{"id":9040,"date":"2011-01-14T00:00:00","date_gmt":"2011-01-14T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=9040"},"modified":"2015-06-16T12:07:08","modified_gmt":"2015-06-16T10:07:08","slug":"i-primi-sette-giorni-di-gesu","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/i-primi-sette-giorni-di-gesu\/","title":{"rendered":"I primi sette giorni di Ges\u00f9"},"content":{"rendered":"

San Giovanni evangelista, come molti sanno, d\u00e0 inizio al Vangelo con un prologo (1,1-18), cui fa seguire una settimana inaugurale con cui introduce la vita pubblica di Ges\u00f9 (1,19-2,21); a somiglianza, in qualche modo, della settimana in cui il libro della Genesi schematizzava letterariamente il Principio dei tempi (Gen<\/em> 1,1-2,3). Ecco come procede lo scritto dell\u2019evangelista. Dopo aver detto che la Parola si \u00e8 fatta carne, aggiunge: \u201cNoi ne abbiamo visto la Gloria\u201d. A questa visione i discepoli giungeranno progressivamente, guidati dalla testimonianza del Battista, che subito cominci\u00f2 con l\u2019assicurare chi lo interrogava in proposito, di non essere lui la Parola, sebbene amministrasse un battesimo di conversione; egli era solamente una voce che la veicolava.<\/p>\n

La Parola vera era in arrivo (Gv<\/em> 1,23). Primo giorno. Il giorno dopo (1,29), scrive l\u2019evangelista, il Battista vede venire Ges\u00f9 e lo indica al gruppo dei discepoli come l\u2019Agnello di Dio, su di lui egli ha visto posarsi lo Spirito di Dio. Ripetutamente preciser\u00e0 che la sua testimonianza non \u00e8 basata su precedenti conoscenze, ma solo sulla rivelazione di Colui che lo aveva inviato a battezzare (1,33). Secondo giorno. Il giorno dopo (1,35) due suoi discepoli, incuriositi dalle parole del maestro, cominciano seguire Ges\u00f9 e si fermano a casa sua. Ai due rapidamente se ne aggiunge un terzo, Simon-Pietro. Con questo gruppetto di tre uomini ha inizio la storia della Chiesa. Terzo giorno. Il giorno dopo (1,43) se ne aggiunge un quarto, Filippo, e poi a catena un quinto, Natanaele che confessa Ges\u00f9 Figlio di Dio e Re di Israele. Quarto giorno. Il \u201cterzo giorno\u201d vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea (2,1): siamo dunque al settimo giorno. Quasi un nuovo Sabato, destinato a segnare il Principio dei tempi nuovi. Ges\u00f9 cambia l\u2019acqua in vino. I discepoli assistono stupiti a questo primo segno. Il cerchio si chiude: i discepoli contemplano gi\u00e0 concretamente la sua Gloria. \u201cE credettero in lui\u201d (2,11).<\/p>\n

Questo \u00e8 il contesto in cui fu scritto il Vangelo che si legge in questa seconda domenica del tempo ordinario; quasi un ponte fra i giorni natalizi e quelli ordinari. Una domanda si dovettero porre subito i discepoli del Battista, quando guardarono nella direzione indicata del maestro: chi \u00e8 costui? Anche la prima generazione cristiana si dovette domandare: chi \u00e8 Ges\u00f9? La stessa domanda ci poniamo noi oggi: chi \u00e8 Ges\u00f9? L\u2019evangelista Giovanni sintetizz\u00f2 la risposta in queste poche righe: egli l\u2019Agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo; egli \u00e8 il Forte, il Preesistente su cui si \u00e8 posato le Spirito santo, il Figlio prediletto del Padre. Formula breve che esprime anche il mistero della santa Trinit\u00e0. L\u2019Agnello di Dio. Sebbene molti di noi ascoltino ogni giorno questa proclamazione, durante la celebrazione dell\u2019eucaristia, dubito che ne afferriamo appieno lo spessore.<\/p>\n

Per gli ascoltatori della predicazione del Battista essa era invece immediatamente ricca, molteplice, chiarissima. L\u2019immagine dell\u2019agnello li rimandava spontaneamente all\u2019agnello pasquale, quello che fu immolato la notte in cui i padri furono sottratti alla schiavit\u00f9 dell\u2019Egitto e che ogni anno anche loro immolavano, facendo rivivere il momento archetipo in cui il popolo cominci\u00f2 ad esistere, libero. Ma l\u2019immagine dell\u2019agnello rimandava la loro mente anche alla vittima che ogni giorno era immolata nel tempio di Gerusalemme, per i peccati di tutti, verso sera. C\u2019era anche un\u2019altra risonanza spontanea: il profeta Isaia aveva scritto di un Servo sofferente carico di tutte le malefatte del mondo, e per questo era stato condotto al supplizio come un malfattore al posto di tutti noi; ma lui non si era ribellato e come un agnello non aveva aperto bocca. Colui che toglie il peccato del mondo. Di quale peccato si parla? Non certo di una particolare trasgressione. E nemmeno forse dell\u2019insieme di tutte le trasgressioni dell\u2019umanit\u00e0. Ma piuttosto di quella realt\u00e0 storica o di quello stato di fatto per cui il mondo si oppone a Dio.<\/p>\n

L\u2019evangelista aveva detto nel prologo al Vangelo: \u201cEgli \u00e8 venuto nel mondo, ma il mondo non lo ha riconosciuto\u201d. Il nostro peccato di fondo sta nel non riconoscere il primato di Dio, presente nella storia. Tutto il resto ne \u00e8 la conseguenza: i deboli e i poveri che sono schiacciati; uomini, donne e bambini che soffrono la fame; migliaia di disgraziati scacciati dalla loro patria; ricchi sempre pi\u00f9 ricchi e poveri sempre pi\u00f9 poveri… Dell\u2019Agnello il Battista dice che toglie il peccato. La parola originale greca, che \u00e8 dietro alla voce italiana \u201ctoglie\u201d, non ha il semplice valore di eliminare o spazzare via, ma piuttosto di alzare, sollevare per caricarsene. Il profeta Isaia del Servo sofferente dice: \u201cIl Signore fece ricadere su di lui l\u2019iniquit\u00e0 di tutti noi. Il castigo che ci d\u00e0 salvezza si \u00e8 abbattuto su di lui\u201d (53,5-6). Chi \u00e8 dunque Ges\u00f9? L\u2019evangelista risponde che \u00e8 Colui che si \u00e8 caricato del fardello delle nostre malefatte e dei relativi, meritati castighi.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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