Il Trattato di Lisbona (1\u00b0dicembre 2009) \u00e8 in vigore da un anno. Ci sono voluti quasi dieci anni per emanare le riforme in esso contenute. Ricordiamo che il Trattato di Lisbona \u00e8 nato come sostituto del progetto fallito di una Costituzione europea. Il sistema politico e istituzionale dell\u2019Unione europea doveva perci\u00f2 dotarsi di una nuova base per essere in grado di rispondere all\u2019ampliamento a 27 Stati membri e per poter meglio affrontare le sfide della globalizzazione. L\u2019Unione europea cresce con le revisioni dei Trattati su cui si fonda. Queste revisioni vanno attuate ad intervalli regolari al fine di restare al passo con la dinamica dell\u2019integrazione europea. Ci\u00f2 indica che l\u2019unificazione dell\u2019Europa, cos\u00ec come la sua concretizzazione nell\u2019Unione europea, continua ad essere qualcosa di non definitivo. L\u2019Unione non \u00e8 uno Stato: \u00e8 ancora un progetto che deve progressivamente realizzarsi nell\u2019ambito di un processo. Ci\u00f2 \u00e8 dimostrato anche dal primo anno di vita del Trattato di Lisbona. Da un lato, il superamento della crisi istituzionale, ottenuto con l\u2019emanazione del Trattato \u2013 giunta al termine di un lungo periodo di dibattiti sulla sua forma e sui suoi contenuti \u2013 ha creato una nuova consapevolezza e una nuova sicurezza che hanno consolidato le istituzioni, normalizzandone le sinergie. Dall\u2019altro, \u00e8 tuttavia emerso che le nuove conoscenze scaturite dall\u2019attuale crisi del sistema monetario europeo impongono di prevedere un ulteriore adeguamento tempestivo delle regole definite nel Trattato. Dal consolidamento dell\u2019edificio europeo e dalle innovazioni introdotte dal Trattato di Lisbona hanno tratto giovamento tutti gli organi e le istituzioni dell\u2019Europa. Il Parlamento europeo ha abbandonato le proprie riserve e sfrutta ora i propri nuovi ambiti di azione, divenendo cos\u00ec interlocutore di pari grado rispetto ai Governi nell\u2019attivit\u00e0 legislativa in tutti i settori. Il Consiglio dei ministri \u00e8 obbligato e tenuto a confrontarsi col Parlamento. E ci\u00f2 vale anche in modo reciproco. La Commissione europea \u00e8 uscita dall\u2019ombra e si assume nuovamente le proprie responsabilit\u00e0, con maggior forza, supportata dal monopolio dell\u2019iniziativa in campo legislativo, confermatole dal Trattato. Con l\u2019introduzione dell\u2019Ufficio del Presidente permanente, il Consiglio europeo ha ottenuto non solo un volto ma anche la capacit\u00e0 di sviluppare strategie e iniziative politiche non pi\u00f9 formulate in base alla prospettiva di un Capo di governo nazionale, bens\u00ec da una prospettiva comunitaria. Tutto ci\u00f2 fa bene all\u2019Unione, sebbene questa nuova qualit\u00e0 della politica europea non sia ancora pienamente avvertita dall\u2019opinione pubblica. Ci\u00f2 ha a che fare soprattutto con la crisi del sistema monetario europeo, verificatasi in primavera e originata dall\u2019indebitamento eccessivo della Grecia e di altri Stati membri del Gruppo dell\u2019euro. Questa crisi, che fa temere per la stabilit\u00e0, nonch\u00e9 per l\u2019esistenza stessa dell\u2019Unione europea, ha messo a dura prova il processo di metabolizzazione delle nuove regole e procedure, con effetti negativi sull\u2019opinione pubblica. Se questa crisi si fosse verificata prima dell\u2019entrata in vigore del Trattato di Lisbona, per l\u2019Unione europea sarebbe stato certamente fatale. Con le fondamenta sicure del nuovo Trattato \u00e8 stato possibile affrontare la crisi della Grecia. Anche l\u2019attuale crisi irlandese verr\u00e0 superata. E ci\u00f2 non solo dal punto di vista di limitare i danni nella fase acuta. Ma ci\u00f2 che \u00e8 altrettanto importante, \u00e8 che si trarr\u00e0 insegnamento dall\u2019esperienza, inserendo alcuni strumenti, non ancora esistenti, necessari per il buon funzionamento e la governance del sistema monetario, atti a difendere la divisa comune in modo sostenibile, i quali serviranno al contempo per far procedere l\u2019Unione europea nella strada verso una comunit\u00e0 federale e solidale. In altre parole, la crisi attuale stimola la conoscenza e affina la consapevolezza del fatto che anche con il Trattato di Lisbona non \u00e8 stata detta l\u2019ultima parola sulla forma e sul contenuto dell\u2019Unione europea. <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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