{"id":9268,"date":"2011-04-01T00:00:00","date_gmt":"2011-04-01T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=9268"},"modified":"2023-05-11T16:43:14","modified_gmt":"2023-05-11T14:43:14","slug":"energia-mille-aziende-a-rischio","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/energia-mille-aziende-a-rischio\/","title":{"rendered":"Energia: mille aziende a rischio"},"content":{"rendered":"

Mille aziende e 3.000 posti di lavoro a rischio. Questo \u00e8 quanto afferma la Confederazione nazionale dell\u2019artigianato (Cna) della piccola e media impresa umbra, alla luce delle nuove regole in materia di energie rinnovabili, stabilite dal governo italiano tramite il decreto legislativo del 3 marzo scorso. \u00c8 necessario – spiegano da Cna Umbria – un ripensamento che ristabilisca le regole per dare certezza agli investimenti delle imprese e garanzie all\u2019occupazione. \u201cOccorre un nuovo decreto – afferma\u00a0Giovanni Lillocci,\u00a0presidente di Cna Installazione e impianti – che incentivi il fotovoltaico e preveda una clausola di salvaguardia che permetta di mantenere, fino al 31 maggio 2012, le condizioni previste dalla normativa precedente. Per ripristinare condizioni di normalit\u00e0 nel settore – spiega Lillocci – a livello nazionale la Cna, insieme ad altre associazioni di categoria che rappresentano l\u2019impresa diffusa, ha avanzato\u00a0quattro proposte: l\u2019immediata emanazione di una clausola di transizione che consenta di dare\u00a0certezza agli investimenti\u00a0in corso; la definizione di\u00a0nuovi obiettivi di potenza\u00a0elettrica da fonte rinnovabile e da fotovoltaico in alternativa ai ventilati tetti alle risorse o alla potenza installata; la\u00a0salvaguardia, soprattutto per i piccoli impianti di produzione \u2018a tetto\u2019, delle famiglie e delle micro e piccole imprese artigianali, commerciali, turistiche e dei servizi; infine, la\u00a0razionalizzazione e la riformulazione\u00a0delle voci che nella bolletta elettrica sono destinate al finanziamento della gestione degli impianti. Sono queste ultime, le risorse destinate al Cip6 e altre voci di spesa non necessarie, inclusa la rimodulazione della parte fiscale, a gravare oggi sulle piccole e medie imprese. Tutte queste disponibilit\u00e0 devono essere destinate al finanziamento di nuovi obiettivi di produzione da fotovoltaico, senza gravare ulteriormente sui costi sostenuti dalle famiglie e dalle aziende\u201d. \u201cA nostro avviso – prosegue il presidente Lillocci –\u00a0le nuove regole dovrebbero scoraggiare le speculazioni e favorire la realizzazione di piccoli impianti tecnologicamente avanzati. Il nuovo decreto non dovrebbe contenere limiti annuali di potenza elettrica ammessa agli incentivi ma, al contrario, dovrebbe individuare nuovi obiettivi di potenza installata, diversificati per tipologia di impianto e coerenti con una strategia complessiva di promozione delle fonti rinnovabili in Italia. Siamo veramente convinti – afferma – che la nuova strada per rendere energicamente autonomo il nostro Paese non possa essere rappresentata dal nucleare, anche alla luce delle recenti vicende giapponesi. Noi riteniamo che quella delle fonti rinnovabili debba continuare a rappresentare una delle vie maestre da seguire\u201d. \u201cRestando in tema a\u00a0livello regionale – conclude il presidente Cna -, auspichiamo al pi\u00f9 presto l\u2019apertura del dibattito relativo alla realizzazione dei termovalorizzatori\u00a0che, tra le varie cose, dovrebbero portare ad una graduale ma continua riduzione dei costi per lo smaltimento dei rifiuti. <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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