Il Natale di quest\u2019anno chiude il primo decennio del nuovo secolo. Un decennio difficile, talora drammatico. E sembra che getti le sue ombre amare su quello che viene. La crisi non \u00e8 superata, anzi fa sentire ancor pi\u00f9 il freddo. Una strana nebbia sembra avvolgere le nostre citt\u00e0, la regione, il Paese, l\u2019Europa e l\u2019intero pianeta. Di fronte a tutto ci\u00f2 \u00e8 facile rassegnarsi al presente e ripiegarsi su se stessi, difendendosi dagli altri. Ma ecco il Natale. Il Natale torna per interrompere il buio e diradare la nebbia. Natale non significa forse rinascita e speranza di un tempo nuovo? Quel Bambino \u00e8 la speranza, anzi l\u2019inizio di un tempo nuovo. Non molti secoli fa, l\u2019Occidente cristiano, colpito dalla forza di questa nascita e considerandola, a ragione, come il principio nella rigenerazione del mondo, cont\u00f2 a lungo gli anni cominciando appunto dal Natale. Ancora oggi dividiamo la storia in \u201cprima\u201d e \u201cdopo Cristo\u201d. Quel che ci viene chiesto \u00e8 accogliere quel Bambino nel cuore. \u00c8 lui infatti il Salvatore, non altri, non altro. Purtroppo \u00e8 sempre pi\u00f9 facile snaturare il senso del Natale rendendolo un momento fiacco, debole, una data che passa senza lasciare traccia. Viene il 25 dicembre, le citt\u00e0 si illuminano, ma poi, con la fine della feste, tutto viene risucchiato nella normalit\u00e0, tutto continua come prima. Anche chi vive il Natale in maniera religiosa rischia di relegare il Natale, e quel Bambino, dentro le chiese. Ma cos\u00ec tutto resta uguale. Con Ges\u00f9, invece, tutto cambia. Quel che conta \u00e8 accoglierlo nel cuore. La rinascita infatti inizia sempre da dentro, dal cuore di ciascuno di noi. Il mondo, questa nostra citt\u00e0, anche il nostro Paese, rinascono solo nella misura in cui rinasciamo nel cuore, ossia se permettiamo a quel Bambino di suggerirci l\u2019amore, di guidarci per essere operatori di fraternit\u00e0, lavoratori per un mondo pi\u00f9 giusto, pi\u00f9 sereno, pi\u00f9 pacifico. Il Vangelo del Natale parla di un angelo che apparve ai pastori, nel luogo del loro lavoro, mentre sentivano il freddo e il gelo della notte, e annunci\u00f2 loro la nascita di un Bambino: \u201cNon temete: ecco vi annuncio una grande gioia, che sar\u00e0 di tutto il popolo. Oggi, nella citt\u00e0 di Davide \u00e8 nato per voi in Salvatore, che \u00e8 Cristo Signore\u201d. \u00c8 senza dubbio incredibile che Dio venga sulla terra\u00a0e accetti anche una stalla; ma quel che lascia ancor pi\u00f9 sconvolti \u00e8 che si presenti come un bambino, il pi\u00f9 debole tra tutte le creature. Perch\u00e9? Per poter incontrare tutti, ma a partire dai pi\u00f9 piccoli. \u00c8 bello vedere in quella piccola famiglia nella grotta, circondata dai pastori, una delle immagini pi\u00f9 vere della Chiesa. A Natale \u00e8 il Bambino al centro, non noi, non i nostri problemi, non le nostre strutture, anche religiose. Al centro c\u2019\u00e8 quel Bambino. Come tutti i neonati non sa parlare, eppure \u00e8 la Parola fattasi carne. Forse si esprime solo con un pianto implorante. Ebbene, il Natale chiede almeno di ascoltare il pianto implorante aiuto e protezione di quel Bambino. Assieme a lui lo chiedono i bambini poveri, sfruttati e violentati\u00a0di ogni parte del mondo; gli anziani, anch\u2019essi esclusi dalla vita; coloro che non hanno la speranza per un futuro sereno. Non chiedono molto, implorano solo di far parte della famiglia umana, di poter essere partecipi di una vita dignitosa. Lo chiedono anche gli stranieri, quelli che hanno fame e sete, gli oppressi dalle guerre e dalle ingiustizie, i disperati e gli angosciati del nostro mondo, gli operai che hanno perso il lavoro\u2026 In loro nome, il Bambino di Betlemme chiede a tutti un po\u2019 d\u2019amore, un po\u2019 pi\u00f9 di impegno, un po\u2019 pi\u00f9 di solidariet\u00e0. Natale: \u00e8 una domanda di amore per i deboli. Quel Bambino \u00e8 la persona decisiva non solo per la propria vita, ma per l\u2019intera storia degli uomini. Chi guarda il Signore, e non se stesso o i tanti idoli di questo mondo, ritrova il senso della vita. Un Natale cos\u00ec \u00e8 davvero \u201camico degli uomini\u201d, dei deboli, dei piccoli. \u00c8 l\u2019augurio che ci facciamo gli uni gli altri, come quei pastori: \u201cAndiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere\u201d. S\u00ec, andiamo fino a quel Bambino e accogliamolo nel cuore.\u2020 Vincenzo Paglia <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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