{"id":9363,"date":"2011-05-20T00:00:00","date_gmt":"2011-05-20T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=9363"},"modified":"2015-05-12T15:52:17","modified_gmt":"2015-05-12T13:52:17","slug":"dare-unanima-alla-politica","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/dare-unanima-alla-politica\/","title":{"rendered":"Dare un\u2019anima alla politica"},"content":{"rendered":"

Unit\u00e0 e federalismo sono due valori ma, senza un\u2019anima che li racchiuda e li sostenga entrambi, contengono un rischio. Inoltre, nella nostra societ\u00e0 e nella nostra cultura, dobbiamo recuperare il valore del limite, della limitazione reciproca, in ordine al raggiungimento di un bene superiore e pi\u00f9 grande. Ad affermarlo l\u2019arcivescovo di Genova e presidente della Cei, card. Angelo Bagnasco, nel saluto che ha portato il 14 maggio al convegno \u201cUnit\u00e0, federalismo, fraternit\u00e0: un percorso possibile\u201d organizzato a Genova dal movimento dei Focolari, in occasione dei 10 anni dalla cittadinanza onoraria conferita dal capoluogo ligure a Chiara Lubich e per celebrare i 150 anni dell\u2019Unit\u00e0 d\u2019Italia.<\/p>\n

Evitare il rischio della chiusura. \u201cL\u2019Unit\u00e0 – ha detto il Cardinale – \u00e8 un grande valore ma, se non stiamo attenti, pu\u00f2 diventare chiusura, c\u2019\u00e8 il rischio della possibilit\u00e0 di diventare chiusura, di diventare esclusione; cos\u00ec come il federalismo, altro grande valore all\u2019insegna delle specificit\u00e0, delle differenze virtuose, racchiude un rischio anch\u2019esso perch\u00e9 pu\u00f2 diventare dispersione\u201d. Per \u201cevitare il rischio e valorizzare il meglio di queste due realt\u00e0\u201d, per \u201cdeclinarle insieme, sul piano cultuale, politico, sociale\u201d serve \u201cun\u2019anima che ispiri, che sia il grande valore dell\u2019unit\u00e0, del federalismo, per non dire diversit\u00e0, localizzazione, specificit\u00e0, tradizioni, storia\u201d. Serve, ha aggiunto, \u201cun\u2019anima che dia prospettiva, visione, in modo da creare un progetto, e non solo un\u2019intenzionalit\u00e0 immediata, per superare al meglio gli ostacoli, gli obiettivi immediati, gli interessi particolari\u201d. Occorre \u201cuna visione, una prospettiva\u201d perch\u00e9, \u201csenza un\u2019anima, una moltitudine non diventa popolo, non esiste nazione e tanto meno Stato\u201d. Occorre, ha spiegato ancora il porporato, \u201cun\u2019anima che fa da bussola, perch\u00e9 la storia non si ferma: bisogna accompagnarla, starci dentro in modo intelligente\u201d come si vede, ha proseguito riferendosi alla cronaca sulle migrazioni di questi giorni, \u201cquesti cammini, questi movimenti nel Mediterraneo, non si fermano\u201d.<\/p>\n

La persona al centro. La bussola, ha quindi spiegato il porporato, \u00e8 la persona e \u201cla fraternit\u00e0 \u00e8 un aspetto, all\u2019interno di quella realt\u00e0 molto pi\u00f9 complessa, ricca e decisamente fondativa che \u00e8 la persona. La persona – ha proseguito – nella visione cristiana, ma ormai, almeno a livello teoretico, anche di coscienza universale, \u00e8 stata acquisita come centrale per cui, mai, pu\u00f2 diventare mezzo, o strumento, ma sempre fine di tutto\u201d. E, ha aggiunto, \u201cstoricamente parlando, la persona ha assunto la propria autocoscienza a partire dal cristianesimo, a partire dal Vangelo\u201d. Tanto che ci sono molti autori e studiosi \u201cdi grande onest\u00e0 e di provenienze diverse, anche lontane dalla visione cristiana, che, con molta semplicit\u00e0, lo riconoscono\u201d. \u00c8 un modo \u201cper avere un punto di riferimento che, al di l\u00e0 della fede diventa per tutti, a livello culturale, un criterio di giudizio perch\u00e9 il concetto di persona non si corrompa, strada facendo, piegandosi ad interessi culturali o altro ma rimanga centrale e quindi di tutti, per il bene della nazione e dell\u2019uomo, e della societ\u00e0\u201d. Il valore del limitarsi.<\/p>\n

Il Cardinale ha poi messo in evidenza una categoria della persona, \u201cdella sua libert\u00e0 e della fraternit\u00e0 che la impasta\u201d. E la fraternit\u00e0 \u201cdiventa l\u2019anima di ogni processo di unit\u00e0 e di diversit\u00e0, di comunione e di federalismo, ed \u00e8 quello per cui dobbiamo accettare di essere limitati, di limitarci gli uni gli altri perch\u00e9 ogni forma di rapporto, di convivenza, di socialit\u00e0 a tutti i livelli, contiene inevitabilmente la necessit\u00e0 di limitarci a vicenda, nella positivit\u00e0 di un valore maggiore in cui tutti ci ritroviamo\u201d. \u201cOggi – ha proseguito – tutti noi dobbiamo recuperare, nella nostra cultura, il valore del limitarci a vicenda non come un dato negativo e, quindi, da estromettere, istinto molto diffuso oggi, ma come un valore, una strada, in cui ritrovarci per una sintesi superiore, per un valore superiore e pi\u00f9 grande. La nostra libert\u00e0, la libert\u00e0 di ciascuno – ha concluso – ha bisogno della libert\u00e0 degli altri per poterci, insieme, mentre ci limitiamo vicendevolmente, realizzarci ad un livello pi\u00f9 grande. \u00c8 il mio io, che incontrando il tu dell\u2019altro, si ritrova in un noi pi\u00f9 grande, ricco e costruttivo\u201d.<\/p>\n

La Carta di Genova. <\/strong><\/p>\n

Dopo i saluti delle autorit\u00e0, si \u00e8 svolta una tavola rotonda con la presentazione di un documento, la Carta di Genova, che sar\u00e0 inviato al Parlamento, alla stampa, ai Comuni d\u2019Italia e a quanti (associazioni o enti) vorranno aderirvi. Durante l\u2019incontro sono state presentante anche alcune testimonianze di fraternit\u00e0, concretizzate sia a livello istituzionale sia a livello di societ\u00e0 civile, per dare evidenza che \u201cil percorso della fraternit\u00e0 non \u00e8 un\u2019utopia ma una possibilit\u00e0 reale per la nostra societ\u00e0\u201d.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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