{"id":9013,"date":"2010-12-24T00:00:00","date_gmt":"2010-12-23T22:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=9013"},"modified":"2015-07-07T14:37:54","modified_gmt":"2015-07-07T12:37:54","slug":"presentato-a-perugia-un-libro-fotografico-che-racconta-la-tragedia-del-muro-ne-parla-chi-ce-stato","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/presentato-a-perugia-un-libro-fotografico-che-racconta-la-tragedia-del-muro-ne-parla-chi-ce-stato\/","title":{"rendered":"Presentato a Perugia un libro fotografico che racconta la tragedia del \u201cmuro\u201d. Ne parla chi c\u2019\u00e8 stato"},"content":{"rendered":"
Per decidere chi ha ragione e chi ha torto, per tracciare un confine arbitrario, per dettare la legge del pi\u00f9 forte, un muro non basta. Il 3 dicembre 2010 si sono svolti a Perugia due incontri di presentazione di un libro fotografico di Andrea Merli Un muro non basta; la scelta della fotografia, come forma di testimonianza di una situazione quale quella della Palestina, \u00e8 stata caratterizzata dal fatto che una stampa pu\u00f2 significare pi\u00f9 di mille parole, ferma un attimo che non ci sar\u00e0 pi\u00f9, segna un ricordo e pu\u00f2 far comprendere in maniera pi\u00f9 diretta ci\u00f2 che viene rappresentato all\u2019interno di essa. Questo libro, in 105 immagini, scandisce gli avvenimenti che, tra l\u2019autunno del 2004 e l\u2019estate 2010, hanno segnato la storia della Palestina. La presentazione serale, avvenuta al centro Mater Gratiae, \u00e8 stata un Evento con la E maiuscola. Andrea Merli, assieme a don Mario Cornioli, ha accompagnato ogni fotografia con una spiegazione, evidenziando dettagli che chi guarda le immagini non sempre pu\u00f2 cogliere a prima vista. Quella sera, oltre alle foto del libro, ne sono state mostrate molte altre che, oltre a farci conoscere la \u201cgabbia\u201d che \u00e8 ormai racchiusa al di l\u00e0 del muro, ci hanno portato nella tanto \u201ctemuta\u201d Gaza. Sono stata due volte in Palestina (con il gemellaggio tra scuole, ndr) e ho riconosciuto nelle fotografie: gli insediamenti israeliani, che aumentano ogni giorno di pi\u00f9, le code chilometriche che iniziano a formarsi dalle 6 di mattina, se non prima, davanti ai check-point per riuscire a trovare un lavoro dall\u2019altra parte, le case che non hanno pi\u00f9 una vista fuori dalla finestra, perch\u00e9 hanno il muro attorno… ma Gaza, non l\u2019avevo mai vista con gli occhi con i quali ho osservato quelle immagini durante la presentazione. Forse, se cerco di far riaffiorare qualcosa dalla mente, posso ricordarmi di immagini veloci, sgranate, che ci vengono date dai media televisivi. Invece quelle foto, ora, le porto nel cuore e, pi\u00f9 di esse, le parole di don Mario: \u201cIl buio di Gaza \u00e8 diverso; quando l\u00ec scende la sera, non si sente alcun rumore… \u00e8 speciale, ma allo stesso tempo quasi terrificante. Ogni tanto di giorno, quando si vedono degli aerei nel cielo, si pensa: ecco, tra un attimo tutto finisce. Poi, nel momento in cui l\u2019aereo se ne va, si ricomincia tutto come prima. Osservando queste foto scattate al mercato potete notare che ogni bancarella ha un suo generatore, perch\u00e9 l\u00ec non c\u2019\u00e8 corrente: Israele ce l\u2019ha sotto controllo\u201d. Scorrendo ancora le immagini, continuiamo a diventare testimoni indiretti di asili divisi dal muro, pastori che devono fare un percorso molto pi\u00f9 lungo rispetto a quello che facevano prima della costruzione del muro per portare al pascolo le pecore, palestinesi che, pur di guadagnare qualche soldo, si costruiscono la gabbia da soli, contribuendo ai lavori del muro e, soprattutto, all\u2019idea diffusa dal Governo israeliano, che il muro abbia puro scopo difensivo. Ora si modifica anche l\u2019estetica delle pareti della gabbia, quelle che vengono costruite adesso non sono pi\u00f9 di un cemento armato freddo e grigio, ma iniziano ad essere costruite con pi\u00f9 \u201cattenzione all\u2019impatto ambientale\u201d, rendendolo innocuo agli occhi dei visitatori, ma per quelli ce ci vivono dentro non cambia niente. L\u2019immagine che chiude il libro riporta una coppia di sposi ebrei che, su una terrazza di Gerusalemme, guarda il panorama verso est, dalla parte opposta alla quale \u00e8 stato costruito il muro: questa, forse, la foto pi\u00f9 significativa del libro.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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