{"id":9130,"date":"2011-02-18T00:00:00","date_gmt":"2011-02-18T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=9130"},"modified":"2011-02-18T00:00:00","modified_gmt":"2011-02-18T00:00:00","slug":"nessuno-e-prete-isolato-dagli-altri","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/nessuno-e-prete-isolato-dagli-altri\/","title":{"rendered":"Nessuno \u00e8 prete isolato dagli altri"},"content":{"rendered":"
Terminato l\u2019Anno sacerdotale, Benedetto XVI manifesta una continua attenzione per la formazione e la vita del clero. Di recente ha richiamato l\u2019importanza che i sacerdoti non vivano isolati, ma mantengano tra loro vive relazioni e, quando \u00e8 necessario, conducano anche qualche forma di vita comune. Non si \u00e8 ministri di Dio in modo autonomo ed isolato. La prima grande comunione dei presbiteri \u00e8 quella con il Vescovo, \u201ccui sono uniti con animo fiducioso e grande\u201d (LG 28) nell\u2019impegno di annuncio, di santificazione e di guida del popolo di Dio. Inoltre, in forza della comune sacra ordinazione e missione tutti i sacerdoti sono legati tra loro da un\u2019intima fraternit\u00e0, che – gi\u00e0 secondo il Concilio – deve manifestarsi nel reciproco aiuto, nella preghiera, nella comunione di vita. Il decreto conciliare sul ministero e la vita sacerdotale sintetizza bene: \u201cNessun presbitero \u00e8 quindi in condizione di realizzare a fondo la propria missione se agisce da solo e per proprio conto, senza unire le proprie forze e quelle degli altri presbiteri, sotto la guida di coloro che governano la Chiesa\u201d (PO 7). La logica della comunione contrasta con la chiusura di chi, pur svolgendo bene il proprio ministero, non \u00e8 disposto a lavorare con i presbiteri vicini. In questo senso la qualit\u00e0 di vita di una comunit\u00e0 cristiana si coglie non nell\u2019essere autosufficiente, ma dall\u2019essere aperta con convinzione alle altre comunit\u00e0 presenti nel territorio. La comunione nel lavoro pastorale pu\u00f2 condurre taluni presbiteri a intraprendere qualche forma di vita comune. La scelta non dovrebbe essere motivata solo da fattori funzionali, come ad esempio dal fatto che si razionalizzano spazi, tempi e risorse. La vita in comune non \u00e8 una strategia per rispondere alla solitudine o alla debolezza della persona. Invece, la vita fraterna deve essere concepita e vissuta \u201ccome strada per immergersi nella realt\u00e0 della comunione\u201d. Lo ha detto il Papa nell\u2019udienza all\u2019assemblea generale della Fraternit\u00e0 sacerdotale dei missionari di san Carlo Borromeo. La vita comune, infatti, esprime la realt\u00e0 della Chiesa; \u00e8 dono di Cristo da accogliere, prima che sforzo umano da realizzare, o soluzione a problemi concreti. \u00c8 ingresso, certo non l\u2019unico, nella comunione stessa di Dio. Mantiene il sacerdote nella consapevolezza che non \u00e8 tale da solo, ma insieme ad altri confratelli e al Vescovo; \u00e8 sacerdote nella Chiesa. Nessuno, infatti, \u201camministra qualcosa che gli \u00e8 proprio – ha detto ancora il Papa – ma partecipa con gli altri fratelli a un dono sacramentale che viene direttamente da Ges\u00f9\u201d. La vita in comune dei presbiteri pu\u00f2 essere realizzata e vissuta in diverse forme: da incontri periodici e prolungati sino alla scelta di vivere sotto lo stesso tetto. Evidentemente, non c\u2019\u00e8 una regola. Piuttosto, si tratta di avere la convinzione che ogni forma di vivere fraterno \u00e8 un aiuto concreto che il Signore d\u00e0 all\u2019esistenza del sacerdote, al fine di vivere sempre una maggiore conformazione al Maestro. Come discepolo \u00e8 invitato, attraverso la presenza di altri confratelli, a convertirsi continuamente a Cristo Signore, vivendone gli atteggiamenti fondamentali. Per questo \u00e8 importante che la vita fraterna sia sostenuta dalla preghiera e dalla vita sacramentale: \u201cSe non si entra nel dialogo eterno che il Figlio intrattiene col Padre nello Spirito santo, nessuna autentica vita comune \u00e8 possibile\u201d. La compagnia di Cristo e dei fratelli nel sacerdozio \u00e8 per il sacerdote una forza rigenerante, che aiuta a trovare le energie necessarie per prendersi cura degli uomini, per farsi carico dei bisogni spirituali e materiali che incontra, per insegnare con parole nuove ed adatte le verit\u00e0 eterne della fede. La vita fraterna dei presbiteri nelle sue diverse forme \u00e8 preceduta da quella del periodo della formazione, vissuto in seminario. Questa \u00e8 una forma di vita comune veramente radicale, perch\u00e9 lo stare insieme si accompagna ad un certo necessario distacco. Parlando ai partecipanti alla plenaria della Congregazione per l\u2019educazione cattolica, Benedetto XVI ha ricordato \u201ccome il seminario sia una tappa preziosa della vita, in cui il candidato al sacerdozio fa l\u2019esperienza di essere un discepolo di Ges\u00f9\u201d. Per questo tempo destinato alla formazione, \u00e8 richiesto un certo deserto affinch\u00e9 Dio parli al cuore di coloro che chiama. Nello stesso tempo, \u00e8 richiesta anche la disponibilit\u00e0 a vivere insieme, ad amare la vita di famiglia e la dimensione comunitaria, che anticipa quella fraternit\u00e0 sacramentale, che caratterizza ogni presbitero diocesano. <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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