{"id":9282,"date":"2011-04-08T00:00:00","date_gmt":"2011-04-07T22:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=9282"},"modified":"2015-09-21T09:47:28","modified_gmt":"2015-09-21T07:47:28","slug":"festival-del-giornalismo-informazione-non-spettacolo","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/festival-del-giornalismo-informazione-non-spettacolo\/","title":{"rendered":"Festival del giornalismo: Informazione, non spettacolo"},"content":{"rendered":"
Sono oltre 140 gli eventi e pi\u00f9 di 300 i giornalisti e gli esperti di tutto il mondo che dal 13 al 17 aprile parteciperanno a Perugia ad incontri-dibattito, tavole rotonde, interviste, presentazioni di libri, workshop, proiezioni di documentari, concorsi, premiazioni e mostre per la quinta edizione del Festival internazionale del giornalismo. In pochi anni la manifestazione, nata da un\u2019intuizione e da una sorta di scommessa di Arianna Ciccone, \u00e8 diventata un evento mondiale. Alla sua realizzazione, oltre ad uno staff professionale di otto persone, concorrono circa 200 giovani appassionati di giornalismo, dai 15 ai 26 anni, rappresentanti di una sorta di comunit\u00e0 nata ed organizzata sulla Rete attraverso i social network, che nei giorni del festival saranno a Perugia come volontari. Un\u2019ottantina di loro sono stranieri, di Paesi di tutto il mondo, tra i quali Bulgaria, Camerun, Cina, Cuba, Egitto, Finlandia, Giordania, Libia, Lettonia, Lituania, Nepal, Pakistan, Tanzania, Ucraina, Uganda e Uzbekistan. La \u201cscommessa\u201d di Arianna Ciccone fu subito sostenuta dall\u2019Ordine dei giornalisti e dalla Regione. Poi si aggiunsero altri enti locali e sponsor. Tra questi ultimi quest\u2019anno per la prima volta anche la Nestl\u00e9. \u201cL\u2019idea di allora, che \u00e8 anche quella di oggi – racconta Dante Ciliani, presidente dell\u2019Ordine dei giornalisti dell\u2019Umbria – fu quella di guardare dentro una professione in piena crisi, ma tanto ambita dai giovani. Senza per\u00f2 chiuderci all\u2019interno della categoria per piangerci addosso. Abbiamo invece scelto di raccontare alla gente questo mestiere, la sua storia, i suoi problemi ed il suo futuro, affidando la narrazione ai suoi protagonisti\u201d. Ed ecco la parola \u201cfestival\u201d, da tanti contestata, in tempi in cui spesso l\u2019informazione diventa spettacolo, talk-show. \u201cMa il nostro Festival – osserva Ciliani – \u00e8 esattamente il contrario: ci sono i giornalisti che si raccontano, ci sono testimonianze reali, ci si confronta sul mondo nuovo del giornalismo con esperti e blogger di tutto il mondo, senza sceneggiate e battibecchi. Insomma, senza spettacolo. Avremmo potuto chiamarlo \u2018meeting, incontro\u2019. Ma alla fine – dice Ciliani – la parola \u2018festival\u2019 ci era sembrata la pi\u00f9 commestibile. Ed i tempi ci hanno dato ragione: dei tanti festival, dell\u2019economia, della filosofia ecc., il nostro \u00e8 uno dei pochi in salute\u201d. \u201cIl successo \u00e8 venuto anche dal fatto – continua Ciliani – che l\u2019Umbria e Perugia sono un salotto perfetto per questo festival. Ci sono 40 mila studenti universitari, teatri, gallerie, strade e piazze dove i partecipanti che magari si conoscevano soltanto di nome si incontrano, si frequentano, discutono. A Roma o in qualsiasi altra grande citt\u00e0 non sarebbe stato possibile. E cos\u00ec anche questa manifestazione esalta caratteristiche e peculiarit\u00e0 dell\u2019Umbria\u2019\u2019. Perugia con la Scuola di giornalismo radiotelevisivo e questo Festival internazionale \u00e8 dunque diventata una sorta di Capitale del giornalismo? \u201cDiciamo – risponde Ciliani – che \u00e8 diventata luogo ideale di incontro per parlare e confrontarsi. Sarebbe un sogno fare diventare l\u2019Umbria un laboratorio permanente per capire l\u2019evoluzione di questa professione in grande trasformazione\u201d. Magari creando anche altri appuntamenti con direttori, inviati, studiosi dei media durante tutto l\u2019arco dell\u2019anno. Coinvolgendo le Universit\u00e0, enti culturali e con \u201caltri sforzi\u201d delle istituzioni. Per ora \u00e8 un auspicio ed un sogno; \u201cma – si chiede Ciliani – anche la grande avventura di Umbria Jazz non cominci\u00f2 forse allo stesso modo?\u201d. Quattro incontri in calendarioTra i tanti incontri in programma, ne segnaliamo 4 in particolare. Le religioni raccontate dai media: ore 11.30 di venerd\u00ec 15 aprile, Centro servizi G. Alessi. Intervengono Lamis Andoni, giornalista e scrittrice cristiana, da Betlemme; Laura Silvia Battaglia di Avvenire; Laith Mushtaq, musulmano, della rete televisiva Al Jazeera, da Baghdad. Raccontare l\u2019altro: reportage dal mondo: ore 15 di gioved\u00ec 14, Centro servizi G. Alessi. La globalizzazione sembra appiattire le diversit\u00e0: stessi consumi, stessi stili di vita e desideri… In cosa consiste oggi l\u2019alterit\u00e0 e perch\u00e9 andiamo ancora a cercarla? E soprattutto, come fa il reporter a raccontare l\u2019Altro senza cadere negli stereotipi o nell\u2019effetto folcloristico a tutti i costi? Rom, ospiti sgraditi: ore 10 di sabato 16, sala Lippi (sede Unicredit, corso Vannucci). Intervengono Luca Bravi, Universit\u00e0 di Firenze; Maria Gabriella Capparelli del Tg Uno; don Giancarlo Perego, direttore dell\u2019ufficio Pastorale Cei per rom e sinti; Santino Spinelli, ambasciatore Arte&Cultura; in collaborazione con l\u2019Associazione giornalisti Scuola di Perugia. Hyperlocal: il territorio come editore, le notizie come bussola: ore 14.30 di sabato 16, Centro Alessi. Il mercato delle notizie, incalzato dai social network, cerca rifugio sul piano locale; l\u2019informazione tenda a diventare sempre pi\u00f9 un linguaggio della cittadinanza territoriale. <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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