{"id":9298,"date":"2011-04-15T00:00:00","date_gmt":"2011-04-15T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=9298"},"modified":"2015-06-16T10:50:00","modified_gmt":"2015-06-16T08:50:00","slug":"il-vincitore-a-dorso-dasino","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/il-vincitore-a-dorso-dasino\/","title":{"rendered":"Il Vincitore a dorso d\u2019asino"},"content":{"rendered":"
La liturgia della domenica delle Palme presenta due aspetti: la memoria dei festeggiamenti popolari in onore di Ges\u00f9, mentre si avvicinava a Gerusalemme; e l\u2019ingresso della Chiesa nei giorni decisivi della Pasqua, mistero di morte e risurrezione. La lettura del Vangelo, che la caratterizza nella prima parte, \u00e8 il racconto\/catechesi dell\u2019accoglienza fatta a Ges\u00f9, re umile mansueto, da parte delle folle pellegrine; e dell\u2019agitazione e degli interrogativi provocati dall\u2019arrivo in Gerusalemme di un vincitore disarmato. L\u2019ingresso a Gerusalemme si collega con la guarigione dei ciechi di Gerico, avvenuta subito prima della salita verso la citt\u00e0 santa, e con il movimento di folla che l\u2019aveva accompagnato (Mt<\/em> 20,29-34).<\/p>\n Matteo racconta che i due ciechi guariti lo seguirono (20,34); nulla dice della folla presente al miracolo; non \u00e8 improbabile tuttavia che lo abbiano seguito, entusiasmati da quanto avevano visto. Arrivati in vista di Gerusalemme, il passaparola deve aver fatto lievitare la massa. La scena descritta nel brano di Vangelo che accompagna la benedizione delle palme (vedi box in alto) avviene prima dell\u2019ingresso in citt\u00e0. Se ne possono distinguere due parti: una riguardante i due discepoli che vanno a prendere gli asinelli e preparano il corteo regale (21,1-7); l\u2019altra riguarda l\u2019accoglienza entusiastica delle folle (21,11), che contrasta per\u00f2 con il turbamento e gli interrogativi della gente della citt\u00e0 (21,10). Il racconto \u00e8 intessuto sulla trama di passi dell\u2019Antico Testamento.<\/p>\n L\u2019ordine di andare a sciogliere un\u2019asina con il suo puledro rimanda a alla figura di Giuda, quarto figlio di Giacobbe, antenato del Messia, che il vecchio patriarca benedice, prima di morire. Di lui canta cos\u00ec: \u201cEgli lega il suo asino alla sua vite, a scelto vitigno il suo puledro\u201d (Gn<\/em> 49,11). \u00c8 come dire che l\u2019atteso Messia realizzer\u00e0 un\u2019\u00e8ra di pace totale, in cui perfino l\u2019asino rispetter\u00e0 il germoglio della vite, di cui peraltro \u00e8 molto goloso. Il racconto \u00e8 collegato inoltre alla profezia di Zaccaria, citata esplicitamente; tutto quello che sta avvenendo ne \u00e8 il compimento: \u201cRallegrati, citt\u00e0 di Sion, acclama, Gerusalemme, ecco giunge il tuo re giusto, vittorioso, umile; cavalca un asino, un puledro di asina\u201d. Vittorioso e umile. Cosa insolita: un vincitore arriva in genere con i segni evidenti della sua gloria. L\u2019asino non \u00e8 un animale da guerra o da parata, ma da lavoro, una cavalcatura senza pretese, usata anche dagli antichi Giudici di Israele. I re o i principi cavalcavano scelti cavalli.<\/p>\n Il profeta descrive il ritorno vittorioso del re di Gerusalemme, che ha vinto non in forza di un potente esercito, ma perch\u00e9 al suo fianco cavalcava la Giustizia. Non \u00e8 stata la vittoria di un potere aggressivo, ma, paradossalmente, della mansuetudine. L\u2019antica profezia si compie in Ges\u00f9, che entra nella capitale per istaurare un\u2019\u00e8ra di pace e di splendore. Questa fu anche la percezione della folla festante, che lo dimostra stendendo a terra i mantelli al suo passaggio, mentre lo acclama con il saluto messianico: \u201cBenedetto colui che viene nel nome del Signore!\u201d. Reminiscenza di quanto era avvenuto anticamente. Narra il Secondo libro dei Re che, quando gli ufficiali seppero che Jeu era stato unto re di Israele, presero in fretta i propri vestiti e li stesero sotto di lui, e gridarono: \u201cJeu \u00e8 re!\u201d (2 Re<\/em> 13). Ma quando Ges\u00f9 entra in citt\u00e0, questa reagisce con eccitazione e panico. Sospettosa domanda: Chi \u00e8 costui? Le folle rispondono: \u201cQuesti \u00e8 il profeta Ges\u00f9 da Nazaret in Galilea\u201d (Mt<\/em> 21,10-11). La risposta non tranquillizz\u00f2 la citt\u00e0.<\/p>\n In effetti c\u2019era qualcosa che non quadrava: entrava in citt\u00e0 festeggiato come il Messia, ma era disarmato e sedeva sulla groppa di un\u2019asina, anzich\u00e9 su un destriero fiammante, come si aspettavano; dicevano che era un profeta, ma veniva dalla Galilea; quando mai, insegnavano i maestri, un profeta \u00e8 venuto dalla Galilea? Qualcosa di simile era accaduto una trentina di anni prima, quando erano arrivati a Gerusalemme certi saggi orientali, i Magi, in cerca del neonato re dei Giudei (Mt<\/em> 2,2-3); e anche quando anticamente il re Achaz ebbe notizia che un grande esercito nemico era accampato a pochi chilometri da Gerusalemme (Is<\/em> 7,2).<\/p>\n Anche allora la citt\u00e0 fu turbata. Come allora, Gerusalemme fu sconvolta da violenze. Un re senza spada diventa, anche lui, vittima della sua citt\u00e0. Ges\u00f9 entrava in Gerusalemme per prendere il potere, ma in modo totalmente differente da quanto la gente si aspettava. Il Figlio di Dio prender\u00e0 il potere mettendosi al rango di vittima. Quel potere per\u00f2 sar\u00e0 il solo capace di vincere ogni violenza, di cui gli uomini sono vittime da sempre. L\u2019Amore \u00e8 pi\u00f9 forte della morte (Cantico<\/em> 8,6). Questa \u00e8 la sola parola-chiave che permette di capire il senso della Passione del Signore. \u00c8 accettando di diventare vittima che Ges\u00f9 vince il male e la violenza. Perdonando il male che gli facciamo, Ges\u00f9 dimostra che c\u2019\u00e8 in lui un amore pi\u00f9 forte di ogni violenza omicida.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" La liturgia della domenica delle Palme presenta due aspetti: la memoria dei festeggiamenti popolari in onore di Ges\u00f9, mentre si avvicinava a Gerusalemme; e l\u2019ingresso della Chiesa nei giorni decisivi della Pasqua, mistero di morte e risurrezione. 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