{"id":9258,"date":"2011-04-01T00:00:00","date_gmt":"2011-04-01T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=9258"},"modified":"2015-06-16T10:56:03","modified_gmt":"2015-06-16T08:56:03","slug":"la-lezione-del-cieco-nato","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/la-lezione-del-cieco-nato\/","title":{"rendered":"La lezione del cieco nato"},"content":{"rendered":"
Domenica scorsa abbiamo incontrato Ges\u00f9 a colloquio con una donna della Samaria, alla quale si rivel\u00f2 come \u201cfonte di acqua viva\u201d. In questa domenica lo incontriamo che guarisce un uomo nato cieco, rivelandosi \u201cluce del mondo\u201d; titolo messianico, che si ripeter\u00e0 frequentemente nel Vangelo secondo Giovanni, a cominciare dal prologo: \u201cEgli era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e la tenebre non l\u2019hanno vinta\u201d (Gv<\/em> 1,4). E poco pi\u00f9 avanti aggiunge che solo pochi uomini l\u2019accolsero, i pi\u00f9 invece la rifiutarono. Il racconto del Vangelo che ascolteremo sviluppa drammaticamente questo motivo. \u00c8 una vera catechesi pre-battesimale: coloro che saranno lavati nelle acque del battesimo, scopriranno che Cristo Signore \u00e8 la luce della loro vita.<\/p>\n In questo racconto convergono molti temi catechetici: lo scontro fra la luce e le tenebre, la rinascita dall\u2019acqua, la nuova creazione a partire da un impasto di fango, l\u2019ostinazione a rimanere chiusi nei propri schemi nonostante l\u2019evidenza contraria. La narrazione \u00e8 condotta in modo magistrale, anche sul piano letterario. I personaggi vanno e vengono, compaiono, scompaiono e ricompaiono, discutono e dubitano, interrogano e convocano testimoni, si arrabbiano, insultano e condannano. L\u2019unico sempre presente \u00e8 un cieco mendicante, che per opera di Ges\u00f9 diviene vedente e poi credente; tutti gli altri gli ruotano attorno. I primi a incontrarlo sono Ges\u00f9, di passaggio con i discepoli, che domandano spiegazioni circa la sua cecit\u00e0: \u201cDi chi \u00e8 la colpa di questa disgrazia?\u201d. Ges\u00f9 risponde che non \u00e8 colpa di nessuno, ma \u00e8 cos\u00ec \u201cperch\u00e9 si manifestino in lui le opere di Dio\u2026 Io sono la luce del mondo\u201d (9,3-4).<\/p>\n Poi il cieco si accorge che qualcuno gli sta imbrattando gli occhi ciechi di fango e gli dice: \u201cVai a lavarti nella piscina di Siloe\u201d (v. 7). Lui va e, quando torna, non \u00e8 pi\u00f9 cieco. Nel frattempo Ges\u00f9 e discepoli sono scomparsi dalla scena; ma compare la gente, che si domanda: \u201c\u00c8 lui o non \u00e8 lui?\u201d. Chi dice s\u00ec e chi risponde no. L\u2019ex cieco assicura: \u201cSono proprio io\u201d. La gente gli domanda: com\u2019\u00e8 successo? Lui racconta quello che gli ha fatto un certo Ges\u00f9; lui \u00e8 andato a lavarsi a Siloe, come gli era stato comandato, e adesso ci vede. Per capirne qualcosa di pi\u00f9, la gente, stupita, lo conduce dagli esperti, i farisei, i quali lo interrogano puntualmente. Lui racconta di nuovo. Loro decidono che non solo \u00e8 un peccatore lui, giacch\u00e9 \u00e8 nato cieco; ma anche lo \u00e8 anche chi lo aveva guarito: di sabato, infatti, \u00e8 proibito \u201cimpastare\u201d, come prescrivono le loro leggi tradizionali. I farisei, tuttavia, qualche dubbio \u00e8 rimane, allora chiedono anche il parere del guarito, che risponde: \u201c\u00c8 un profeta\u201d (9,17).<\/p>\n Non gli credono: costui non pu\u00f2 essere nato cieco, pensarono, ci deve essere un trucco. Allora mandano a chiamare i genitori, i quali a domanda rispondono che effettivamente quello \u00e8 figlio loro e che \u00e8 nato cieco, ma per il resto non sanno altro. Allora gli esperti della legge di Mos\u00e8, ancora per nulla convinti, chiamano di nuovo il cieco, ora vedente, e gli ripetono le stesse domande. Lui alza la voce e risponde che \u00e8 stufo di ripetere le stesse cose; e si permette anche di offenderli: \u201cVolete forse anche voi diventare suoi discepoli?\u201d (9,27). E spiega loro che, se Ges\u00f9 fosse un peccatore, Dio non lo avrebbe ascoltato. \u00c8 il colmo: peccatore com\u2019\u00e8, da capo a piedi, vuole fare anche da maestro a loro. E lo cacciano fuori. Ora il racconto va verso l\u2019epilogo. Ricompare Ges\u00f9, che incontra il nuovo vedente e gli domanda: \u201cTu credi nel Figlio dell\u2019uomo?\u201d. E lui: \u201cChi \u00e8, Signore?\u201d. Ges\u00f9: \u201c\u00c8 colui che parla con te\u201d (9,37). Risposta: \u201cCredo, Signore\u201d. E gli si prostra dinanzi.<\/p>\n Il racconto non termina con il riconoscimento del Messia da parte del nuovo vedente, come sembrerebbe ovvio. Ges\u00f9, infatti, prende di nuovo la parola e illustra, con tagliente chiarezza, il senso dell\u2019accaduto: \u201cSono venuto in questo mondo per operare un giudizio: perch\u00e9 quelli che non vedono, vedano, e quelli che vedono diventino ciechi\u201d (9,39). Alcuni farisei presenti capirono, si risentirono e chiesero spiegazione. La risposta fu ancora pi\u00f9 dura: \u201cSe foste ciechi, non avreste colpa, ma siccome dite di vederci, il vostro peccato rimane\u201d (9,41).<\/p>\n Il racconto era cominciato con una domanda sulla colpa. Alla fine la questione \u00e8 ripresa: effettivamente non \u00e8 colpa essere nati ciechi, ma lo \u00e8 pretendere di vederci, mentre si \u00e8 ciechi. Fuori di metafora: i farisei, che pure conoscono le Scritture sante, hanno la pretesa discernere l\u2019opera di Dio. In realt\u00e0 sono talmente chiusi nei loro schemi pregiudiziali da negare perfino l\u2019evidenza. Qui Ges\u00f9 mette in luce un fenomeno fondamentale del comportamento umano: l\u2019uomo chiuso in se stesso, che cerca se stesso, si nega all\u2019esigenza di Dio ed \u00e8 disposto anche a negare l\u2019evidenza. Chi non conosce il proverbio italiano: \u201cNon c\u2019\u00e8 peggior cieco di chi non vuol vedere?\u201d.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Domenica scorsa abbiamo incontrato Ges\u00f9 a colloquio con una donna della Samaria, alla quale si rivel\u00f2 come \u201cfonte di acqua viva\u201d. 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