{"id":9333,"date":"2011-04-29T00:00:00","date_gmt":"2011-04-29T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=9333"},"modified":"2015-06-16T10:44:38","modified_gmt":"2015-06-16T08:44:38","slug":"quel-misterioso-pellegrino","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/quel-misterioso-pellegrino\/","title":{"rendered":"Quel misterioso Pellegrino"},"content":{"rendered":"

Con l\u2019episodio dei due discepoli di Emmaus, l\u2019evangelista Luca rivela, ancora una volta, le sue doti di narratore e di catechista. Egli scrive per una comunit\u00e0 cristiana, che, come noi, non aveva conosciuto fisicamente il Signore, n\u00e9, forse, alcuno dei due discepoli, di cui si narra l\u2019esperienza sconvolgente. Il suo racconto ha la struttura di una celebrazione domenicale: inizia con una liturgia della Parola, della durata di qualche ora di cammino, e si concluder\u00e0 con la frazione del pane, il banchetto eucaristico, dove il Risorto si riveler\u00e0, e scomparir\u00e0 dagli occhi dei discepoli. Del resto cos\u00ec era sempre accaduto nel corso della storia: la presenza di Dio in Israele \u00e8 sempre stata una presenza elusiva. Egli si mostra per un momento, poi rientra nel mistero, che l\u2019uomo intuisce, ma non pu\u00f2 scrutare.<\/p>\n

Una presenza che lascia il segno e non si riuscir\u00e0 pi\u00f9 a dimenticare. L\u2019inizio \u00e8 molto semplice: due discepoli, uno di nome Cleopa – dell\u2019altro non sapremo mai il nome -, erano probabilmente di ritorno dal pellegrinaggio pasquale a Gerusalemme. Uno sconosciuto, che si unisce loro, fu ritenuto anche lui un pellegrino di ritorno a casa. Il racconto ci informa che era Ges\u00f9 risuscitato dai morti, ma i due non lo riconoscono, perch\u00e9 ai loro occhi era impedito di riconoscerlo. La conversazione si svolse intorno ai fatti del giorno, che il pellegrino sembrava ignorare. Qui il racconto rallenta. I due si fermano tristi e delusi, si stupiscono che non ne abbia sentito parlare: \u201cPossibile che non hai sentito dire\u201d\u2026; poi lo aggiornano, sottolineando anche alcuni particolari della loro esperienza personale.<\/p>\n

Dissero che avevano sperato che fosse lui il nuovo Davide, restauratore politico del regno di Israele. In realt\u00e0 sono passati ormai tre giorni da quando lo hanno condannato a morte, ma non \u00e8 successo niente di serio, a parte qualche fantasticheria di donne che hanno raccontato di aver avuto visioni di angeli. Da quel momento le cose cominciano a prendere un\u2019altra piega. Il pellegrino sconosciuto, dal quale si aspettavano magari un po\u2019 di solidariet\u00e0, li rimprovera senza mezzi termini per la loro testa dura, visto che non hanno capito l\u2019unica cosa importante che c\u2019era da capire in tutto l\u2019Antico Testamento, che cio\u00e8 \u201cil Messia doveva patire tutte queste sofferenze per entrare nella sua gloria\u201d (Lc 24,26). E l\u00ec per l\u00ec fece una sintesi di tutta la Bibbia, reinterpretandola alla luce degli avvenimenti narrati dai due. Intanto il viaggio andava avanti. Nei pressi del villaggio dove erano diretti, forse c\u2019era un bivio: una strada andava verso le case, l\u2019altra proseguiva. Lui fa come per proseguire. Forse salut\u00f2. Siccome si stava facendo buio, i due offrirono ospitalit\u00e0 al compagno di viaggio.<\/p>\n

In Palestina la notte scende rapidamente; camminare cos\u00ec al buio \u00e8 pericoloso. L\u2019ospitalit\u00e0 \u00e8 accettata. Arriva l\u2019ora di cena. Si siedono a mensa. Lo sconosciuto compagno di viaggio \u201cprese il pane, recit\u00f2 la benedizione, lo spezz\u00f2 e lo dava loro\u201d (24,30). In quel momento furono aperti i loro occhi e lo riconobbero. Era Lui. E scomparve. Colui che era stato fisicamente presente lungo la strada, improvvisamente diviene assente, ma misteriosamente presente dentro di loro, con una certezza nuova, inspiegabile, innegabile. Delusione e tristezza erano scomparse. Un\u2019allegria incontenibile era entrata loro in corpo. Si domandarono come mai non gli era scoppiato il cuore, mentre discorrevano con lui lungo la strada. Nonostante i rischi del buio, \u201cpartirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme\u201d (24,33). Non era possibile tenersi dentro quella novit\u00e0 inaspettata, ritenuta impossibile fino a poco prima. Dovettero arrivare che era notte da un pezzo.<\/p>\n

Trovarono i compagni riuniti al solito posto, che gridavano di gioia: \u201cVeramente il Signore \u00e8 risorto e si \u00e8 fatto vedere da Simone\u201d (24,34). Ai discepoli diretti di Ges\u00f9 non fu facile credere, come non \u00e8 facile per noi. La fede non \u00e8 mai una faccenda facile; ma sempre possibile a Dio, che ne prende l\u2019iniziativa, ci affianca nel cammino e infine si rivela al nostro stupore. Questo \u00e8 accaduto ai due di Emmaus, ormai rassegnati a tornare alla vita di sempre, tristi, perch\u00e9 le cose erano andate diversamente da come si aspettavano. Questo era avvenuto anche ai loro compagni, bloccati dentro casa dalla paura. Questo continua ad avvenire a noi, tutte le volte che ci chiudiamo alla novit\u00e0 di Dio. La fede nel Risorto ci chiede apertura all\u2019ascolto di Ges\u00f9 che ci accompagna nel cammino della vita, spesso a nostra insaputa e attesa paziente che si riveli al nostro sguardo, mentre spezza il Pane con noi.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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