{"id":9348,"date":"2011-05-13T00:00:00","date_gmt":"2011-05-13T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=9348"},"modified":"2015-06-16T10:42:53","modified_gmt":"2015-06-16T08:42:53","slug":"va-dove-ti-porta-il-pastore","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/va-dove-ti-porta-il-pastore\/","title":{"rendered":"Va\u2019 dove ti porta il Pastore"},"content":{"rendered":"

Il vangelo della quarta domenica di Pasqua sembra cominciare cos\u00ec all\u2019improvviso da spiazzarci un po\u2019. Si parla di ladri e briganti, che, invece di entrare nell\u2019ovile per la normale porta di ingresso, ne scavalcano il muro. Il legittimo pastore entra invece regolarmente per la porta, dopo avere bussato e atteso che il guardiano gli apra. Tutto lascia pensare che si tratti della continuazione di un discorso iniziato in precedenza. In realt\u00e0 il discorso \u00e8 iniziato nel capitolo precedente, il nono del Vangelo secondo Giovanni, dove si racconta la guarigione di un cieco nato. (Lo abbiamo ascoltato in Quaresima).<\/p>\n

Dopo che il cieco guarito lo ebbe riconosciuto come \u201cFiglio dell\u2019uomo\u201d, Ges\u00f9 dichiar\u00f2 di essere venuto al mondo per ridare la vista ai ciechi e toglierla ai finti vedenti (Gv<\/em> 9,39). I farisei presenti afferrarono la metafora, si piccarono e chiesero se per caso considerasse ciechi anche loro. La risposta fu ancora pi\u00f9 dura: \u201cSe foste ciechi non avreste colpa, ma siccome pretendete di vederci, il vostro peccato rimane\u201d(Gv<\/em> 9,41). Questi sono dunque i ladri e i briganti di cui parla. Questa parola di Ges\u00f9 si collega con un\u2019altra, riferita da Matteo: \u201cGuai a voi, scribi e farisei, guide cieche\u2026\u201d (Mt<\/em> 23,16).<\/p>\n

Stando cos\u00ec le cose, gli scribi e i farisei, guide cieche, non possono pretendere di mettersi alla guida del gregge. \u201cPu\u00f2 forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso?\u201d (Lc<\/em> 6,39). (Domanda: chi sono oggi le guide cieche, che pretendono di far da guida ai ciechi di questa generazione? Sarebbe fin troppo facile, e anche un po\u2019 rischioso, fare nomi di persone, strutture, sistemi. Ognuno scruti piuttosto la propria coscienza e veda un po\u2019 da chi si lascia guidare). Questa volta per\u00f2 gli interlocutori di Ges\u00f9 non afferrarono la metafora. Allora Ges\u00f9 chiar\u00ec: \u201cIo sono la porta\u201d. Ancora una parola di rivelazione su se stesso. Ges\u00f9 \u00e8 la Porta. In un\u2019altra occasione dir\u00e0: \u201cIo sono la via\u2026 Nessuno arriva al Padre, se non attraverso me\u201d (Gv<\/em> 14,6).<\/p>\n

A noi occidentali e moderni, paragoni come questi appaiono strani. Come si fa a identificarsi con una porta! Eppure se abbiamo pazienza di ascoltare per intero le Scritture sante, esse in fondo sono chiarissime. Nel prologo al Vangelo, Giovanni aveva scritto: \u201cDio nessuno lo ha mai visto\u2026 ce lo ha rivelato il Figlio\u201d. (Gv<\/em> 1,18). Il volto di Dio che conosciamo, \u00e8 il volto di Ges\u00f9. Un\u2019altra volta rispose all\u2019apostolo Filippo, che gli chiedeva di mostrare loro il Padre: \u201cFilippo, chi ha visto me, ha visto il Padre\u201d (14,9). Contemporaneamente Ges\u00f9 si rivela anche come Pastore. Nell\u2019antico oriente \u201cpastore\u201d era un titolo onorifico del re, che guidava il popolo con competenza, fedelt\u00e0 e mitezza. Cos\u00ec fa Ges\u00f9, che chiama le pecore, ciascuna per nome, le fa uscire ordinatamente dall\u2019ovile e le conduce al pascolo. Le pecore ne riconoscono la voce, lo seguono in pascoli buoni, ombreggiati e riposanti.<\/p>\n

Il Salmo<\/em> 22, che cantiamo in risposta alla prima lettura, fa da sfondo a questa scena agreste e concretissima. Si canta liricamente di pascoli erbosi, di acque tranquille, di profumi, di abbondanza di vino. Ma si canta anche di una mensa, dove si banchetta sotto gli occhi di nemici, resi impotenti dall\u2019Onnipotente. All\u2019inizio di tutto, per\u00f2, si proclama fiducia incondizionata nel Signore, riconosciuto come Pastore, seguendo il quale si sperimenta pienezza, gratuit\u00e0, e una tale sicurezza, che anche se ci si dovesse trovare in gravi situazioni di rischio, non ci sar\u00e0 nulla da temere, \u201cperch\u00e9 tu sei con me\u201d (Sl<\/em> 22,4).<\/p>\n

Da l\u00ec scaturisce il desiderio immenso di rimanere per sempre a casa sua. La lettura del Vangelo si conclude con una parola decisiva di Ges\u00f9: \u201cIo sono venuto perch\u00e9 abbiano vita in abbondanza\u201d (10,10). Chi si domanda per quale scopo Ges\u00f9 sia venuto nel mondo, qui trova la risposta esplicita e di prima mano: perch\u00e9 abbiate pienezza di vita. Che cosa ciascuno di noi cerca al di sopra di ogni altra cosa, se non vivere in pienezza? Il che non coincide necessariamente con il desiderio di una vita dove gli anni si aggiungono agli anni, senza costrutto; ma piuttosto con una vita ricca di significato, che non si sente minacciata, libera da paure. Invece, a pensarci bene, quello che di pi\u00f9 ci rammarica \u00e8 il timore di stare vivendo, per cos\u00ec dire, con il motore al minimo. Un autore contemporaneo ha lasciato scritto: \u201cTemo di aver vissuto al 4 per cento\u201d. Nel linguaggio della Bibbia una vita vissuta \u201cal 100 per cento\u201d \u00e8 detta \u201cvita eterna\u201d. Prima di essere portati al cimitero. Una vita cos\u00ec \u00e8 possibile? Nessuno, in ogni caso, se la pu\u00f2 dare da solo, ma si pu\u00f2 ricevere da chi la possiede: il Risorto.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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