e0 dello stesso Cde nel rapporto Vivere insieme: conciliare diversit\u00e0 e libert\u00e0 nell\u2019Europa del XXI secolo, elaborato su richiesta del segretario generale Thorbj\u00f8rn Jagland e presentato ad Istanbul da Javier Solana Madariaga durante la sessione del Comitato dei ministri. Il documento si sofferma sugli elementi che mettono a repentaglio il futuro dell\u2019integrazione europea e indica 59 \u201cproposte di azione\u201d che Stati e istituzioni devono porre in atto affinch\u00e9 l\u2019Europa rimanga uno dei luoghi \u201cpi\u00f9 sicuri, liberi, prosperi e umani del mondo\u201d. I fattori di rischio. Soffermandosi sui \u201crischi specifici\u201d che minacciano l\u2019integrazione nel Continente, i nove Saggi indicano la diffusione dell\u2019intolleranza, l\u2019aumento di ostilit\u00e0 e discriminazione (soprattutto verso rom e immigrati) ma anche contro i cristiani nei Paesi a maggioranza musulmana, il \u201ccrescente sostegno ai partiti xenofobi e populisti, la formazione di societ\u00e0 parallele, l\u2019estremismo islamico, la perdita di libert\u00e0 democratiche, la presenza di una popolazione praticamente senza diritti\u201d. Oltre a tracciare un bilancio, con riferimento ai principi della Convenzione europea sui diritti dell\u2019uomo, delle sfide poste in Europa dal risorgere dell\u2019intolleranza e della discriminazione, il rapporto individua tra le ragioni di questi fenomeni \u201cl\u2019insicurezza derivante dalla crisi finanziaria del Vecchio Continente e la sensazione di relativo declino\u201d, \u201cl\u2019immagine distorta\u201d dell\u2019immigrazione su vasta scala, gli stereotipi negativi sulle minoranze \u201cveicolati dai mass media e diffusi nell\u2019opinione pubblica\u201d. Ulteriori cause sono da imputarsi alla \u201cnetta carenza\u201d di una leadership \u201ca livello nazionale o nelle istituzioni europee, in grado di ispirare fiducia attraverso una chiara visione dell\u2019attuale situazione dell\u2019Europa, del suo futuro\u201d, e la proposta di \u201cun\u2019efficace e convincente strategia per conseguirlo\u201d. Chi pu\u00f2 cambiare le cose. Il Gruppo dei saggi individua anche i principali attori che potrebbero favorire un cambiamento dell\u2019opinione pubblica: educatori, mass media, societ\u00e0 civile, Chiese e gruppi religiosi, Comuni e citt\u00e0, Stati membri, organizzazioni europee e internazionali. Tra le 59 proposte di azione delineate nel rapporto, le prime 17 sono definite come \u201craccomandazioni strategiche\u201d alle istituzioni europee e agli Stati membri. In questi principi-guida il Gruppo insiste sul fatto che, purch\u00e9 rispettino la legge, non si deve pretendere che gli immigrati \u201crinuncino alla loro fede, cultura o identit\u00e0\u201d. \u201cGli Stati \u2013 si legge ancora nel documento \u2013 hanno il diritto e il dovere di guidare e controllare l\u2019immigrazione, ma le persone cui viene negato il diritto di entrarvi o rimanervi vengono in tale modo private di loro diritti umani fondamentali\u201d. Di qui la richiesta \u201ca tutti gli europei di trattare in modo equo e umano i migranti e i richiedenti asilo che arrivano in Europa\u201d. Anche i Paesi \u201cpi\u00f9 lontani dalle aree di arrivo\u201d, affermano ancora i nove Saggi, \u201cdevono essere disposti a giocare la propria parte in questo sforzo. Ci\u00f2 richiede solidariet\u00e0 e condivisione degli oneri da parte di tutti gli Stati membri dell\u2019Unione europea e del Consiglio d\u2019Europa\u201d. Politiche per il Mediterraneo. In particolare, si legge nel rapporto, \u201cchiediamo a tutti i popoli d\u2019Europa di mostrare solidariet\u00e0 verso coloro che in altre parti del mondo, soprattutto in Medio Oriente e Nord Africa, stanno ora dimostrando in modo cos\u00ec coraggioso il proprio attaccamento ai valori universali di libert\u00e0 e democrazia\u201d. Dai Saggi anche la sollecitazione allo stesso Cde, all\u2019Ue e all\u2019Osce a \u201csviluppare politiche globali per il Mediterraneo meridionale e orientale, il Medio Oriente e i Paesi dell\u2019Asia centrale, e per consentire loro, come e quando ne faranno richiesta, di beneficiare dell\u2019esperienza e della competenza europea nella costruzione di societ\u00e0 fondate sullo stato di diritto, la democrazia e i diritti umani\u201d. Tra le \u201craccomandazioni specifiche\u201d all\u2019Ue, \u201cfare pieno uso della prossima Comunicazione sull\u2019integrazione della Commissione europea, nonch\u00e9 del summit Ue del giugno 2011, per dare un chiaro messaggio politico agli Stati membri\u201d, e la richiesta di \u201celaborare una politica migratoria globale, con un solido quadro costituzionale e giuridico basato sul rispetto e la promozione dei diritti fondamentali, come richiesto nel Programma di Stoccolma e Piano d\u2019azione per il periodo 2010-2014 e nella Strategia Europa 2020\u201d. Il Gruppo \u00e8 presieduto dall\u2019ex ministro degli Esteri tedesco Joschka Fischer, e comprende, oltre allo stesso Solana, Emma Bonino (Italia), Timothy Garton Ash (Regno Unito), Martin Hirsch (Francia), Danuta Hubner (Polonia), Ayse Kadioglu (Turchia), Sonja Licht (Serbia), Vladimir Lukin (Federazione Russa). <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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