{"id":9098,"date":"2011-02-04T00:00:00","date_gmt":"2011-02-04T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=9098"},"modified":"2015-06-16T11:37:28","modified_gmt":"2015-06-16T09:37:28","slug":"quanto-sa-di-sale-la-chiesa","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/quanto-sa-di-sale-la-chiesa\/","title":{"rendered":"Quanto sa di sale… la Chiesa?"},"content":{"rendered":"

Il sale, la luce e la citt\u00e0 sul monte sono le immagini che dominano in questa liturgia domenicale. Esse hanno in qualche modo funzione di tema in tutto il Discorso della montagna, che \u00e8 iniziato la scorsa domenica e continuer\u00e0 nelle prossime. Il loro intreccio pu\u00f2 essere considerato una parabola a scopo ecclesiale. Tutto l\u2019insegnamento di Ges\u00f9 ai discepoli ha lo scopo di radicarli nella consapevolezza della loro funzione nella storia. Per comprenderne lo spessore, \u00e8 necessario avere presente una domanda di fondo: quale \u00e8 l\u2019identit\u00e0 profonda della comunit\u00e0 dei discepoli? Con quale funzione Ges\u00f9 ha pensato la Chiesa nella storia? La comunit\u00e0 dei discepoli, la Chiesa, si pu\u00f2 rassomigliare al sale, alla luce, a una citt\u00e0 posta sopra un monte.<\/p>\n

Il sale \u00e8 ovviamente pensato in relazione agli alimenti, cui d\u00e0 sapore, che depura, che protegge dalla putrefazione; ma che pu\u00f2 anche corrompersi, perdendo la funzione che gli \u00e8 propria. Allora non rimane che attendere il giudizio della gente, che lo calpester\u00e0 quando passa per strada, dove \u00e8 stato buttato, reso ormai inservibile. Ges\u00f9 sembra mettere l\u2019accento su quest\u2019ultimo aspetto: la Chiesa fallisce il suo scopo nella storia, se la comunit\u00e0 dei discepoli perde la capacit\u00e0 di dare sapore alla vita degli uomini. La storia si \u00e8 ripetutamente incaricata di mostrare la verit\u00e0 di questa parola. La parabola del sale suggerisce anche altri approfondimenti. A guardar bene, il rapporto quantitativo con gli alimenti, ai quali \u00e8 funzionale, si direbbe decisamente sproporzionato: basta pochissimo sale a modificare il gusto di molto cibo. Quando \u00e8 troppo, disgusta; ma disgusta anche quando \u00e8 troppo poco. D\u2019altra parte, se \u00e8 inquinato da altre sostanze che non sono sale, sebbene gli somiglino, quel sale non sala.<\/p>\n

Il senso della parabola potrebbe essere anche questo: forse Ges\u00f9 non prevedeva che fossimo in tanti, ma piuttosto che conservassimo la capacit\u00e0 di dare sapore alla vita dei nostri simili, sciogliendoci a loro favore, come fa ogni buon sale. La luce. I discepoli non possono attribuire la luce a se stessi, ma sono destinati a riflettere la luce di Dio, che l\u2019affida loro perch\u00e9 la facciano risplendere. Precisamente in questo senso si esprimeva anche il Concilio Vaticano II, quando dava inizio ad uno dei suoi documenti pi\u00f9 importanti, proclamando: \u201cLa luce delle genti, che \u00e8 Cristo\u2026 risplende sul volto della Chiesa\u201d. I discepoli tuttavia possono comprometterne l\u2019azione e provocarne perfino lo spegnimento. Questo dice la piccola, graziosa parabola della lucerna a olio, che nella rustica casa palestinese del tempo era destinata ad illuminare l\u2019ambiente domestico. Ma se, anzich\u00e9 metterla sul piedistallo a ci\u00f2 destinato, qualcuno avesse avuto l\u2019idea di nasconderla sotto un vaso, non illuminerebbe nessuno, anzi via via si spegnerebbe per mancanza di ossigeno. Cio\u00e8 avrebbe fallito lo scopo.<\/p>\n

Questa faccenda della luce \u00e8 stata spesso interpretata come una ingiustificata pretesa dei cristiani. Questione di malintesi. Il profeta Isaia, nella prima lettura, si incarica di chiarire ogni cosa. La luce del discepolo sorge quando egli opera la misericordia. Cio\u00e8: quando spezza il pane per chi ha fame, d\u00e0 un tetto a chi ne \u00e8 privo, d\u00e0 vestiti agli straccioni (58,7); e poi aggiunge che la sua luce diverr\u00e0 splendente come un meriggio estivo, se egli cesser\u00e0 di essere un oppressore, di puntare il dito, e di parlare empiamente (58,9-10). Ogni eventuale altra pretesa fa parte del peccato del discepolo e della sua comunit\u00e0. C\u2019\u00e8 infine l\u2019altra immagine, la citt\u00e0 sul monte (v. 14). Essa simboleggia la forza di attrazione della comunit\u00e0 dei discepoli.<\/p>\n

Diverse citt\u00e0 in Palestina godono di questa posizione di visibilit\u00e0; ma quella di cui parla Ges\u00f9 non corrisponde a nessuna di esse. \u00c8 piuttosto quella Gerusalemme ideale di cui aveva parlato anche Isaia: verso di essa saranno attratti tutti i popoli, e nello stesso tempo da essa usciranno coloro che porteranno il lieto annunzio della presenza di Dio nel mondo (Is<\/em> 2,2-5). Gli studiosi parlano di un movimento centripeto e centrifugo. Al pari di quanto si \u00e8 detto della luce, tale forza di attrazione non viene dai discepoli e dalle loro capacit\u00e0, ma unicamente da Dio che li ha scelti. Essi ormai non possono pi\u00f9 nascondersi, come non lo pu\u00f2 una citt\u00e0 costruita in cima ad un monte. Ma non possono nemmeno gloriarsi della loro posizione, ben visibile certo, ma assai scomoda, esposta agli attacchi di chi li vede come nemici, e spesso anche alla derisione degli amici.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

Il sale, la luce e la citt\u00e0 sul monte sono le immagini che dominano in questa liturgia domenicale. Esse hanno in qualche modo funzione di tema in tutto il Discorso della montagna, che \u00e8 iniziato la scorsa domenica e continuer\u00e0 nelle prossime. Il loro intreccio pu\u00f2 essere considerato una parabola a scopo ecclesiale. Tutto l\u2019insegnamento […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":0,"comment_status":"open","ping_status":"closed","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"_acf_changed":false,"footnotes":""},"categories":[492],"tags":[],"acf":[],"_links":{"self":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/9098"}],"collection":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts"}],"about":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/types\/post"}],"author":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/users\/1"}],"replies":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/comments?post=9098"}],"version-history":[{"count":3,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/9098\/revisions"}],"predecessor-version":[{"id":35886,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/9098\/revisions\/35886"}],"wp:attachment":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/media?parent=9098"}],"wp:term":[{"taxonomy":"category","embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/categories?post=9098"},{"taxonomy":"post_tag","embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/tags?post=9098"}],"curies":[{"name":"wp","href":"https:\/\/api.w.org\/{rel}","templated":true}]}}